Il portiere granata si è raccontato in un’intervista, dove ha comparato il modo diverso di vivere il calcio in Italia, dopo le esperienze in Francia e Spagna: “Ci sono tante polemiche, si vuole la ricostruzione ma non c’è pazienza”
La rinascita del Torino, quello che avrà ambizioni europee ancora più concrete, passa anche per le mani di Salvatore Sirigu. Uno dei colpi più importanti della gestione di Urbano Cairo, il portiere sente di poter ancora far parte della Nazionale: “Ci spero sempre e non ci rinuncerò mai, penso di esserne all’altezza. Sarei ipocrita a pensare il contrario” ha detto il giocatore, intervistato da La Gazzetta dello Sport. La stagione in corso ha segnato il ritorno in Italia di Sirigu, dopo sei anni trascorsi tra Paris Saint-Germain, Siviglia e Osasuna: “Riambientarsi dopo tutto questo tempo non è stato per niente facile. Ho trovato tante polemiche, bisognerebbe capire che a volte le vittorie nascondono problemi e le sconfitte non sono sempre negative. Si parla tanto di ricostruzione ma nessuno ha questa pazienza, c’è sempre questa ricerca del capro espiatorio”. Il portiere ha approvato il progetto di crescita del Torino, immaginato da Cairo: “Il fatto che non voglia fare un passo più lungo della gamba magari può essere visto male, ma io penso che sia per dare solidità”.
Convivere con la Juventus
La città è divisa, tra il Toro e la Juventus. Eppure Sirigu ha notato la prevalenza granata: “Siamo due squadre molto diverse, da quando sono qui incontro soltanto nostri tifosi, e credo che sia questo il punto: i bianconeri hanno sostenitori in tutta Italia, ma nella città sono quasi tutti tifosi del Torino”.