Prima contro seconda, come 28 anni fa esatti: anche allora si giocava la nona giornata e i nerazzurri, vincendo al San Paolo, avevano la possibilità di passare al comando. Erano i tempi di Maradona e Matthaus, Careca e Berti...
Certi ricorsi del calcio mettono i brividi per la puntualità con cui si ripresentano. Napoli-Inter, da prima contro seconda: erano 28 anni esatti che non si verificava questa situazione. Era il 22 ottobre 1989 (stavolta “anticipano” al sabato e sarà il 21), nona giornata di campionato oggi come allora. E anche all’epoca, all’ottava giornata, il Napoli aveva incontrato la Roma (pareggiando 1-1, però). La classifica recitava Napoli 13, Inter 12: esattamente come adesso, con la vittoria che valeva 2 punti, un successo avrebbe permesso ai nerazzurri di sorpassare il Napoli in vetta.
Al San Paolo finì con un secco 2-0: Careca e Maradona, uomini simbolo di quella squadra, firmarono l’allungo in classifica. Chiamatela mini-fuga, se volete: di fatto, quel Napoli non lo riprese nessuno (con Juve, Inter e Samp che si alternavano alle sue spalle nel ruolo di antagonista principale) fino a febbraio, quando sbucò il Milan, che vincendo lo scontro diretto della 24.a giornata raggiunse Maradona e compagni in testa alla classifica.
Due giornate dopo, a San Siro, c’è Inter-Napoli e la “vendetta” dei nerazzurri (3-1) si rivela un regalo per i cugini, che allungano a +2 sul Napoli. Servirà il suicidio rossonero a Verona, alla penultima giornata, per assistere al controsorpasso che regalerà agli azzurri il loro secondo scudetto. L’Inter? Chiuderà terza, a -7. A inizio campionato Spalletti avrebbe firmato senza esitazione, per un ricorso del genere: ma adesso che pare potersela giocare?
Esistono poi altri due casi in cui Napoli e Inter sono arrivate allo scontro diretto da prime della classe, ma in ordine inverso. Un salto nel tempo fino alla stagione 1988/89: alla tredicesima giornata i nerazzurri guidano la classifica con tre punti di vantaggio sul Napoli e sono ospiti al San Paolo. La squadra di Trapattoni ne esce con uno 0-0 in tasca che mantiene invariato il distacco. Al ritorno il vantaggio sul Napoli, secondo, è addirittura di 7 punti, tanto che il 28 maggio 1989, a 4 giornate dalla fine, l’Inter ha la possibilità di cucirsi sulla maglia lo scudetto (quello dei record) davanti al pubblico di San Siro, “semplicemente” vincendo lo scontro diretto. I nerazzurri vanno sotto (segna Careca), poi rimontano con un tiro di Berti deviato da Fusi e la punizione di Matthaus ripetuta due volte.
Sono gli anni del libero staccato dietro alla difesa, di Bergomi e Ferrara con il 2 sulla schiena, dei “9” sudamericani (Ramon Diaz contro Careca), dei grandi duelli tra due “10” come Maradona e Matthaus, in Serie A così come con le rispettive nazionali. Ognuno 10 a modo suo, ma entrambi trascinatori, mossi da una feroce determinazione e adorati dal proprio pubblico.
Più fresco il ricordo dell’ultimo Napoli-Inter con un vago profumo di scudetto. Il 29 novembre 2015 i nerazzurri di Mancini arrivano allo scontro diretto del San Paolo guidando la classifica con due punti di vantaggio sul Napoli. Con un doppio Higuain, gli uomini di Sarri vincono 2-1 e passano al comando. Lo scudetto? Non gode nessuno dei due litiganti, perché poco dopo si risveglia la Juventus. Forse la stessa paura che accompagnerà questo Napoli-Inter. L'obiettivo è vincere senza fare troppo rumore.