Squalifica Bonucci, una sentenza che non convince

Serie A

Lorenzo Fontani

La gomitata rifilata a Rosi del Genoa è stata punita con due turni di squalifica. L'episodio è stato fatto rientrare nella fattispecie della "condotta gravemente antisportiva", che però si configura per situazioni di comportamento estremamente sleale, come la simulazione o il gol segnato di mano non visti dall'arbitro

MILAN, 2 GIORNATE DI SQUALIFICA PER BONUCCI. SALTERÀ LA JUVENTUS

A Bonucci è andata bene. Non lo diciamo noi, ma il Giudice stesso. Nelle motivazioni della squalifica di due giornate per il capitano del Milan infatti il Dott. Gerardo Mastrandrea scrive: "per avere, al 24° del primo tempo, durante un'azione, con il pallone non a distanza di giuoco, colpito con una gomitata al volto un calciatore della squadra avversaria, procurandogli danni fisici". Una descrizione che riprende ovviamente quella contenuta nel referto dell'arbitro Giacomelli, che però sembra più in linea con i connotati della condotta violenta, definita dal regolamento come  "vigoria sproporzionata o brutalità contro un avversario in mancanza di contesa per il pallone" e che prevede un minimo di tre giornate di squalifica salvo attenuanti.

E proprio qui sta il punto. Quando il Giudice specifica "durante un'azione" sta quasi scrivendo in anticipo quello che sarebbe stato il ricorso del Milan in caso di squalifica per tre giornate. I legali rossoneri e il calciatore stesso infatti avrebbero insistito sulla mancanza di premeditazione e volontarietà lesiva del gesto, e sul fatto che Bonucci stava impostando un contrasto con Rosi per raggiungere il pallone che stava per spiovere in area. Non senza precedenti a sostegno, ci sarebbero state buone possibilità di successo attraverso l'applicazione appunto di una attenuante.

Sempre a due giornate si sarebbe arrivati dunque, ma così facendo il Giudice ha disinnescato la possibile correzione della sua sentenza da parte della Corte Federale d'Appello. Solo, per entrare nei tecnicismi della sentenza, non ha esplicitato le attenuanti, ma ha "vestito" l'episodio con la fattispecie della "condotta gravemente antisportiva": una scorrettezza che, guarda caso, prevede il minimo di due giornate di squalifica. Ma che si configura per situazioni di comportamento estremamente sleale, come la simulazione o il gol segnato di mano non visti dall'arbitro.

Una sentenza insomma che in punta di diritto non convince affatto, ma che alla fine non scontenta nessuno.