L'espulsione di Gastaldello e il conseguente rigore realizzato dal croato decidono la partita al Dall'Ara. Apprezzabile l'atteggiamento dei rossoblu in inferiorità numerica, mentre la Fiorentina ha conservato il vantaggio con un po' di sufficienza
BOLOGNA-FIORENTINA 0-1
31' rig. Kalinic
Cercavano entrambe il riscatto, ma dallo stadio Dall'Ara esce con ritrovata fiducia solo una squadra. Grazie a un rigore di Kalinic vince 1-0 la Fiorentina, che veniva da una sola vittoria nelle ultime 6 gare. Il Bologna manca ancora l'appuntamento con i 3 punti: non vince dal 21 settembre, la crisi è aperta.
Il Bologna è subito intraprendente, inizia l'azione dalla difesa e porta nell'area avversaria 4 o 5 dei suoi uomini. Da parte sua la Fiorentina sfrutta le ripartenze veloci di Bernardeschi e Ilicic ma senza rinunciare a un pressing alto. Al 10' tegola per il Bologna che perde Verdi per un infortunio. Sono proprio dei viola le occasioni più clamorose del primo tempo: al 7' grande difesa della palla di Ilicic su un lancio di Astori, poi il tiro va a colpire il palo. Lo sloveno è davvero sfortunato, perché una sua magistrale punizione al 26' colpisce la traversa. Ma è solo questione di minuti: l'episodio chiave della partita accade poco dopo. Lancio perfetto dalla difesa di Gonzalo Rodriguez per Kalinic, che viene atterrato da Gastaldello davanti a Da Costa: rosso ed espulsione per il difensore bolognese. Il croato realizza personalmente il rigore dell'1-0.
L'atteggiamento degli uomini di Donadoni resta propositivo come a inizio gara, nonostante l'inferiorità numerica. Più attaccabile l'atteggiamento della Fiorentina che si limita a gestire il vantaggio, anche se con qualche leggerezza di troppo: un po' di sufficienza dei viola dà coraggio al Bologna, rimasto sempre in partita. E' in pratica la solita Fiorentina che soffre di superficialità e presta il fianco al rientro degli avversari. Alla fine i viola conservano il risicato vantaggio e festeggiano i tre punti. Per il Bologna e Donadoni, nonostante la delusione per l'ennesimo mancato appuntamento con la vittoria, la consolazione di aver messo in campo un atteggiamento sempre propositivo anche quando la squadra è rimasta in 10.