Il presidente bianconero durante la conferenza stampa di addio di Allegri: "È stato un amico sincero, ha scritto la storia della Juventus. Era arrivato il momento giusto per chiudere uno dei cicli più straordinari di sempre". Sulla decisione: "C'è tristezza, non lo nascondo. È stata una scelta della società"
“È stata la decisione più sofferta da quando sono presidente”. Queste le parole di Andrea Agnelli, pronunciate durante la conferenza stampa di addio di Massimiliano Allegri, che da fine stagione non sarà più l’allenatore della Juventus. Dopo cinque anni, la guida tecnica bianconera cambierà: “Siamo qua per celebrare Max - ha detto il presidente juventino in sala stampa - È stato un allenatore che da solo ha scritto la storia della Juventus. Quando si parlava di cinque scudetti consecutivi ci si riferiva agli anni '30, lui è riuscito a fare meglio”. Sulla decisione di separarsi, poi: “Al di là di alcune dietrologie che ho letto, devo dire che dopo la sconfitta con l'Ajax pensavo sinceramente di andare avanti con lui. Poi sono seguite delle riflessioni che dimostrano la capacità d'analisi di un gruppo nel saper prendere la giusta decisione. Non posso nascondere che non ci siano tristezza e commozione, è stato difficile capire tutti insieme che fosse arrivato il momento giusto per chiudere uno dei cicli più straordinari della storia della Juventus”.
"La decisione migliore per la Juventus"
Andrea Agnelli durante la conferenza ha anche consegnato ad Allegri una maglia col numero 5 e con la scritta “History Alone” sulle spalle, celebrando i cinque scudetti vinti dall’allenatore: “Gestendo un’azienda - ha proseguito il presidente bianconero - bisogna prendere delle decisioni nel momento in cui vanno prese. Solo il futuro ci dirà se saranno state corrette. Se non si è all'interno delle dinamiche di un'azienda, non si capiranno mai gli elementi dietro certe scelte. Chi si fa trascinare dalle pressioni non può mai gestire società. Il vero motivo della separazione? Io e Max non siamo le persone adatte a parlare di rapporti di coppia (ride, ndr). Quando si affrontano determinati temi si capisce che l’interesse di tutti: questa è stata la decisione migliore per la Juventus. Mi pare evidente che sia stata la società a prendere la decisione, Max non poteva rinnovarsi il contratto da solo. La società, come dissi tanti anni fa, ha la sua storia e nessuna persona è indispensabile. Siamo tutti utili, ma nessuno indispensabile, a partire da me finendo con i magazzinieri. Basta guardare la storia”.
"Così scelsi Allegri nel 2013. È stato un amico sincero"
Agnelli ha anche raccontato un aneddoto risalente al 2013: “Ricordo quando nel 2013 ero con Paratici per andare ad assistere la finale di Champions - ha detto Agnelli - Vidi da un hotel uscire Allegri, toccai Fabio col gomito e gli dissi: "Guarda, sarà lui il prossimo allenatore della Juventus". Così iniziò tutto. Quando arrivò ci furono contestazioni, l'autista voleva entrare da un ingresso secondario a Vinovo e gli dissi di non farlo, perchè non avevamo nulla da nascondere ed eravamo convintissimi della scelta. A fine anno ci fu uno dei miei pochi tweet, confermo quello che dissi: per prendere la Juve il 16 luglio e farla tornare a vincere ci vogliono gli attributi”. E ancora: “I suoi numeri sono incredibili e, per me, questi sono stati cinque anni bellissimi: affetto, stima, amicizia, condivisione, sconfitte, lavoro, fatica ma soprattutto tante vittorie. Abbiamo vissuto un anno e mezzo da vicini di casa, insieme a Barzagli che mediava, facevamo colazione ogni giorno insieme, c'erano le famose piacevolissime cene, ci confrontavamo su tanti argomenti, abbiamo visto crescere i nostri figli. C'è stato un legame tra noi straordinario. Se ripenso alla straordinaria cavalcata fino a Berlino, l'anno successivo facemmo 15 vittorie consecutive mentre tutti preparavano il nostro necrologio, il testa a testa col Napoli l'anno scorso, la vittoria di quest'anno praticamente con 8 giornate d'anticipo... Tutto fantastico. Ma la parte più importante è stata per me aver conosciuto un amico sincero con cui potermi confidare. Devo fare una valutazione sulla programmazione della Juventus, che non può che andare avanti, a luglio avremo come al solito l'obiettivo di vincere e la dirigenza dovrà rafforzare ancora il gruppo”, ha concluso.