Italia, senti Udogie: "Il Mondiale dipende solo da noi. In Premier sto maturando tanto"

"Sto bene, sicuramente meglio di ieri", inizia così, senza troppi giri di parole, la conversazione con Destiny Udogie. E non potrebbe essere altrimenti. Alla prima da titolare dopo l'infortunio di ottobre, il terzino del Tottenham e della Nazionale si è trovato davanti il formidabile Arsenal di questa prima parte di stagione, in quella che è stata la partita di cartello della 12^ giornata di Premier League ma soprattutto la sfida più sentita nel nord di Londra. La delusione sul suo volto è evidente visto il 4-1 finale, ma in un club blasonato come gli Spurs, con un impegno di Champions League dietro l'angolo, l'amarezza deve per forza di cose lasciare presto il posto alla voglia di riscattarsi. Arrivato in Inghilterra nell'estate del 2023 , Udogie si è presto affermato come uno dei terzini migliori della Premier League, assorbendo splendidamente il passaggio dall'Udinese al Tottenham. Nonostante il cambio di corso tecnico, da Ange Postecoglou a Thomas Frank, la costante è stata una: il posto sull'out mancino è di proprietà di Udogie, che dopo aver conquistato da protagonista l'Europa League nella scorsa annata, punta a fare un bel percorso anche in Champions League, competizione in cui ha debuttato in questa stagione. Aspettando di diventare protagonista anche con la maglia dell'Italia sotto la nuova gestione Gattuso, magari nei playoff che portano al Mondiale. Perché a 23 anni, con tutta una carriera davanti, non c'è spazio per le delusioni. Destiny, quella nel derby contro l'Arsenal è stata una sconfitta pesante, che tipo di partita è stata? Cosa manca secondo te a questo Tottenham per staccare il gruppone alle spalle della capolista ed entrare stabilmente nelle prime quattro? "È dura perdere un derby per 4 a 1. Una brutta sconfitta che ci insegna e ci insegnerà molte cose. Già a partire dal prossimo turno in Champions in casa del Psg: dobbiamo rialzarci subito e dimostrare la nostra forza. Al momento la cosa che ci manca di più è la costanza, l'essere capaci di scendere in campo ogni settimana con la stessa voglia e lo stesso ritmo della partita precedente". Sei alla terza stagione in Premier League, c'è ancora qualcosa che ti stupisce di questo campionato? "Sicuramente l'intensità e la qualità, in ogni partita e contro ogni avversario. Ogni sfida è molto impegnativa, il livello è altissimo, non solo quello delle squadre di vertice. Non ci ho ancora fatto del tutto l'abitudine". Rispetto alla Serie A che differenze hai notato? "Come dicevo prima l'intensità: quella è la differenza principale tra il calcio inglese e quello italiano. A livello di qualità invece sono due campionati abbastanza simili, anche se forse in Premier è ancora leggermente migliore. Per quanto anche in Serie A la qualità dei giocatori al momento è altissima". Cosa ha portato Thomas Frank al Tottenham? Tatticamente e anche umanamente. "Sta dando molta importanza al bilanciamento dei reparti, tra la fase offensiva e quella difensiva. Quest'anno siamo più equilibrati: conta fare gol, ma conta tanto anche non subirlo. Ha lavorato sull'unità della squadra in campo. A livello umano invece è un allenatore che ogni giorno porta un'energia positiva al campo". Pensando al te stesso che è arrivato in Premier League due stagioni fa, in cosa ti senti maturato? "Nella comprensione del gioco. Quando sono arrivato ero frenetico, spesso e volentieri agivo seguendo l'istinto e senza pensare alle conseguenze. Ora invece capisco meglio le fasi della partita, so leggere meglio le situazioni nell'arco dei 90 minuti. È un aspetto su cui sento di essere migliorato molto nel corso di questi due anni". A fine stagione sarai soddisfatto se...? "Sicuramente se riusciremo ad arrivare in uno dei primi quattro posti. Da un punto di vista personale invece vorrei provare ad arrivare a cinque gol e sette assist tra tutte le competizioni". Sul tuo profilo Instagram sfoggi tanti outfit diversi, quanta importanza dai al mondo della moda? "Mi piace molto. Sono convinto che il modo di vestire dica tanto del carattere di una persona: cerco di esprimermi attraverso gli abiti, magari indossando qualcosa di diverso, di insolito. Sto attento alle mode, guardo sempre come si veste la gente, magari prendendo ispirazione qua e là. Mi piace molto lo stile di Moise Kean, che è un amico, spesso ne parliamo. Il suo modo di vestire non è convenzionale, a volte l'ho anche copiato un po' ". In questo momento in Inghilterra ci sono parecchi italiani. Vi sentite o vi frequentate spesso? "Non proprio. È vero, siamo in tanti ma siamo in tante città diverse. Ognuno ha la sua vita, le sue abitudini, i suoi allenamenti e le partite. Diventa complicato frequentarsi con regolarità. Ci viene più facile stare insieme in Nazionale. In quelle situazioni ci facciamo delle chiacchierate e ci raccontiamo a vicenda come stanno andando le cose in Premier". Vicario è un tuo compagno sia in Nazionale sia nel Tottenham. Avete commentato il sorteggio che è toccato all'Italia per andare al Mondiale? "Certo, l'abbiamo seguito e ne abbiamo parlato. Ci siamo detti che sono partite alla nostra portata. Siamo l'Italia, il destino è nelle nostre mani. Perché prima avremo l'Irlanda del Nord in casa, poi una tra Galles e Bosnia: siamo consapevoli che sono partite in cui partiremo favoriti e che abbiamo le carte in regola per vincere, a patto di arrivare pronti e concentrati quando scenderemo in campo". Chiudiamo con un gioco: costruiamo il tuo terzino perfetto, tra quelli di oggi e quelli del passato. Di chi prenderesti il piede destro? "Forse Dani Alves". Il piede sinistro invece di chi sarebbe? "Prenderei quello di Marcelo". La velocità? "La velocità dico me stesso, quella sì ". Cross? "Di un mio compagno di Nazionale: Federico Dimarco, senza dubbio". La forza fisica? La capacità di fare su e giù per la fascia e di reggere ai contrasti. "Dai, dico ancora me stesso". Le letture difensive, da chi le prenderesti? "Da Paolo Maldini". E l'ultima cosa: il terzino perfetto deve avere la leadership di? "Sempre di Paolo Maldini".

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Simone Dagani