
Gattuso-Bakayoko e non solo: lite allenatore-giocatore, gli episodi più famosi
Il rapporto tra allenatore e giocatore non è mai dei più semplici. C'è chi ne trae il beneficio massimo, creando un legame solido che si riflette sui risultati in campo, e chi ne esaspera il clima, portando a situazioni difficili da gestire e a volte a rotture definitive. Quello tra l'allenatore del Milan e il centrocampista francese è solo l'ultimo caso di litigi tra le parti. Ripercorriamo gli episodi più famosi accaduti in passato

Il rapporto tra allenatore e giocatore non è mai dei più semplici. C'è chi ne trae il beneficio massimo, creando un legame solido che si riflette sui risultati in campo, e chi ne esaspera il clima, portando a situazioni difficili da gestire e a volte a rotture definitive. Quello tra l'allenatore del Milan e il centrocampista francese è solo l'ultimo caso di litigi tra le parti. Ripercorriamo gli episodi più famosi accaduti in passato.

Il caso nasce al fischio finale di Juve-Palermo (febbraio 2017), dove avviene un battibecco tra Allegri e Bonucci. Le due non se le mandano a dire e qualche giorno dopo arriva il provvedimento: per la trasferta di Champions a Oporto l'allenatore decide di mandare il difensore in tribuna. Le telecamere lo inquadrano sullo sgabello e lui, qualche anno dopo, rivela la verità: "Avevo il mio posto a sedere, ma vivo le partite in maniera troppo nervosa e per quello che mi sono allontanato e ho preso uno sgabello. È stata la mia rovina"

Dalle parole ai fatti. Quello tra Delio Rossi e Ljajic resta uno degli scontri più famosi degli ultimi anni. L'allenatore sostituisce il serbo dal campo e quest'ultimo non la prende bene. Da lì inizio un lungo diverbio tra i due, ma gli epiteti usati dall'attaccante non vanno giù al tecnico che, preso dalla rabbia, scende in panchina e prova a sferrargli un pugno. Serve l'intervento di staff e compagni per separare i due

I rapporti tra Francesco Totti e Luciano Spalletti non sono mai stati idilliaci. Dopo l'autobiografia pubblicata dal capitano, sono emersi col tempo altri fatti riguardanti i due. Il primo grande litigio avviene alla vigilia della sfida contro il Palermo. Un'intervista dell'ex capitano manda su tutte le furie l'allenatore toscano che, di risposta, decide di mandarlo a casa ed escluderlo dalla lista dei convocati. Un paio di mesi dopo, a Bergamo, si rende necessario addirittura l'intervento dei compagni per separarli nello spogliatoio, evitando così una rissa

Una piccola rissa c'è stata, invece, tra Balotelli e Mancini. L'allenatore ha sempre coccolato Super Mario, ma ogni tanto sono saltati i nervi. Durante un allenamento, ad esempio, l'attuale Ct della Nazionale rimprovera l'attaccante per un duro contrasto con Sinclair. Balo non accetta le critiche e i due vengono alle mani

Non meno complicato è stato il rapporto tra Mancini e Tevez. Un po' come successo tra Gattuso e Bakayoko, è stata anche una mancata sostituzione ad accendere il diverbio tra i due. L'Apache rifiuta di scaldarsi per entrare in campo e, dopo la richiesta di scuse, vola in Argentina per un paio di mesi. Secondo alcuni dei protagonisti, al diverbio seguì una piccola rissa negli spogliatoi tra i due

Neanche quello tra Vincenzo Montella e Fabio Capello si può definire un rapporto d'amore. Nell'anno dell'ultimo scudetto giallorosso, l'allenatore gli preferiva spesso Delvecchio e optò per la stessa scelta anche nella delicata penultima giornata in casa del Napoli. A sette minuti dal termine, Capello chiese all'attaccante di entrare, ricevendo una risposta piuttosto stizzita da Montella: calcio alla bottiglietta e qualche parola di troppo. Astio poi messo da parte dopo la conquista del titolo contro il Parma

Capello ha dovuto, nel corso della carriera, gestire anche un complicato rapporto con Antonio Cassano ai tempi del Real Madrid. Tutto nasce quando l'attaccante si lascia andare a un'imitazione del suo allenatore, ma è solo il primo di tanti episodi. Capello, nel match contro il Terragona, lo esclude dalla formazione titolare e Cassano non le manda a dire, rinfacciandogli vecchi rancori dell'epoca romanista. Successivamente la società lo mette fuori rosa, il primo passo verso il definitivo addio

Anche Roberto Baggio ha dovuto affrontare situazioni turbolente con i suoi allenatori. Una di queste avviene con Renzo Ulivieri alla vigilia di Bologna-Juventus. L'allenatore lo esclude per l'ennesima volta dalla formazione titolare e il "Divin Codino" non la prende bene: decide di rifiutare la panchina e va a direttamente a casa

Ancora più iconico è stato per Baggio il suo "Questo è matto". Il riferimento è ad Arrigo Sacchi, reo di averlo sostituto a USA 94 dopo l'espulsione rifilata al portiere della Nazionale, Pagliuca. Baggio, incredulo per la scelta del cambio, guarda attonito il Ct e si lascia scappare quelle parole, prima di abbandonare deluso il campo

"No, io non entro". La frase incriminata è rivolta al battibecco tra Christian Panucci e Marcello Lippi ai tempi dell'Inter. L'allenatore chiede al difensore di entrare a partita in corsa ma Panucci, infastidito per non essere stato inserito nell'11 iniziale, si rifiuta di entrare in campo

Un episodio praticamente analogo si ripete, a distanza di qualche anno, tra lo stesso difensore e Fabio Capello. Durante un Reggina-Roma, l'allenatore chiede a Panucci di riscaldarsi per entrare, ma quest'ultimo lo guarda negli occhi e si rifiuta. Il mister giallorosso lo guarda incredulo e opta per un'altra sostituzione

Protagonisti di grandi vittorie e ... qualche litigio. Clarence Seedorf e Carlo Ancelotti danno vita a un acceso diverbio in campo durante la sfida tra Livorno e Milan del 2006. L'allenatore fornisce qualche indicazione tattica all'olandese, ma quest'ultimo non gradisce: "Non puoi lamentarti sempre". Ancelotti, a quel punto, gli lancia una frecciata: "Sei in campo solo perché ho finito i cambi, altrimenti vedi dove andavi". L'episodio si conclude con il centrocampista che scaglia il calcio a una bottiglietta, prima del chiarimento tra i due

Molto più recente è stato il diverbio che ha coinvolto Mourinho e Pogba. Un rapporto difficile, sottolineato dalla felicità del francese dopo l'esonero dello Special One dal Manchester United. La lite tra i due nasce dopo un video che riprende Pogba sorridente e scherzoso in panchina, mentre i suoi compagni stanno perdendo. Mou non dice niente, ma gli fa capire il suo stato d'animo nell'allenamento del giorno dopo. Il portoghese non guarda negli occhi Pogba e quest'ultimo non gradisce l'atteggiamento del mister

Restiamo in casa United, dove molto più famosa è la lite tra Beckham e Sir Alex Ferguson. Il manager dei Red Devils, nel 2003, rimprovera negli spogliatoi il giocatore per lo scarso impegno, ma lo Spice Boy risponde sprezzante alle critiche. Ferguson, inferocito, decide dunque di scalciare uno scarpino lì presente che colpisce e ferisce Beckham sul sopracciglio sinistro, procurandogli un evidente taglio

Livelli di tensione ancora più alti vengono raggiunti nello spogliatoio del Nottingham Forest. Un giovane Roy Keane, durante una sfida di Fa Cup del 1991, fallisce un retropassaggio e provoca il gol del Crystal Palace, mandando la sfida al replay. Un errore che il suo allenatore, Brian Clough, non digerisce: nello spogliatoio volano gli insulti e poi... un pugno in faccia verso il centrocampista irlandese. "È stato l'esempio migliore che mi abbia mai dato", dichiarerà Keane qualche anno dopo

Restiamo in terra inglese, teatro dove si è consumato un'altra lite tra allenatore e giocatore. Protagonisti Di Canio e Clarke, rispettivamente mister e attaccante dello Swindon. Quest'ultimo inizia un battibecco con il preparatore atletico, Di Canio gli raccomanda di finirla e chiarirsi negli spogliatoi, ma Clarke comincia ad attaccare anche il suo allenatore. A quel punto l'italiano lo prende per il collo e gli intima di andare verso il tunnel dove la discussione continua. E non solo a parole...

Trovare qualcuno in più disaccordo di Anelka e Domenech appare tuttora difficile. I due si sono scontrati più volte durante l'esperienza da Ct della Francia di Domenech fino a che, durante la sfida del Mondiale contro il Messico, l'attaccante decide di mandarlo allegramente a quel paese. Negli spogliatoi Anelka rifiuta di scusarsi e il rapporto si incrina definitivamente

Chiudiamo con il litigio in campo allenatore-giocatore più famoso: quello tra Oronzo Canà e Speroni, protagonisti de "L'allenatore nel pallone". A mandare inizialmente su tutte le furie il mister interpretato da Lino Banfi è un fallo di gelosia dell'attaccante - amante della presidentessa - nei confronti del compagno di squadra Aristoteles, fiore all'occhiello della Longobarda. Il rapporto tra i due si esaurisce definitivamente dopo che Canà decide di sostituire Speroni per mandare in campo la punta brasiliana che lo ripaga con i gol della salvezza!