Torino, Mihajlovic: "Belotti da giovedì torna in gruppo, domani occhio ai figli d'arte"

Serie A

L'allenatore dei granata ha presentato la sfida con la Fiorentina in conferenza stampa: "E' un campo difficile, ma se giochiamo come contro la Roma possiamo avere più occasioni. Felice della vicinanza di Cairo"

Sinisa Mihajlovic ha incontrato oggi i media presso la sala conferenze dello stadio Olimpico Grande Torino per presentare la sfida di domani in casa della Fiorentina: “E' un periodo in cui non ci gira bene, per i risultati, gli infortuni e la sfortuna. Neanche un mese fa abbiamo affrontato la Juve da imbattuti: il gruppo è sempre quello, con un paio di buoni risultati possiamo tornare dove vogliamo. Non faccio drammi, anche perché abbiamo ampi margini di crescita, legati al miglioramento di alcuni giocatori che stanno giocando ed al recupero di quelli che sono infortunati”. L’allenatore ha proseguito analizzando la gara di domani: “Firenze è un campo difficile, perché affrontiamo una buona squadra, con alcuni figli d'arte molto pericolosi. Andiamo là con tanta voglia di riscattarci e convinti dei nostri mezzi. Siamo certi che usciremo da questa situazione. Sono dispiaciuto per i risultati, non arrabbiato. Qualcuno non mi riconosce più? Io sono sempre lo stesso, critico la squadra quando serve, senza fare inutili sceneggiate. Il gruppo si è sempre allenato bene e scende in campo con la massima serietà. Amo giudicare le partite tramite le prestazioni: nelle ultime due partite abbiamo subito quattro tiri in porta e tre gol, senza soffrire più di tanto il gioco avversario. Con il Crotone meritavamo di vincere, con la Roma di pareggiare: non è una scusa, ma un'analisi obiettiva. Certo, se si analizzano i risultati si fanno altri ragionamenti, ma questo non è più calcio, bensì un circo. Della scorsa domenica, resta la buona prestazione, mista al rammarico per il risultato finale, a tratti bugiardo. Prendiamo gli aspetti positivi e ripartiamo da qui. Contro la Roma abbiamo giocato una partita simile a quella dello scorso anno, concedendo però di meno agli avversari e costruendo importanti ripartenze, talvolta vanificati dalle posizioni di fuorigioco di Sadiq. Lì avremmo potuto fare male alla Roma, ma ci sta, perché il ragazzo deve crescere e perché deve ritrovarsi al meglio dopo una lunga assenza dal campo. La Fiorentina ha più o meno i nostri obiettivi, quindi sarà una bella partita. Più complesso giocare contro Simeone o Babacar? Non cambia molto, perché sono diversi fisicamente ma con caratteristiche simili a livello di giocate. Dobbiamo ripetere il tipo di partita giocato domenica, vista e considerata anche la forza dell'avversario, perché con la Fiorentina verosimilmente avremo qualche occasione in più”.

Belotti da giovedì in gruppo

L’argomento più caldo è il recupero di Andrea Belotti, che prosegue spedito. Ma non bisogna commettere l’errore di forzare la mano: “Se tutto va bene, dovrebbe andare in panchina con il Cagliari. Detto questo, dovrò parlare con il ragazzo: giovedì rientrerà con il gruppo, ma molto dipenderà dalle sue sensazioni. Non vede l'ora di tornare con noi ma è chiaro che non vogliamo rischiare troppo. Obi dovrebbe tornare dopo la sosta, Ansaldi forse già con l'Inter. L'assenza di cinque-sei giocatori ci impedisce di provare molto, non solo a livello di modulo ma anche di atteggiamento. Di certo, giocherà Barreca al posto di Molinaro, mentre per il resto del gruppo la situazione è la stessa di domenica. Acquah è rientrato, ma sicuramente non partirà dal primo minuto. Solo con il rientro di tutti gli infortunati si potranno fare anche valutazioni di modulo”. Quindi, Mihajlovic ha affrontato questioni tattiche: “Ljajic sulla mediana? Era una mia ipotesi, realizzabile però solo in partite in cui siamo noi ad avere il pallone del gioco. Le valutazioni da fare sono molte. Io non sono un allenatore fissato con uno schieramento tattico preciso, ma amo sottolineare questo: siamo l'unica squadra in Italia con quattro attaccanti, testimonianza di grande coraggio e voglia di fare. Passare al 4-3-3 significherebbe perdere molto in termini offensivi, con l'uscita dal campo di un attaccante e con l'ingresso di un centrocampista. Ad oggi, senza mezzeali che possono inserirsi in fase offensiva diventa impossibile poter fare variazioni”. Infine, un messaggio a Cairo. “La vicinanza di Cairo fa piacere. Quando le cose non girano al meglio, sicuramente il primo che soffre è il Presidente. Noi dobbiamo ripagare la sua fiducia ed il suo equilibrio migliorando sul campo. La sua comprensione ci fa bene e ci aiuta a credere in noi stessi” ha concluso l’allenatore.