La "missione" di Gigi & Valentino: 40 anni da Blues Brothers

Serie A

Alfredo Corallo

Gigi Buffon e Valentino Rossi come i "Blues Brothers", a 40 anni dalla nascita della band (foto Getty)
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Esattamente 40 anni fa, il 22 aprile del 1978 (qualche mese prima che nascesse Buffon) al "Saturday Night Live" il debutto della coppia John Belushi-Dan Aykroyd nei panni dei "Blues Brothers". Nel 1979 (anno di nascita del Dottore) cominciarono invece le riprese del film rimasto nella leggenda. Stasera i due "Fratelli d'Italia" si candidano ad attori protagonisti di Juve-Napoli e del GP di Austin: per continuare nella loro missione... 

JUVENTUS-NAPOLI: LA DIRETTA LIVE

"Nostra Signora della Santa Accelerazione non ci abbandonare ora!". Nessun pericolo per Jake e Elwood, in missione per conto di Dio. Ma chi sono Buffon e Rossi se non degli Eletti? E la loro cos'è se non una vocazione? Non si spiegherebbe sennò perché a 40 anni "suonati" (Gigi) o giù di lì (Valentino) quel "sacro fuoco" che li ha sempre animati non ne voglia sapere di spegnersi, bruci ancora di una passione ardente, eterna. Nel giorno in cui i Blues Brothers (quelli veri) debuttarono sul palco del Saturday Night Live, il capitano della Juventus - e della Nazionale - e il pilota più amato indossano i panni dei "Fratelli d'Italia" (di una bella fetta, almeno) e inforcano i loro occhiali scuri per affrontare la notte dell'ennesima verità: la partita-scudetto dell'Allianz Stadium con il Napoli per il portiere a caccia del 7° sigillo; il GP di Austin sulla strada del Dottore e proprio nell'America della crazy-band in Bluesmobile, Ray-Ban e total black al ritmo di "Everybody Needs Somebody to Love" e "Sweet Home Chicago" che sul casco di Vale e Uccio - nel 2016 - diventò "Sweet Home Misano". 

"Tu hai visto la Luce? Lui ha visto la luce!"

Quando l'ironia dissacrante di John Belushi e Dan Aykroyd illuminò il Saturday Night Live era il 22 aprile del 1978, che Gigi Buffon aveva appena visto la luce, nato da tre mesi (il 28 gennaio). Un anno più tardi, il 16 febbraio del 1979, ecco Valentino... e l'idea di trasformare quegli sketch televisivi in un film, ambientato a Chicago, che uscirà nel 1980: "The Blues Brothers", per la regia di John Landis che aveva già diretto Belushi in "Animal House". Se volessimo sforzarci di trovare qualcosa in comune tra le due "coppie" è il germe della "follia" che li associa, interpretata però - e per fortuna - in due versioni diametralmente opposte: la genialità di Belushi non poteva prescindere dall'uso di droghe e gli sarà fatale. La ricerca del limite di un pilota rappresenta la sfida più affascinante, è il senso della sua inclinazione; com'è rinomata la "sana" follia di un ragazzino che sceglie di diventare un portiere e tuffarsi nella solitudine dei numeri primi. Ma quella ricerca del limite si spinge ora oltre quei limiti di età convezionalmente tracciati per uno sportivo, come se il tempo non fosse mai passato: ed è questa la vera - la nuova - sfida che accomuna Gigi Buffon e Valentino Rossi, partiti  a braccetto 23 anni fa nel loro viaggio parallelo tra campi di calcio e piste motociclistiche. 

Fratelli (del derby) d'Italia 

Entrambi figli (o nipoti) d'arte, Buffon esordisce in Serie A a 17 anni  il 19 novembre del 1995 in Parma-Milan che è già un fenomeno, quando Valentino (altro fenomeno) vince il Campionato italiano di Velocità e si appresta a debuttare anche lui 17enne nel Motomondiale il 31 marzo del 1996 in Malesia, sul vecchio circuito di Shah Alam, sesto al traguardo con la sua Aprilia. La stagione seguente - sul finire del 1997 -Valentino conquista il suo primo Mondiale e Gigi ci porta all'altro Mondiale, gettato nella tormenta di neve moscovita da Cesare Maldini al posto dell'infortunato Pagliuca nello spareggio con la Russia per Francia '98. E l'8 marzo dello stesso 1998, Buffon - che intanto ha già scalzato il titolare Luca Bucci anche a Parma - regala il primo dei tanti dispiaceri al "socio" e tifoso interista Valentino, parando il famoso rigore a Ronaldo, "Il" Fenomeno. Così, per ricordare che la prossima settimana saranno anche i Fratelli del derby d'Italia... 

Remuntade e biscottoni

Eppure, in oltre 20 anni di carriera - benché impegnati in sport diversi non sono certo mancate le occasioni in cui hanno avuto modo di incontrarsi - non abbiamo trovato mezza foto che li ritragga insieme: se non questa, ma sempre a distanza, con Buffon concentrato alla partita che lo attende con la Juventus in casa dell'Empoli di Marco Giampaolo - chiamato a continuare il lavoro di un certo Maurizio Sarri, da quell'estate sulla panchina del Napoli - e sul megaschermo, lì sullo sfondo, la Yamaha di Valentino. Già, è l'8 novembre del 2015, i bianconeri vanno sotto ma riescono a rimontare il gol di Maccarrone; per Rossi a Valencia invece non ci sarà niente da fare, partito ultimo e vittima del "biscottone spagnolo" cucinato da Jorge Lorenzo in collaborazione con il "guardiaspalle" Marc Marquez - come lo chiamò allora Valentino - e l'aiuto chef Dani Pedrosa. 

"Valentino? Un signore"

Sulla vicenda disse la sua anche Buffon: "È normale che perdere in quel modo faccia male, però, nonostante tutto, sono riuscito ad apprezzare un aspetto positivo in ciò che è successo in Spagna, cioè l'amore e l'aiuto patriottico che si sono dati i piloti tra loro. Guardandoli pensavo che se ci fossero stato Rossi e Biaggi non si sarebbero aiutati in maniera così evidente, rischiando anche sanzioni e squalifiche. Hanno dimostrato di tenere alla causa spagnola e vorrei che anche in Italia si facesse questo. Ma Valentino, come al solito, è uscito vincitore perché anche se non ha alzato il trofeo, per quanto deluso, nelle interviste del post-gara ha dimostrato una grande sportività"

"Gigi? Uno con le palle"

Oggi fa sorridere, detto da Buffon... su cui peraltro Valentino si era espresso un paio di settimane prima delle polemiche di Real-Juve e degli stessi "veleni" seguiti al sorpasso di Marquez in Argentina che, curiosamente, li ha investiti quasi contemporaneamente. Rossi - fresco di rinnovo con la Yamaha fino al 2020 -  era stato stuzzicato dalla Gazzetta sul futuro dell'altro "vecchietto", criticato per il suo ritorno in Nazionale. "Se ha voglia deve continuare assolutamente, ma penso che lui sappia se può essere ancora al top. Se c'è invidia nei nostri confronti? Sì, perché dà più gusto ed è più facile dire che uno è finito, invece di riconoscere come abbia le palle e sia ancora lì a provarci. Ci sono due tipi di persone: quelli che apprezzano se un altro è un grande, e godono un po' anche loro. E quelli invidiosi, che riflettono la propria piccolezza sugli altri. In Italia va di moda farlo".

Nel segno dell'Acquario (e dell'arbitro Oliver)

In realtà i gemelli diversi Valentino & Gigi avrebbero un'altra caratteristica che li "affratella" (degli occhi azzurri s'era detto?): sono nati sotto lo stesso segno zodiacale, l'acquario. Pare che gli acquari siano anticonvenzionali, originali, indipendenti e non manchino di sensibilità (Rossi ne ha da vendere in "staccata"). Peccato che anche l'arbitro Michael Oliver, quello con l'immondizia al posto del cuore, sia un acquario; e che per una strana congiunzione astrale diresse la finale del Mondiale Under-17 tra Mali e Nigeria - la gara più importante della sua carriera fino ai quarti al Bernabeu - proprio l'8 novembre del 2015, nel giorno del "Biscottone" di Valencia e del sogno infranto di Valentino di conquistare finalmente il suo decimo Mondiale, un "tabù" come la Champions mai vinta da Buffon. Più che in missione per conto di Dio, un vero castigo di Dio.