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Inter Juventus, le chiavi tattiche del derby d'Italia

Serie A

Dario Pergolizzi

La squadra di Conte ha già un'identità molto precisa e i principi del suo 3-5-2 potrebbero mettere in difficoltà i bianconeri, che puntano a confermare i passi avanti mostrati nelle ultime partite. 
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Il primo derby d’Italia della stagione arriva carico di aspettative, in un momento in cui lo scarto tra Juventus ed Inter sembra essere al suo minimo dall’inizio del ciclo vincente dei bianconeri. L’Inter è prima in classifica grazie alle sei vittorie consecutive ottenute in campionato, ma la sua competitività va oltre i risultati: Conte è riuscito a dare ordine e ritmo al suo 3-5-2 e a coinvolgere anche giocatori che sembravano fuori dal progetto tecnico dell’Inter, ottenendo da loro grandi prestazioni. Dall’altra parte, Sarri sta proseguendo nel percorso necessario a trasmettere i propri principi di gioco ad un gruppo che sembra propenso a seguirlo, ma che dà anche la sensazione di aver bisogno ancora di qualche mese per poter esprimere a pieno l’idea di calcio del suo allenatore, sia negli undici titolari, sia nella proposta di gioco.

Insomma, da un lato una squadra che ha abbracciato i principi del proprio allenatore molto rapidamente, che attraversa un grande momento di forma e sembra essere già molto vicino alla sua forma definitiva, dall’altro un cantiere aperto, composto da un nucleo capace di mantenere costanza di risultato anche in una fase di costruzione. Ma non solo: Juventus e Inter sono due squadre molto diverse anche dal punto di vista tattico. L’Inter ha un assetto e un atteggiamento molto simile a quello sofferto dai bianconeri in questo avvio di stagione nelle prime partite. Per questo la sfida di domenica sarà per Sarri un termometro affidabile per misurare il grado di amalgama raggiunto, soprattutto in fase di non possesso.

A che punto è la Juventus senza palla

Uno dei grandi argomenti delle prime uscite della Juventus di Sarri infatti è stato introdotto dal suo stesso allenatore, dopo la partita contro il Verona (che a sua volta succedeva, in campionato, alla Fiorentina): secondo l’allenatore la Juventus, in quel momento, soffriva le squadre che impostavano con una difesa a tre e che impiegavano gli esterni di centrocampo in ampiezza. La spiegazione più immediata riguarda la posizione di Ronaldo in fase di non possesso: le mezzali, in particolar modo Matuidi, erano chiamate a reagire con tempi limitatissimi per aggiustarsi a seconda dei movimenti del portoghese e garantire una prima pressione costante, per non lasciare la palla scoperta troppo facilmente già dalle prime battute dell’azione. 

Nel 4-4-2 asimmetrico della Juventus questo tipo di scalata è già complicata di per sé; la presenza di Ronaldo, che in fase di non possesso non è certo un giocatore in grado di mantenere lo stesso atteggiamento per tutti i 90 minuti, è una componente troppo influente, ma d’altro canto è una contingenza da mettere in conto per poter sfruttare a pieno le qualità del portoghese.

Così, dalla partita contro il Brescia in poi, Sarri sembra aver trovato una soluzione grazie all’utilizzo di un centrocampista in più, passando al rombo. Ramsey e Bernardeschi si sono alternati in questa posizione e sono stati utilizzati in fase di non possesso per accompagnare le due punte nel primo pressing. Il primo test più impegnativo, contro la disposizione ibrida del Leverkusen di Bosz, è stato molto convincente: i tedeschi utilizzavano un 3-4-2-1 in fase di costruzione, bloccando uno dei due terzini, anche con Bernardeschi al posto di Ramsey, meno abituato al ruolo di trequartista, il nuovo rombo della Juventus è parso molto più a suo agio nel contrastare l’uscita palla dell’avversario, anche nella zona dei terzini, che non hanno patito l’inferiorità numerica sulle fasce grazie all’atteggiamento reattivo delle mezz’ali. Si è trattata forse di una delle migliori partite della Juventus a livello difensivo finora, insieme a quella contro la SPAL: insomma, Sarri sembra aver trovato un modo più efficace di organizzare il pressing, dopo le prime gare stagionali in cui la Juventus si era comportata positivamente nella riaggressione ma aveva un po’ patito in fase di non possesso.

Una delle situazioni di pressing contro il 3-4-2-1 del Bayer. Fondamentali i tempi e le qualità delle uscite della mezz’ala sul terzo centrale. 

L’Inter è già rodata

Già dal precampionato, l’Inter ha mostrato un’organizzazione efficace nella costruzione dal basso, mostrando coraggio e innovazione, sfruttando al meglio la nuova regola del rinvio dal fondo. Un percorso proseguito con convinzione anche nelle prime partite stagionali, responsabilizzando tantissimo il blocco basso composto dal portiere, dai tre difensori centrali e da Brozovic; ad oggi il vero nucleo di possesso della squadra di Conte. I nerazzurri si appoggiano molto alle capacità di gestire il pallone di questi quattro per attirare il pressing avversario e aprire spazi da attaccare in profondità.

Qui sopra ottimo esempio dall’ultima partita, contro il Barcellona: sulla rimessa di Handanovic, Godin, de Vrij, Skriniar e Brozovic formano un quadrilatero intorno al portiere e gestiscono i tempi di uscita con estrema calma. I blaugrana salgono prima con quattro e poi con cinque uomini, ma Handanovic riesce a trovare con eleganza de Vrij prima che venga raggiunto dalla pressione di Busquets; grazie al movimento di Barella verso l’esterno, Candreva riesce ad avere la visuale libera verso Sanchez, che potrà giocare a muro per Brozovic, che a sua volta troverà subito Sensi sul lato sinistro. Con pochi tocchi l’Inter è arrivata a ridosso dell’area avversaria, spezzando in due la squadra avversaria e generando un’occasione da gol. L’Inter è una squadra molto fluida, che sfrutta parecchio le catene laterali e i cambi campo per questo tipo di risalita. La sensazione è che ci sia ancora un margine di miglioramento nell’apporto delle punte, specialmente con Lukaku in campo, nel legare il gioco e nei movimenti in sincronia per attaccare la profondità, ma dopotutto la stagione è appena iniziata e la base è più che convincente. 

In questo momento l’Inter sembra pressoché inscalfibile anche dal punto di vista difensivo, grazie alla capacità di essere aggressiva sia nella metà campo avversaria, con le uscite alte dei suoi esterni in aiuto al pressing offensivo, sia durante le fasi di difesa posizionale, grazie ad un 5-3-2 molto compatto e reattivo. Contro il Barcellona, mentre le due punte pressavano i difensori centrali avversari, Sensi è stato molto abile nello sganciarsi dai compagni di reparto e andare a disturbare la ricezione del vertice basso.

Il pressing sui registi e le marcature preventive

Se Juventus e Inter confermeranno i loro atteggiamenti e le loro individualità, possiamo presupporre che uno degli aspetti decisivi sarà il modo e la qualità con cui entrambe andranno a mettere in difficoltà il regista avversario.  L’Inter potrebbe attuare un piano simile a quello visto contro il Barcellona, con Sensi o Barella chiamati a sganciarsi quasi a uomo su Pjanic. Il mediano bianconero non scende mai sulla linea dei difensori, anzi aspetta sempre dietro la prima linea di pressione, per cui Lukaku e Lautaro potrebbero giocare spesso di parità numerica con i centrali Bonucci e de Ligt. Asamoah e Candreva, forti del terzo centrale alle loro spalle, dovrebbero uscire forte sui terzini per ridurre ulteriormente i tempi di giocata della Juventus. Sarà dunque fondamentale, per la Juventus, l’apporto delle mezz’ali e del trequartista nella cucitura del gioco.

Dall’altra parte, anche la Juve potrebbe riproporre la disposizione delle ultime partite, con due punte più un trequartista per disturbare la costruzione dei tre centrali nerazzurri. Controllare Brozovic, però, potrebbe rivelarsi un problema per i bianconeri. Ipotizzando che il trequartista di Sarri sarà impegnato nel portare una parità numerica sulla prima linea di pressing, il croato dovrà dunque essere preso in consegna da una mezz’ala o persino da Pjanic, a seconda della situazione. In alternativa, Sarri potrebbe scegliere di utilizzare il trequartista per schermare Brozovic e alzare la mezz’ala sul terzo centrale, in maniera simile a quanto visto contro il Bayer. Non si tratta in ogni caso di una scalata semplice, ed un errore nei tempi di uscita potrebbe dare all’Inter quello spiraglio di cui necessita per generare la valanga. 

Un altro aspetto determinante sarà l’attenzione delle due linee difensive nel controllare in anticipo i movimenti delle punte. Se da una parte la difesa a 3 di Conte può essere agevolata dalla superiorità numerica, oltre al poter contare su marcatori aggressivi come Godin e Skriniar, dall’altra de Ligt e Bonucci dovranno evitare indecisioni per non concedere alle punte di Conte di lavorare di sponda. Sarà fondamentale quindi la capacità di Sandro e Cuadrado di leggere le situazioni e capire quando mantenersi più bloccati per coprire le uscite dei centrali.

Ci sono tutti i presupposti per immaginare una delle partite più elaborate della stagione da un punto di vista tattico: una partita ricca di dinamiche interessanti e accompagnata da una carica agonistica con pochi eguali. Se questo contesto poi sfocerà in un duello ad altissimi ritmi o in una lenta sfida a scacchi, lo scopriremo solo a giochi fatti.