A San Siro il Milan ospita un Napoli che nelle ultime stagioni non è mai riuscito a battere. L'ultima volta? A guardare la formazione sembra passata una vita. E a quel tempo Sarri faceva i dispetti al Napoli
Quaranta mesi dopo, il Milan prova a ricordarsi come si batte il Napoli. Era il 14 dicembre 2014, a San Siro finiva 2-0 per i rossoneri: l’ultima vittoria del Milan sul Napoli risale ad allora. Da quel giorno abbiamo assistito ad altri 6 confronti, con 5 vittorie degli azzurri e un pari. Ancora più impietoso il conto dei gol in questo periodo: 16 a 5 per il Napoli, cioè una media di 2.7 gol ogni volta che gli azzurri hanno incontrato il Milan. Equilibri totalmente ribaltati, se pensiamo che a San Siro il Milan ha perso 3 delle ultime 4 gare con il Napoli dopo che nelle precedenti 19 era rimasto imbattuto (10 vinte).
Due rivoluzioni diverse
Quante cose sono cambiate, da quell’ultima vittoria rossonera. Basta uno sguardo alle formazioni per accorgersi di come il calcio corra veloce: nel frattempo abbiamo assistito a una rivoluzione cinese e a ben 4 avvicendamenti sulla panchina rossonera, all’addio di Higuain, all’esplosione di Mertens e alla nascita del sarrismo dall’altra parte. Anche questa una rivoluzione, se vogliamo.
In quel Milan, Donnarumma era ancora il promettente portiere della Primavera: a difendere i pali dei rossoneri c’era Diego Lopez, e solo a pronunciarne il nome sembra di parlare di una vita fa (anche perché, nel frattempo, il piccolo Gigio si appresta già a festeggiare le 100 in A). In difesa i francesi Mexes e Rami, poi Bonera e Armero. Centrocampo con Poli, Montolivo, de Jong, davanti Honda, Bonaventura e Menez come falso nueve. Due i superstiti, Montolivo e Bonaventura, un altro in panchina (entrato a partita in corso), quel Cristian Zapata che adesso, complici le assenze di Bonucci e Romagnoli, si ritrova improvvisamente titolare proprio contro il Napoli. Allenatore era Filippo Inzaghi, che schierava il 4-3-3 come usa oggi il suo ex compagno Gattuso, con le due ali “a piedi invertiti” tra cui Bonaventura, che oggi invece dà il meglio di sé da mezzala.
E il Napoli? Il più radicale cambio di ruolo, come detto, è stato quello di Mertens, all’epoca ancora un’ala nel 4-2-3-1 di Benitez. Higuain centravanti, ovviamente; Jorginho (affiancato quel giorno da David Lopez) cuciva gioco, ma certo non rivestendo il ruolo centrale che ha oggi. Rafael era il titolare tra i pali: Reina, dopo un anno a Napoli, stava tentando l’avventura al Bayern Monaco, ma sarebbe tornato presto. Cerniera difensiva Albiol-Koulibaly, e la cosa fa riflettere: se il Milan, la sua, l'ha rivoluzionata totalmente, il Napoli è cresciuto tenendo fissi gli interpreti e lavorando sui meccanismi, i movimenti, l'intesa.
Quel Sarri furioso... contro il Napoli
Quel 14 dicembre 2014 finì 2-0, gol di Menez e Bonaventura, ma lo scudetto sembrava un affare tra Juventus e Roma (35 e 32 punti rispettivamente), con il Napoli quinto a 24 punti e il Milan addirittura settimo a 21.
I rossoneri venivano da una sconfitta firmata da un ex (1-0 contro il Genoa, gol di Antonelli), il Napoli era reduce da un 2-2 contro un Empoli imbottito di futuri acquisti (il contrario degli ex, insomma). La formazione di quell’Empoli iniziava così: Sepe, Mario Rui, Hysaj, Tonelli. E finiva così: allenatore, Maurizio Sarri. Sotto 2-0 dopo i gol di Simone Verdi (sì, proprio quel Simone Verdi) e Daniele Rugani, il Napoli riuscì a trovare il pari nel finale grazie a Duvan Zapata e a De Guzman, che pareggiò 3’ dopo essere entrato in campo al posto di Mertens. Vale la pena approfondire la dinamica: al 73’, infatti, Sarri vorrebbe sostituire l’infortunato Mario Rui, ma l’arbitro Cervellera non dà il permesso di effettuare il cambio e non consente nemmeno al terzino di rientrare in campo. Esattamente in quel momento, sfruttando esattamente quella corsia rimasta scoperta, il Napoli affonda con Maggio, che appoggia al centro per De Guzman, e pareggia. Sarri non ci vede più dalla rabbia e – dopo il danno, la beffa – l’arbitro lo allontana dal campo. Curiosamente, solo poche settimane prima si era fatto rimontare alla stessa maniera dal Milan, da 2-0 a 2-2. L'imbattibilità di Sarri contro i rossoneri ha inizio quel giorno: ora si augura che non finisca presto.