Dopo la 3^ giornata si torna a giocare in Europa dopo le non brillantissime prestazioni della Nazionale. Ad Allegri e Sarri la responsabilità di mostrare la qualità delle loro squadre in Champions. L'Inter di Spalletti ha cambiato volto: solida e compatta. Inzaghi è nel "superclub" delle grandi di A
Il calcio mette l’abito buono ed espone i progetti e i sogni italiani in Europa: la ricreazione è finita e pure la tattica fantasia, si torna al rigore e all’applicazione. Alla vigilia dell’esordio nelle eurocoppe, ecco la lezione che arriva dal campionato finalmente partito dopo la doppia anteprima agostana; quelle tre squadre a punteggio pieno non sono lì per caso, rappresentano l’affermazione perentoria del primato costruito e rifinito in sala prove. Juventus, Napoli e Inter stanno realizzando modelli tecnici consolidati: il fenomeno Dybala, il cannoniere Icardi, il genietto Insigne sono atleti straordinari che interpretano ciò che per loro era stato studiato e poi sperimentato in campo.
Meriti e complimenti sono da spartire con allenatori che dedicano un’attività totalizzante: Allegri, Sarri, Spalletti applicano la stessa dedizione riconosciuta a Sacchi, tanto per citare il Grande Innovatore. Di innovazione c’è un bisogno indispensabile, soprattutto quando si valicano i confini nazionali, come accadrà questa settimana in Champions e in Europa League. La prima esperienza internazionale non è andata benissimo, con l’Italia tornata piena di dubbi sulla prossima partecipazione ai mondiali del 2018.
In serie A rivedere Immobile segnare per la Lazio tre gol al Milan ripropone i soliti interrogativi già sollevati: che cosa accade in maglia azzurra ai protagonisti del nostro torneo nazionale? Il dibattito non si chiuderà presto, ci toccherà giungere fino al probabile spareggio di ammissione. Nell’attesa, quale artefice del miracolo Immobile, verrà celebrato Simone Inzaghi, altro allenatore della penultima generazione: ha vinto la sfida con Montella, ha ridimensionato l’Armata Milan ed è stato ufficialmente ripescato insieme a Mihailovic (e al Torino) nel superclub delle grandi squadre. Una lista aperta che aspetta Sampdoria e Roma e, soprattutto, farà di tutto per evitare che le gerarchie vengano compromesse da delusioni europee. Non potremmo sopportarlo. Che la festa cominci. A guardare resteranno solo l’Inter e Spalletti: non pensiate che sia una dettaglio trascurabile.