I colpi di tacco dei bomber Immobile e Icardi, le botte dalla distanza di Torreira e Fofana, le invenzioni di Mertens e Luis Alberto. Ecco i 10 gol più belli visti finora in campionato: voi per chi votate?
Dopo esserci concentrati sulle migliori giocate, è l'ora di vedere i gol. Tra i più belli realizzati finora in campionato ce n'è per tutti i gusti: colpi di tacco, punizioni, geniali invenzioni e discese inarrestabili. Ne abbiamo selezionati 10: qual è il vostro preferito?
Tutta la tecnica di Luis Alberto
Un saggio di tecnica sopraffina racchiuso in un’azione personale che dura pochi istanti: stop, suola, finta, tiro, c’è tutto. Sul cross di Lukaku rimpallato fuori area, la difesa della Spal si presenta come un muro di uomini che si avvicina minaccioso. Già mentre la palla è ancora in aria, campanile che sta cadendo al limite dell’area, i difensori sono pronti a salire aggressivi: Luis Alberto mantiene la calma e in una frazione di secondo trova la chiave d’accesso. Aggirerà quel muro, facendolo crollare con una finta. Un pezzetto gli cade davanti ai piedi mentre lui, fingendo di voler calciare al volo, fa sua la palla con un controllo delizioso, che è stop e nascondiglio al tempo stesso; altri due vanno giù con una suolata, e a quel punto il più è fatto, perché solo davanti al portiere, ormai indifeso, si tratta solo di piazzarla.
Chiesa, taglio in area che non perdona
L’ingresso in area è rapido e intelligente, a premiare un filtrante che lo voleva esattamente lì, sul centro destra. Sì, ma adesso come si arriva alla porta? Non è distante, ma la posizione decentrata e un paio di avversari sulla traiettoria non rendono semplice il tiro nemmeno a un Chiesa. Pazienza, vuol dire che li salteremo: il primo dribbling è quasi semplice, Helander lo affronta convinto di accompagnarlo sul fondo e basta una sterzatina per evitarlo. Una volta accentratosi, Federico Chiesa potrebbe anche calciare tranquillamente di sinistro, la porta è ormai a due passi, ma per andare sul sicuro decide di eliminare anche l’ultimo ostacolo. De Maio finisce a terra, pensando che sia arrivato il momento di scoccare per Chiesa; lui lo aggira e solo a quel punto calcia in porta. Come? Diciamo che vuole essere certo che nessuno ci possa arrivare.
Il tacco 101 di Icardi
Fermo da due mesi a quota 99 gol in A, Icardi decide di strafare contro la Sampdoria e non si accontenta del 100: arriverà a 103 nel giro di 50 minuti, ma è quello della "carica dei 101" che rischia di diventare storico. Quando si dice "sentire la porta" si intende anche questo, vederla con gli occhi sulla nuca. Ma il vero genio sta nel pensare a qualcosa che gli altri riterrebbero impossibile: ecco perché in quella situazione - Icardi che ha recuperato palla ma dà le spalle alla porta - portiere e difensore si preoccupano soprattutto di un possibile scarico verso un compagno in arrivo. E invece... tacco a fil di palo e tutti a bocca aperta.
Un Mertens maradoniano
Sembra programmato per segnare solo gol belli: il più incredibile di Dries Mertens è quello alla Lazio, per tutta una serie di motivi. Il primo è “averlo anche solo pensato”; il secondo è realizzarlo sul serio, con tutta la tecnica necessaria in casi come questi. Strakosha in uscita bassa lo anticipa e allontana la palla, Mertens non perde tempo, inverte la rotta e se la va a riprendere. A questo punto, il portiere è fuori dai pali e la porta non esattamente semplice da inquadrare. Mertens, però, rende tutto in apparenza così semplice, con un calcio di prima intenzione telecomandato, parabola morbidissima che si spegne sul palo lontano. Maradoniano.
Maledetta "alla Torreira"
Perché solo un uomo in “barriera” (e neppure tanto convinto)?, viene da chiedersi dopo aver visto la punizione di Torreira. Ma perché nessuno, Sorrentino in primis, avrebbe mai pensato a una conclusione in porta, da quella distanza. La posizione è centralissima, ma parliamo di un pallone calciato quasi da 40 metri, con entrambe le squadre che aspettano di contenderselo in area. E invece Torreira illude tutti, andando dritto in porta. Dritto per modo di dire, visto che occorre un calcio con le tre dita per dare alla palla il giro necessario a farla virare e poi abbassare verso l’incrocio dei pali.
El Shaarawy, il piatto volante è servito
Persino a Totti scappa un sorrisino, di quelli che fai commentando “Ma che gol ha fatto?”. Il corner di Pellegrini ha una gittata lunghissima e supera tutti, in area. Sul secondo palo però arriva in corsa El Shaarawy, che trova la coordinazione perfetta e lo rispedisce indietro, direzione incrocio dei pali. A impressionare è la naturalezza con cui fa il tutto, da quando inizia la sua corsa – solo al limite dell’area e lontanissimo dal pensare che quel pallone avrebbe trovato proprio lui – a quando esulta a braccia aperte.
Zapata alla Weah
Una progressione inarrestabile, potenza, velocità e controllo, iniziata al limite della propria area e conclusa col cross/pallonetto che finisce in rete. Impressionanti le falcate con cui Zapata procede, allungandosi la palla ogni volta di diversi metri e andando a riprendersela puntualmente, arrivandoci sempre per primo, nonostante la rincorsa di Fofana che cerca in ogni modo di stargli dietro. Dopo uno scatto del genere, una fuga di 60 metri, l’idea sarebbe quella di cercare Quagliarella con un cross, ma il destino ha voluto regalarci una perla sotto forma di gol.
Il folle tacco di Immobile
Il colpo del campione che viene fuori nel momento del bisogno: Lazio sotto 2-1 a Cagliari, assalto disperato nei minuti di recupero. Ne sono già passati 5 quando Felipe Anderson butta una palla in area che, a vederne la traiettoria, non sembra poter creare grossi pericoli alla difesa rossoblu: tesa, nemmeno diretta nel cuore dell'area, non semplice da addomesticare, senza considerare che dopo esserci riusciti bisognerebbe anche girarsi e inventarsi qualcosa per superare la muraglia di difensori. C'è solo un modo per trasformare quel pallone in oro, e quel modo lo trova Immobile con una giocata in apparenza totalmente irrazionale, ma che, come dicevamo, è la via più semplice per arrivare in porta, e dunque pura razionalità. Un paradosso sotto forma di colpo di tacco che scavalca in pallonetto il portiere. Lecito impazzire, dopo un gol così.
Cornelius gioca a biliardo
Un vichingo come Cornelius lanciato in campo aperto, in contropiede, può far paura fino a un certo punto. Parliamoci chiaro: non è certo una gazzella, i suoi gol sono altri. Sembra rendersene conto persino lui quando, approdato nell'area della Roma, rallenta e poi ferma la sua corsa, ormai chiuso da Fazio che si frappone tra lui e la porta. Rallenta la corsa, non il pensiero: perché con la testa è alla ricerca di una soluzione, fino a che... eccola! sotto forma di spiraglietto, un corridoio tra la gamba del difensore e il palo lontano in cui ci passa giusto giusto un pallone, con quel poco di effetto che basta a evitare anche la mano di Alisson. Un tocco di precisione, delicato, che scaturisce da un omone. Anche i vichinghi possono essere gentili.
Fofana la scaglia fortissimo nel sette
Sotto l'incrocio che più sotto non si può: scaricando una sventola dalla distanza che Consigli vede a malapena. Non è tra i gol più imprendibili che abbiate mai visto? Fofana, inoltre, lo premedita, lo culla fin da quando riceve palla poco dopo la metacampo e inizia ad accentrarsi per avere una visuale della porta migliore. Solo un avversario gli si fa sotto, lungo il suo cammino che taglia il campo in diagonale: lo salta, e allora sì che è giunto il momento di scagliare il destro. Difficile dire se più potente o preciso: semplicemente perfetto.