Bologna, che Dzemaili: bomber (quasi) per caso

Serie A
Blerim Dzemaili, centrocampista del Bologna (Getty)
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E' un combattente, ama la tranquillità e dieci anni fa stava per smettere: "Periodo difficile al Bolton, ma mi sono rialzato". Ora è il capocannoniere dei rossoblù di Donadoni: "Marcia da bomber!". Anche se "quello più forte" era suo fratello Bettim. Che storia Dzemaili. E il Torino porta bene...

Vedi Bologna e pensi: "Mattia Destro!". Oppure Krejci, Verdi e Di Francesco. Gente che segna. Poi dai uno sguardo al capocannoniere della squadra e resti un po' stupito: "Blerim Dzemaili". Ebbene sì, lo svizzero. Cinque gol in campionato, uno in Coppa Italia e l'ultima doppieta al Toro di Mihajlovic. Ergo, 6 reti. Evidentemente il granata porta bene, perché nel 2013 - con la maglia del Napoli - Blerim ne segnò addirittura tre. Altri tempi, bomber quasi per caso quindi. Il vizio è rimasto lo stesso di anni fa, quello del centrocampista con licenza di offendere. Fu Mazzarri a renderlo tale, con lui la sua miglior stagione a livello realizzativo: 9 reti nel 2012/13. "Ci ha portato in alto!". Tutto può cambiare, fino a quel giorno era considerato un "semplice" mediano. Qualità, sì. Ma non un giocatore in grado di "pungere". E invece no, una metamorfosi. Con un grazie a Mazzarri e a tutto il Napoli, perché ora il Bologna ne raccoglie i frutti.

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Una foto pubblicata da Blerim Dzemaili (@b.dzemaili) in data:

Dieci anni fa rischiò di smettere - Oro di Donadoni, pronto a esaltarne le qualità: "Ha un ruolino di marcia da bomber". D'altronde l'ex Toro l'aveva detto: "Sono venuto per segnare e far segnare". Promessa mantenuta. E pensare che appena dieci anni fa, ai tempi del Bolton, rischiò addirittura di smettere. Tutta colpa di una serie di interventi al ginocchio, menisco e legamenti. Operazione in Colorado e quasi un anno fuori: "Pensa­vo di non poter più giocare ad alti livelli". Poche chance, inoltre: "Dopo essere guari­to, in Inghilterra non mi han­no mai dato occasioni per di­mostrare quello che sapevo fare. E' stato un anno molto difficile". Poi l'Italia, il Torino: "Non avevo dubbi, ho accettato subito". Gol? Zero. Arriveranno poi.

"Un onore giocare per la Svizzera!" - Allo Zurigo ogni tanto la buttava dentro: 14 reti in 4 anni, più due scudetti e una Coppa di Svizzera da protagonista. Pagato circa 8000mila euro, è stato "scoperto" da Massimo Rizzo: "Preciso, disciplinato, gentile, forse un po’ introverso. Vita privata e studi assolutamente normali". Figlio di emigranti, Dzemaili. Legatissimo alla sua Nazionale, con cui ha disputato gli ultimi Europei e il Mondiale brasiliano: "La Svizzera rappresenta l’occasione per restituire qualcosa a questo paese. Io non sono al 100% svizzero, però mi ha dato tanto. La possibilità di diventare un calciatore e di condurre una buona vita". Guai a metterlo in panca però: "Il giorno prima della partita in casa contro il Cipro, quando ho saputo che non avrei giocato, ero molto arrabbiato. Ho chiamato il mio agente e lui mi ha detto solamente: “Vuoi essere un perdente?” Questa frase mi ha stimolato". Mai mollare.

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"Il vero campione? Mio fratello" - "Beli" ci sapeva fare fin da ragazzino, lo chiamavano così. A 17 anni era già titolare in prima squadra. Personalità e "legna" in mezzo al campo. Quello bravo, però, era suo fratello Bettim: "Il vero campione di casa era lui, mi batteva sempre. Poi si è rotto una gamba e ha dovuto smettere". Destino avverso. Non per Blerim però, merito del suo (bel) carattere: "E' qualcosa che ha a che fare con la mia storia privata. Ho subito un infortunio al legamento crociato prima dei Mondiali 2010, mi ha fatto perdere le sfide in Sudafrica. Dovevo alzarmi di nuovo e c’è stato bisogno di tanta forza di volontà. Sono sempre stato uno che vuole vincere. Non riesco  a perdere una partita neanche in allenamento". Fighter alla Rocky.

La moglie, l'hockey...i gol - I suoi segreti? Pochi: "Non amo la vita mondana, mi piace la tranquillità. In un ambiente familiare mi sento a casa". Segue l'Hockey su ghiaccio fin dallo Zurigo e ha conosciuto sua moglie Erjona fingendosi...un giornalista! "Eh sì, l'ha fatto per conquistarmi - ammette lei - voleva chiedermi il numero. Il primo messaggio mi ha colpito molto. Aveva scritto che mi trovava bella, che gli faceva piacere parlassi italiano e di ricordami che mi avrebbe sposato". Sfrontato, ma sicuro. Ora hanno un figlio e vivono "tranquilli". Come piace a Dzemaili, bomber (quasi) per caso col vizio della semplicità.