Milan, Fassone: "L’Inter? Un po' naif, come una bella donna disorganizzata"

Serie A
Marco Fassone, ad del Milan (Getty)

L’ad rossonero ha parlato del presente ma anche del passato: "I nerazzurri ora stanno andando bene perché hanno un uomo forte come Spalletti. La Juve è la società più strutturata, senza De Laurentiis non sarei qui. Champions? Non andare in Champions non sarebbe un dramma"

A cinque giorni dal confronto diretto sul campo, a Milano si respira già aria di derby. Non solo nei ritiri delle due squadre - con Milan e Inter che stanno ritrovando i nazionali e preparando l'importante gara di domenica sera a San Siro - ma anche per quello che riguarda i dirigenti dei due club. In particolare Marco Fassone - attuale amministratore delegato rossonero ed ex dirigente anche dell'Inter - ha rilasciato un'intervista al Guerin Sportivo parlando del suo attuale impiego per il Milan ma concentrandosi anche sulla prossima avversaria in campionato, quell’Inter in cui ha lavorato dal 2012 al 2015. Queste le sue parole: “L’Inter… è l’Inter, una società che ha sempre avuto bisogno di un uomo forte in panchina - ha dichiarato - da Mancini a Mourinho. Ha un’anima naif, come una bella donna un po’ disorganizzata, come l’ha definita Moratti. Ora ha trovato un uomo forte come Spalletti e sta andando bene".

Inter, ma anche Juventus e Napoli

Non solo Inter, però, in precedenza Fassone aveva ricoperto ruoli dirigenziali anche nella Juventus e nel Napoli. Così l’ad rossonero oggi ricorda quei periodi: "La Juve è la società più strutturata e la più aziendale. Ci sono arrivato dall’industria alimentare e soprattutto per questo non è stato traumatico entrarci. Dopo avermi dato la gestione del marketing, il club bianconero mi ha affidato la responsabilità dei ricavi e poi del progetto della costruzione del nuovo stadio, un qualcosa che non era mai fatto da nessuno. De Laurentiis invece è stato il primo ad accordarmi la direzione generale di una società e quella è stata una parentesi formativa molto importante per me che non avevo mai avuto compiti nella parte sportiva. Senza il coraggio che ha avuto lui, adesso non sarei qui e senza dubbio le due stagioni al Napoli sono state fondamentali per arricchire il mio background. Il Napoli è un club padronale perché ha un proprietario che decide e determina, ma è stato abile a calarsi nella realtà e a dotarsi di una struttura molto snella ed efficiente".

Oggi il Milan

Il presente però è il Milan: "La mia vita professionale è stata una somma di esperienze piuttosto variegate e probabilmente tutto questo è stato fondamentale per il mio arrivo al Milan. I nuovi proprietari cinesi volevano un italiano che avesse un’esperienza trasversale ed eccomi qua. Nelle altre società avevo sempre una 'rete di protezione' perché, bene o male, c’erano altre persone che avevano l’ultima parola in un processo decisionale al quale partecipavo, ma che non determinavo fino in fondo. Qui al Milan invece la proprietà demanda tutto al management e quindi il compito di decidere spetta a me. Sono di fronte a una specie di 'O vinco o perdo' che però è stimolante. Sono convinto che faremo bene anche perché ho una squadra di collaboratori - oltre a Mirabelli ne fanno parte il team manager Romeo (anche lui ex interista), l’avvocato Francesca Muttini, da anni legale di fiducia di Fassone, il Coo Sorbone ex Juventus, il Coo Giorgetti, la Cfa Valentina Montanari e il direttore della comunicazione Guadagnini - di comprovata esperienza e bravura".

Obiettivi futuri

"Non andare in Champions non sarebbe un dramma perché alla UEFA ho presentato anche nei piani che non prevedono la qualificazione alla Champions, ma avere 40 milioni di euro di fatturato in più sarebbe certamente positivo e ci consentirebbe di non dover pensare alla cessione di un giocatore. In campionato Juventus e Napoli sono più forti delle altre e la nostra corsa per entrare nelle prime quattro la dobbiamo fare su Roma, Inter e Lazio. Quando si inizia un nuovo progetto sono consapevole che ci vuole tempo e non si vince al primo anno, ma cercheremo di dar fastidio a tanti. Vogliamo che i nostri giocatori mettano in campo tutte le energie e il sudore possibili, che diano insomma sempre il massimo per rispettare i tifosi e la storia di questo grande club. Il prossimo anno, poi, inseriremo altri 2-3 elementi nei ruoli che l’allenatore e Mirabelli riterranno più opportuni".