I granata vincono in rimonta con una bella prova di carattere. Sotto dopo il gol di Barella, la squadra di Mihajlovic ribalta il risultato con Iago Falque e Obi, appena entrato. Si rivede Belotti, volenteroso al centro dell'attacco nel "nuovo" 4-3-3 di Sinisa
TORINO-CAGLIARI 2-1
30' Barella (C), 40' Iago Falque (T), 66' Obi (T)
Il tabellino:
Torino (4-3-3): Sirigu; De Silvestri, N’Koulou, Moretti, Ansaldi; Acquah (56' Obi), Valdifiori, Baselli; Iago Falque (87' Berenguer), Belotti, Ljajic.
Cagliari (3-5-2): Rafael; Romagna (87' Giannetti), Andreolli, Capuano; Faragò, Cigarini, Barella (70' Sau), Padoin (77' Miangue), Joao Pedro; Farias, Pavoletti.
Il Toro rialza la testa, Mihajlovic salva la panchina. Ai granata occorre una vittoria in rimonta per farlo, dopo essere andati sotto contro il Cagliari e aver ribaltato il vantaggio di Barella, prima con Iago Falque e poi con Obi, entrato in campo da poco. Una rimonta che è una bella dimostrazione di carattere, proprio quello che chiedevano tutti nell’ambiente granata: dirigenza, tifosi, allenatore stesso. Al Cagliari, dopo aver rischiato di essere la prima squadra a non fare bottino pieno contro il Benevento, stavolta non basta l’assalto finale: il Toro regge fino alla fine e l'immagine conclusiva della serata è quella dei giocatori stretti tutti in un abbraccio attorno al loro allenatore. Segno di quanto la partita fosse sentita da tutto l'ambiente, desideroso di "salvare" Sinisa.
La sveglia del Toro
Mihajlovic nel prepartita l’aveva detto senza giri di parole, chiedendo una prova da “indiavolati” che scuotesse il Torino, la sua classifica (immobile da 2 giornate, solo 2 punti nelle ultime 5) e, perché no, gli salvasse la panchina, e per farlo ritorna al passato, riproponendo un 4-3-3 in cui al centro dell’attacco si rivede il “Gallo” Belotti, nuovamente in campo 28 giorni dopo l’infortunio al ginocchio. E a conferma del fatto che nelle ultime giornate il Toro si sia addormentato, c’è lo striscione con cui i tifosi granata accolgono la squadra, con un grosso “Sveglia!!!” al centro di un settore della Curva lasciato vuoto. Lopez, reduce dalla beffa rischiata contro il Benevento, trasformata da Pavoletti in una vittoria all’ultimo secondo, riparte dal 3-4-1-2, con Joao Pedro dietro a Pavoletti-Farias e la volontà di dare continuità al risultato strappato con i denti nel turno infrasettimanale, dopo 5 sconfitte di fila.
Botta e risposta
Dopo una prima fase priva di qualsiasi emozione, il Toro inizia ad alzare il baricentro provando a testare la tenuta difensiva del Cagliari. Una conclusione dalla distanza di Belotti, senza troppe pretese, una punizione di Ljajic calciata forte ma a lato, di nuovo un volenteroso Belotti in rovesciata: impatto con la palla non pulitissimo e conclusione alta. Tutti segnali, certo, ma al primo vero affondo, in contropiede, il Cagliari colpisce. Barella scarica un diagonale dalla destra con cui finalizza una bella ripartenza e alla mezz’ora la panchina di Mihajlovic si fa bollente. A raffreddarla ci pensa 10’ più tardi Iago Falque, bravo a chiudere sul secondo palo la manovra orchestrata sul versante sinistro con assistenza finale di Ansaldi. Corsa verso Sinisa, abbracci al mister in panchina e all’intervallo è 1-1.
Orrori da Halloween
La notte di Halloween si avvicina e lo testimonia la piccola galleria degli orrori che ci viene proposta a inizio ripresa: prima Andreolli ci rimette un pezzo di dente in uno scontro, ma stoicamente continua a giocare, poi tocca a Baselli crollare al tappeto, steso da un rinvio con i piedi, bello teso e “ad altezza uomo”, con cui Sirigu vuole lanciare il contropiede, ma che ha come unico risultato quello di stordire il compagno che si trovava sulla traiettoria, due metri più avanti. Chiusa la parentesi horror, si torna ad annotare occasioni: la più limpida quella sul destro di Ljajic (al 54’), che chiude con un destro troppo largo una ripartenza di Iago Falque; per il Cagliari risponde Pavoletti, di testa, ma senza la precisione con cui aveva salvato la squadra al 95° contro il Benevento, solo pochi giorni fa.
La ribalta Obi
I granata hanno comunque aumentato i giri, ed è chiaro nei 10’ che seguono l’ingresso di Obi (al posto di Acquah). Belotti si mangia un gol, imbeccato di testa sul secondo palo da una bella palla di Ansaldi, di quelli che eravamo abituati a vedergli segnare: l’elevazione c’è, palla schiacciata ma sull’esterno della rete. Poco dopo sempre il Gallo fallisce un aggancio che lo avrebbe messo davanti alla porta, ed è costretto ad allargarsi, poi Obi prende un palo con una carambola; il gol è nell’aria e lo confeziona ancora una volta Iago Falque, infilandosi in area dalla sinistra e pizzicando la parte bassa della traversa con la sua palla messa in mezzo e deviata da Rafael. Sul rimbalzo si avventa di testa Obi, e la partita è ribaltata.
Finale da Toro
Il Torino avrebbe sul piede di Baselli il colpo del ko, ma i postumi del suo ko, quello subìto a inizio ripresa, si fanno evidentemente sentire quando non inquadra la porta con un facile destro al volo da posizione ravvicinata su gentile “omaggio” di Andreolli (l’altro rimasto “offeso” dopo l’intervallo), che voleva liberare l’area piccola di testa e che invece lo serve come meglio non si poteva.
L'assalto finale del Cagliari, alla ricerca disperata del pari e con Rafael che si spinge in attacco, non porta ad alcun risultato, se non a un errore arbitrale di Calvarese che ci priva della gioia di goderci una cavalcata in campo aperto di Ljajic, lanciato da solo verso la porta avversaria vuota e fermato per un fallo subìto dal suo compagno Ansaldi. Applicando il vantaggio, avremmo visto cosa può fare un Toro quando riprende a correre senza ostacoli.