Inter, Candreva cuore d'oro: pagata la retta della mensa alla bimba di Minerbe

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Splendida iniziativa del centrocampista nerazzurro, commosso dalla situazione di una bimba nella scuola elementare "Giacomo Zanella" nel veronese: costretta a mangiare un menù ridotto a causa delle difficoltà economiche della famiglia, la piccola è stata aiutata da Candreva che ha completato il versamento di denaro all'istituto di Minerbe a beneficio anche di altri bambini in difficoltà. Lo ha confermato all'Ansa il sindaco Andrea Girardi

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Un piccolo gesto che risolve una situazione delicata: il protagonista è Antonio Candreva, centrocampista 32enne dell’Inter che sta guadagnando applausi fuori dal campo. Come già annunciato dal quotidiano veronese L’Arena, l’esterno nerazzurro e nazionale italiano in 54 occasioni (con 7 gol segnati), si era offerto di aiutare una bimba di origine straniera iscritta all’istituto elementare "Giacomo Zanella" di Minerbe, nel veronese. A causa delle difficoltà economiche della famiglia che non è in grado di pagare la retta, infatti, la piccola era stata costretta mangiare un menù ridotto costituito da una scatoletta di tonno e un pacchetto di crackers al giorno. Una notizia che ha spinto Candreva a mobilitarsi per trovare una soluzione senza perdere tempo, intervento che non si è fatto attendere: come riporta l’Ansa dopo l’annuncio del sindaco Andrea Girardi, il giocatore dell’Inter ha effettuato in giornata il versamento alla scuola elementare.

Denaro che, come si è appreso, verrà utilizzato a beneficio delle attività dell’istituto per voce del primo cittadino di Minerbe: "Antonio Candreva ha dato la sua disponibilità a dare un contributo per saldare i conti della mensa scolastica ma, visto che era già stato saldato dal Comune, ci siamo accordati con lui e con il suo collaboratore di dare un contributo generico per la nostra scuola". Girardi ha inoltre aggiunto di "aver ricevuto una prima telefonata dal calciatore Candreva che offriva la sua disponibilità a pagare la mensa della bambina, ma gli ho spiegato che l’amministrazione comunale aveva già risolto il problema ben prima che diventasse di pubblico dominio. Poi ci ha chiesto se ci fossero altri bambini in situazioni di difficoltà, quindi con una successiva telefonata ci siamo accordati per un contributo alla scuola".