Juventus-Roma, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Fabio Barcellona

La sfida di stasera è anche tra due modi di intendere il calcio quasi opposti, fra l'identità definita della Roma di Di Francesco e la flessibilità totale della Juventus di Allegri

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Dopo quelli con Napoli e Inter, arriva per la Juventus, contro la Roma, il terzo big match in 4 partite. Reduci dalla sconfitta contro la Sampdoria, la striscia di scontri diretti ha compattato i bianconeri, che dopo le 3 reti prese dai blucerchiati, hanno blindato la difesa e non subiscono gol da quattro partite di campionato e da 7 match ufficiali. Il momento della Roma non è altrettanto entusiasmante. La squadra di Di Francesco è reduce da 2 pareggi nelle ultime 2 trasferte di campionato, contro Genoa e Chievo e, nell’ultimo impegno casalingo, ha avuto la meglio sul Cagliari solamente al 94° minuto. I giallorossi sono poi stati eliminati dagli ottavi di Coppa Italia dalla sconfitta interna per 2-1 contro il Torino, abbandonando presto una delle tre competizioni stagionali.

Le mutazioni di Allegri

Se il 4-3-3 della Roma è una certezza, il modulo di gioco non è un dogma per Massimiliano Allegri, specie nelle fasi iniziali di una stagione. Il tecnico della Juventus ha cominciato l’anno con il 4-2-3-1, con sporadiche incursioni verso il 4-3-3. Nelle due partite successive alla sconfitta contro la Sampdoria, contro il Barcellona e il Crotone, Allegri ha utilizzato un sistema fluido: dal 4-4-2 in fase difensiva è passato in un 3-4-2-1 offensivo che garantiva una rete di protezione centrale in fase di transizione difensiva in caso di perdita del possesso.

Sembrava l’inizio di una nuova strada tattica per i bianconeri, ma la partita di Napoli ha rimescolato di nuovo le carte. La Juventus ha adattato il modulo e la strategia di gioco alle caratteristiche della squadra di Sarri, schierandosi con un 4-4-2 stretto, corto e basso. L’idea era di negare il centro e la profondità alle trame palleggiate del Napoli, costringendolo a giocare per vie esterne, fuori dai flussi di gioco preferiti.

Il 4-4-2  stretto della Juve a Napoli.

Il successo al San Paolo non ha convinto però Allegri a riconfermare il modulo di gioco nella successiva sfida con l’Inter. Ancora una volta la Juventus ha cucito il proprio abito tattico su quello dell’avversario, schierandosi con un 4-3-3 che in mezzo al campo ha controllato bene i due interni e il trequartista nerazzurri e, sull’esterno, ha garantito una copertura con almeno 3 uomini contro le pericolose catene di fascia della squadra di Spalletti. Il 4-3-3 è stato poi riproposto contro il Bologna, e, nonostante il turnover, in Coppa Italia contro il Genoa.

Il pressing della Roma

La Roma è invece una squadra dall’identità molto definita e caratterizzata da pressing e linea difensiva alta in fase di non possesso e un grosso utilizzo delle combinazioni delle catene laterali del 4-3-3 in fase offensiva. Il pressing è anche una delle migliori armi offensive dei giallorossi che possono tramutare la loro efficacia nel recuperare palloni togliendo tempi e spazi agli avversari in attacchi rapidi alla porta avversaria. Maggiori difficoltà presenta invece l’attacco posizionale che sconta un'eccessiva rigidità.

La pericolosità offensiva del pressing della Roma: Nainggolan ruba palla a Badelj e la veloce transizione offensiva porta al gol di Gerson.

Buona parte del destino della partita di stasera sarà definito dallo scontro tra il pressing della Roma e la capacità della Juventus di superarlo e consolidare la manovra offensiva con il palleggio. Le maggiori difficoltà strutturali del 4-3-3 di Di Francesco risiedono nella capacità di portare pressione sul mediano avversario, che richiede un’uscita asimmetrica che può aprire spazi alle spalle delle mezzali. L’unica volta in cui Di Francesco ha rinunciato al suo modulo di gioco è stato contro il 4-3-3 del Napoli, quando Nainggolan è stato spostato in posizione di vertice avanzato del triangolo di centrocampo rovesciato, con il compito di controllare il mediano Jorginho.

Allegri potrebbe allora giocare con un centrocampo a 3, piazzando Pjanic davanti la difesa e lasciando così a Di Francesco l’onere di trovare la soluzione migliore per portare il pressing sul mediano bianconero, senza creare troppi squilibri alle spalle.

Oltre che con soluzione strutturali, la Juve è comunque in grado di spezzare il pressing degli avversari con le qualità palla al piede di alcuni suoi giocatori. Contro il Napoli Douglas Costa parte dalla sua area e propizia il gol vittoria di Higuain.

I problemi in attacco di Di Francesco

Se la fase difensiva della Roma funziona bene, potendosi ribaltare bene anche in quella offensiva, maggiori difficoltà presenta invece l’attacco posizionale. Attaccare contro una difesa che occupa bene tutti gli spazi non è semplice per nessuno, ma non lo è in particolare per la squadra di Di Francesco, che non ha ancora sviluppato delle convincenti alternative al piano gara offensivo codificato in allenamento. Rispetto all’inizio della stagione, le soluzioni offensive della Roma sono sempre più fluide e convincenti, ma, le ultime partite hanno che non sono ancora sufficienti a garantirsi il successo contro squadre particolarmente attente al controllo degli spazi.

La Juventus, che per la filosofia del proprio allenatore prepara spesso questo tipo di partite con una grande attenzione ai pregi e difetti degli avversari, non avrebbe nessun problema a giocare una partita di particolare cura nel controllo degli spazi in fase difensiva, provando a far giocare i giallorossi in un contesto tattico sgradito. Di certo la Roma, quando chiamata a gestire il possesso del pallone dovrà essere brava a farlo circolare il più velocemente possibile perché, se l’imprevedibilità e le soluzioni individuali non sono le migliori doti del suo attacco, l’efficacia delle trame di gioco note deve per forza essere ricercata tramite l’intensità di gioco. I giallorossi però dovranno comunque rimanere equilibrati: dovranno stare attenti a non allungarsi e a perdere quella compattezza che è anche il loro principale punto di forza.

Quali scelte di formazione?

Per Di Francesco l’unico dubbio di formazione può essere costituito dall’esterno destro offensivo. Nell’ultima partita di campionato il ruolo è stato occupato da Patrik Schick, spostato poi in posizione di centravanti nella partita di Coppa Italia contro il Torino. L’impiego del giovane calciatore ceco appare però improbabile: nelle due partite Schick ha mostrato di non essere ancora pienamente in forma e, soprattutto, non ancora a suo agio nel ruolo di esterno destro. Lo stesso Di Francesco in conferenza stampa ha lasciato intendere che il ceco non sarà titolare e che la sua strategia di gioco non sarà influenzata da quella degli avversari.

Allegri dovrà fare i conti anche con diversi giocatori indisponibili. Assente De Sciglio, sembra però possibile il recupero di Mario Mandzukic. Il croato è stato determinante nel rendere flessibile lo schieramento posizionale della Juventus nel 4-3-3 delle ultime partite di campionato. In fase di possesso palla consolidato, il numero 17 bianconero si è stretto al fianco di Higuain, consentendo al terzino sinistro di alzare la propria posizione. Con De Sciglio sul lato opposto che è rimasto più basso accanto ai centrali, la Juventus ha finito spesso per disporsi in fase d’attacco con una sorta di 3-5-2 che garantiva superiorità numerica dietro (sia per la costruzione che per la difesa delle transizioni) e consentiva a Mandzukic di entrare dentro l’area per sfruttare la sua fisicità.

In conferenza stampa Massimiliano Allegri non ha chiarito i dubbi circa l’impiego di un centrocampo con due interni o con un mediano e due mezzali. Se contro il 4-3-3 del Napoli era fondamentale per la Juventus proteggere il centro, contro le catene laterali della Roma potrebbe essere importante garantire un’adeguata copertura delle fasce. Ecco perché uno schieramento con 3 centrocampisti, con le mezzali pronte a lavorare in supporto degli esterni, potrebbe essere la scelta di Allegri, che coinciderebbe con l’esigenza di isolare Pjanic davanti alla difesa per mettere in difficoltà il pressing della Roma.

La Roma schiera la sua catena laterale. Con Perotti nel mezzo spazio, la mezzala Nainggolan occupa l’ampiezza. La Juve dovrà preoccuparsi di difendere tutta la larghezza del campo.

Il tecnico bianconero ha esplicitamente ammesso che dalla scelta del terzino destro dipenderanno gran parte delle scelte di formazione. I candidati sono Lichtsteiner e Barzagli. Con la scelta dello svizzero, potrebbe trovare spazio sulla fascia destra Douglas Costa, con Mandzukic sul lato opposto e la Juve schierata con il 4-3-3. Se dovesse giocare Barzagli sarebbe invece più probabile vedere in campo Juan Cuadrado, che col suo dinamismo sarebbe in grado di coprire la porzione di campo non occupata da Barzagli, più bloccato di Lichtsteiner. In questo caso la Juventus disegnerebbe in campo un modulo fluido tra il 4-3-3 e il 3-5-2, in funzione della posizione di Barzagli, con Mandzukic pronto ad affiancare Higuain nel cuore della difesa giallorossa. In entrambi i casi l’escluso sarebbe ancora una volta, in maniera abbastanza clamorosa, Paulo Dybala e per attaccare lo spazio ai fianchi di De Rossi, notoriamente uno dei punti deboli della Roma, sarebbe fondamentale il contributo delle mezzali.

Quella contro la Juve è una sorta di esame di maturità per la Roma, uscita sconfitta dagli scontri contro Napoli e Inter. Una sconfitta in trasferta contro la Juve non sarebbe certo una bocciatura per il giallorossi, ma non fugherebbe tutti i dubbi che ancora sussistono sulla assoluta competitività per la lotta scudetto della squadra di Di Francesco. Per la Juventus, sempre vittoriosa in casa allo Juventus Stadium contro la Roma, c’è l’occasione per mettere distanza tra sé e una avversaria per il titolo, ma anche il rischio che una battuta d’arresto casalinga, dopo il pareggio interno contro l’Inter, possa insinuare qualche crepa nelle certezze dei bianconeri.