Inter pazza di Karamoh, il ragazzino dal tacco irridente

Serie A

Vanni Spinella

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Ha fallito due gol, ha preso due legni (uno in pieno, andandoci addosso), è uscito tra gli applausi: la serata del francesino che contro il Cagliari ha conquistato i tifosi nerazzurri con la sua freschezza e alcune giocate di quelle… che non piacciono agli allenatori e nemmeno a Castan

Ci si può far amare da una tifoseria anche sbagliando i gol, in certi casi. È ciò che è successo a Yann Karamoh, il nuovo idolo in casa Inter dopo la vittoria sul Cagliari che lui ha impreziosito con la sua verve, qualche giocata irriverente e un paio di occasioni ghiottissime sciupate. Tutte cose normali, alla sua età, ma che un tempo San Siro non riusciva a perdonare. E invece ieri il ragazzino francese, 20 anni ancora da compiere, è uscito tra gli applausi, accompagnato dalla standing ovation quando Spalletti l’ha sostituito dopo 76’: al suo posto Candreva, quello al quale si rimproverano i tanti gol falliti (ancora a secco in questa stagione) e un’incapacità quasi cronica di uscire dagli schemi con una giocata “folle”. Così, è bastata una notte a Karamoh per effettuare il sorpasso nelle preferenze della maggior parte degli interisti, desiderosi di vedere qualcosa di nuovo, di una ventata di freschezza. Il francesino piace perché salta l’uomo, crea scompiglio, diverte e si diverte, esce dall’ordinario pur non essendo – almeno per ora – straordinario. Ma lo è, eccome, per questa Inter.

Il tacco che fa discutere

Un giovane senza timore reverenziale era forse quello che ci voleva per dare la scossa alla squadra e Spalletti, lanciandolo titolare abbastanza a sorpresa, ha ottenuto l’effetto desiderato. Forse anche troppo, se è vero che adesso si trova costretto a frenarne gli impulsi (“Basta colpi di tacco: è un gesto che non deve ripetere se vuole diventare un campione”), mentre lui replica alla strigliata con il sorrisetto furbo e difendendosi con un “è il mio stile” che a un Balotelli, tanto per fare un nome, non sarebbe perdonato. Il ragazzo ha qualità, nessuno può metterlo in dubbio, “dal punto di vista dell’estro ti lascia lì” riconosce lo stesso Spalletti, ma deve ancora trovare l’equilibrio tra ciò che strappa l’applauso del pubblico e ciò che piace agli allenatori. La questione è sempre quella, e nello specifico il frame che tutti hanno in mente è quello del tacco “irridente”, dopo un dribbling, con cui ha fatto inviperire Castan, avversario che dall’alto della sua esperienza lo ha ripreso spiegandogli “come ci si comporta” in campo. Non è un caso che il ragazzino dichiari di ispirarsi a Neymar, il suo idolo, un altro che ama mandare ai matti gli avversari con giocate “non necessarie”.

E il pubblico si diverte

Oltre al tacco c’è di più, però. In una partita chiusa, come detto, senza gol, è riuscito a farsi applaudire con altri numeri (e non solo da circo). Quelli concreti, che piacciono agli allenatori, parlano di 59 palloni toccati, 3 dribbling riusciti, 4 tiri di cui 2 nello specchio, un palo colpito. I legni presi in realtà sono due, perché alla traversa da inserire alla voce “gol sbagliati” va sommato il palo colpito in pieno… ma schiantandocisi contro. Una botta tremenda, lui che si rialza come nulla fosse, un po’ frastornato ma subito nuovamente in partita, perché “quando ho sentito gli applausi del pubblico il male è passato in fretta”.

Pubblico a cui ha dato modo di divertirsi anche in un’altra occasione, quella del gol annullatogli per fuorigioco: dagli spalti si leva il coro “Insensibile” rivolto all’arbitro (conviene farci l’abitudine, la cosa sa tanto di tormentone), poi scrosciano gli applausi. Giusto per far capire che aria tirava: quasi una festa, e in un clima del genere risulta tutto più facile per un ragazzo.

Aspettando i gol

Sotto porta c’è ancora da lavorare parecchio, si diceva. I gol divorati sono ben due in una serata, eppure al secondo il pubblico di San Siro si è alzato in piedi ad applaudirlo: un incoraggiamento che non è stato riservato a molti, nella storia dell’esigente Scala del calcio.

Palcoscenico su cui Karamoh, non va dimenticato, aveva esordito da titolare l’11 febbraio con un gol che aveva regalato all’Inter la vittoria contro il Bologna. In quell’occasione i suoi piedi buoni collaborarono con quelli di Rafinha, e con un pizzico di imprevedibilità la porta avversaria diventa più accessibile. È ciò che si mormora a San Siro vedendolo provare giocate che solitamente vengono ritenute pericolose, o il giorno dopo sui social, dove Karamoh si ritaglia il suo spazio meritato diventando l’alternativa a Candreva, improvvisamente troppo prevedibile, scolastico.

In poche parole, Karamoh piace perché riempie un vuoto, soddisfa un bisogno: il desiderio di “qualcosa di nuovo”, da parte della tifoseria interista. Ha avuto la fortuna di arrivare nel momento giusto, classico caso di strade che si incrociano dando vita a matrimoni perfetti. Aspettando che trasferisca lo stesso tempismo in area di rigore, perché purtroppo per lui non potranno piovere per sempre applausi, davanti ai gol divorati.