Quello di Marassi non è stato il solito Milan, soprattutto nel primo tempo. Così come è palese che dei 6 giocatori arrivati dall'ultimo mercato oggi Montella (a parte Mati Fernandez infortunato) utilizza solo Sosa. Ma contro il Pescara servono i 3 punti
Nessun dramma. Seppure sul volto ci sono ancora i segni lasciati dalle tre sberle di Genova. Ma il Milan pensa positivo e guarda avanti. Respingendo le accuse di scarsa determinazione e di rosa al momento insufficiente.
Ma quello di Marassi non é stato il solito Milan, soprattutto nel primo tempo e questo è palese. Così come é palese che dei 6 giocatori arrivati dall'ultimo mercato oggi Montella (a parte Mati Fernandez fino ad ora mai a disposizione perché infortunato) utilizza solo Sosa, Gomez e Lapadula con il contagocce, mentre Vangioni e Pasalic sono dei veri e propri oggetti misteriosi. Il dubbio (se Montella non li considera pronti o non all'altezza del suo Milan), resta. Ma per adesso la rosa é questa e con questa si dovrà arrivare a gennaio.
Lo stop contro il Genoa però mette in evidenza dei limiti anche strutturali nel Milan. Che sia chiaro, non era da scudetto dopo la sfida vinta contro la Juve, ma non é bocciare adesso dopo il ko di Marassi. Ko che allora andrà catalogato nella categoria "passaggi a vuoto" o più semplicemente "incidenti di percorso", solo ed esclusivamente se domenica, a San Siro contro il Pescara, i rossoneri si riprenderanno i punti persi a Marassi.
Imprescindibile sarà l'atteggiamento. Così come imprescindibili sono alcuni elementi. Tra questi Suso. La sua assenza dal primo minuto a Genova è stata più pesante del previsto. Se ne sono accorti tutti: Montella compreso che domenica gli riconsegnerà maglia da titolare e Milan. Che, senza drammi, è tornato con i piedi per terra. E forse è giusto così.