Roma-Inter, ritorno al futuro: lo "Spalletti day"

Serie A

Alfredo Corallo

Francesco Totti, Luciano Spalletti e Daniele De Rossi: presente, passato e futuro di Roma e Inter (foto Getty)

Il big match dell'Olimpico sarà un frullato di emozioni per Luciano Spalletti, che tornerà a Roma da nuovo idolo dei tifosi nerazzurri dopo aver riportato De Rossi e compagni in Champions, andando via tra i fischi. Tanta curiosità per l'incontro con Totti, al debutto casalingo da direttore tecnico

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L'ultima immagine di una Roma vincente resta la faccia sorridente di Francesco Totti che solleva la Coppa Italia nel "suo" Olimpico in festa: ma - come ricorderete - la leggenda giallorossa non era in campo la sera del 24 maggio 2008 contro l'Inter di Roberto Mancini. C'era invece "capitan futuro" Daniele De Rossi che, di buon "grado", cederà l'onore di alzare il trofeo al "superiore", fuori non per scelta tecnica (parliamo di 9 anni fa, anche se in panchina c'era Spalletti...) ma perché un mese prima a Livorno si era procurato una lesione al crociato destro che lo costringerà a saltare tutto il finale di stagione.

È l'annata dello scudetto interista sotto la pioggia del Tardini, quando Ibrahimovic entrò e decise da solo le sorti di un'intera Serie A: con una doppietta manderà in frantumi i sogni tricolore dei romanisti; spedirà il Parma in B; e "salverà" indirettamente il Catania, che approfittò dello "sconforto" dei capitolini - in vantaggio al Cibali con un gol di Vucinic e virtualmente campioni a mezzora dal termine del campionato - trovando il "miracoloso" pareggio del Malaka Jorge Martinez. Gioie e lacrime, un frullato di emozioni, come i 5 anni di Luciano Spalletti nella capitale, dove stasera tornerà da avversario, atteso - verosimilmente - da un mix di fischi (parecchi) e applausi (pochi?). Sicuramente dall'abbraccio di De Rossi, "una parola grossa" (l'abbraccio) per Totti. "Rispetto" ha detto al sorteggio di Champions, quello sì. Se per un grande o "piccolo uomo" nun se sa...

Le due facce della Roma "Spallettiana"

 

La "nostalgia" di Capitan Futuro

Perché se quella tra Totti e Spalletti è una storia chiusa, nel senso che non c'è storia, tra il nuovo capitano e l'allenatore toscano l'affetto è rimasto intatto: fosse stato per lui non sarebbe mai andato via. "La Roma dovrebbe fare di tutto per trattenerlo - dichiarò già ad aprile in un'intervista a Undici - è stato l'allenatore che mi ha condizionato di più, sebbene a volte abbia un carattere difficile. Ho cominciato a vedere il calcio con i suoi occhi. Ed è un bel vedere". Parole al miele confermate nel giorno dell'addio di Totti. "Ho sentito tanta gente felice perché Spalletti andrà via - spiegò a caldo dopo la vittoria sul Genoa e la conquista del secondo posto - l'augurio che faccio alla Roma è che siano felici anche il 28 maggio prossimo. Io ho tanti dubbi che qualsiasi persona arrivi dopo di lui faccia 87-88 punti..." (Di Francesco è avvisato ndr). Poi, dal ritiro della Nazionale, alla vigilia dell'amichevole di Nizza con l'Uruguay, De Rossi commenta così il passaggio - ufficioso - di Spalletti all'Inter."Mi dispiace, perché gli sono legato, è uno molto forte. E spero che non lo farà vedere al 100% all'Inter... perché sarà una delle nostre rivali l'anno prossimo per la piazza d'onore e chissà, magari anche qualcosa di più".

La moglie del Direttore

Lo strappo tra Totti e Spalletti si era consumato (definitivamente) la notte del 17 febbraio 2016, nell'andata degli ottavi di Champions con il Real Madrid, quando l'ex numero 10 giallorosso fu mandato in campo all'Olimpico soltanto negli ultimi 5 minuti, con i Blancos avanti 2-0. Una scena già vista, il "refrain" dello Spalletti bis in giallorosso, ma per Francesco stavolta è troppo: "Non sto qui a dire che voglio giocare, ma così non riesco a stare, mi dispiace. Sto male io, e la gente che mi sta intorno". La reazione di Spalletti è durissima, praticamente lo caccia da Trigoria. Passa qualche mese, e alla vigilia del 40° compleanno del marito arriva la "vendetta" di Ilary Blasi, che torna su quell'episodio in un'intervista "a sorpresa" alla Gazzetta. "Non critico la scelta tecnica, ma il comportamento: e Spalletti è stato un uomo piccolo". E aggiunge: "La verità è che lo subisce. Per carità, è giusto proiettarsi nel futuro e provare a fare grandi cose anche senza di lui, ma mi sembra che alla Roma rimanga ancora difficile. Si poteva essere più delicati e Spalletti sicuramente non lo è stato, non l'ha saputo guidare in questo percorso umano". Per il bene della Roma, la società e il tecnico "confezioneranno" lo sketch della DeLorean e del disco di Mia Martini in omaggio alla signora, ma il futuro della coppia (Tot&Spa) era giunto ormai al capolinea, senza ritorno. Ciao core.

Amore e altri Tituli

In realtà Spalletti sentimentale lo è veramente. "Roma non mi è indifferente, come Totti. Nella mia parte di amore da distribuire, per lui c'è un bel pezzo" ha ammesso nell'ultima conferenza stampa, la più breve da quando è all'Inter (ma soltanto perché partiva il treno per la capitale...). Anche alla presentazione, a Riscone di Brunico, ha messo l'amore al centro di tutto, la fede che lega i tifosi ai colori nerazzurri e che deve essere ricambiata sputando sangue ("sportivo") sul campo. Ma sin dall'inizio ha fatto intendere che non vorrà incarnare il Mourinho di turno, malgrado la citazione: "La vostra luce (rivolto alla tifoseria ndr) la dovete puntare verso i giocatori, per cui non provo invidia. Zero, come titoli zeru...".

 

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"Io non sono così"

La citazione mourinhana era d'obbligo, perché un capitolo del monologo sulla "Prostituzione intelectuale" (dalla "parabola" di JM del 3 marzo 2009) era stato dedicato proprio a lui, erano trascorsi soltanto un paio di giorni dal rocambolesco pareggio per 3-3 in casa dei giallorossi. "A me non piace la prostituzione intellectuale. Negli ultimi due giorni non si è parlato della Roma che ha grandissimi giocatori, ma che finirà la stagione con zero tituli...". E ancora: "Io parlo con la stampa perché sono obbligato. Spalletti parla prima della partita, parla durante l’intervallo e parla nel post: è un campione di 'primetime', è amico di tutti. Io non sono così...".

Top Player

Che a Spalletti piaccia dilungarsi nelle sue disquisizioni tattiche, e non solo, non è un mistero, e anche all'Inter le sue conferenze stampa stanno già diventando proverbiali. Alla vigilia del debutto con la Fiorentina l'educatissimo mister ha parlato per più di un'ora; al termine del match, vinto 3-0, aveva ancora voglia di spiegare alle giornaliste giapponesi non solo la performance di Nagatomo, ma - su precisa richiesta delle nipponiche - anche la "prestazione" di Ansaldi e Dalbert, che erano in panchina... Sempre condite da battute di spirito, segno della sintonia con il nuovo ambiente che, a partire dai tifosi, l'ha accolto come il vero "top player" da affiancare a Icardi a Perisic, osannato come loro al richiamo dello speaker nella lettura delle formazioni. Non ci era più abituato. Stasera avrà l'occasione per ringraziare di persona chi l'ha spinto a Milano: "Se Totti continua a giocare, l'anno prossimo sarò ancora l'allenatore della Roma. Se smette, non sarò io l'allenatore della Roma...". Ipse dixit. A chi tocca nun se 'ngrugna.

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