Tutti in piedi per Sinisa. Il capobranco di sempre

Serie A
Giorgio Porrà

Giorgio Porrà

Tutti in piedi per Sinisa. Tutti in piedi davanti a un uomo che resta libero, fiero, verticale. Un uomo che ha subito scelto di aggrapparsi al rimbalzo quando il cancro lo ha scaraventato in un pozzo. Che ha svelato pubblicamente la malattia consapevole dell'importanza di quell'outing per chi fatica a munirsi dello stesso coraggio

Un uomo, non un superuomo. Con tutte le fragilità connesse. Che minano gli equilibri di chiunque si trovi ad affrontare una diagnosi di tumore. Anche quelli di uno sportivo di vertice abituato a competere, a sfidare, a sfidarsi, a dialogare con lo stress, con la paura. "Ho pianto per giorni - confessò lui stesso in quella drammatica conferenza stampa in cui svelò il male- ho rivisto il film della mia vita". No, Mihajlovic, la sua lotta, non meritano di essere raccontati attraverso la consueta retorica del guerriero, quel linguaggio bellico che porta a pensare che da un cancro si possa guarire solo grazie alla determinazione muscolare di chi l'affronta. Come se i medici, le cure avessero incidenza marginale. Come se il malato non avesse altre fiaccole da accendere per rischiarare il cammino nel lato notturno dell'esistenza.

 

La luce di Sinisa si chiama dignità, con quella sta combattendo la sua leucemia, la dignità di un uomo che ha deciso di restare se stesso, di non snaturarsi, spogliando il cancro dei suoi aspetti più lugubri, quasi declassandolo a malattia ordinaria. Perchè Sinisa, anche provato dalle terapie, resta il capobranco di sempre, lo stesso che trascinava la Stella Rossa in cima al mondo, attraversava le guerre, fabbricava punizioni cicloniche. Perchè Mihajlovic, anche sfinito dagli effetti collaterali, non smette di respirare i suoi affetti, di allenare il Bologna anche a distanza, di andare in visita alla Nazionale per abbracciare l'amico Mancini.

 

Nulla di eroico, anzi, semmai è l'orgoglio della "normalità", quello che Sinisa, con lucida strategia, con commovente applicazione, sta opponendo al suo intruso, spaventato, alle corde, davanti ad un allenatore che insiste nello sprigionare elettricità assieme ad un gruppo che lo segue bruciando d'adorazione, assieme ad una città di cui è il nuovo patrono laico. Tutti in piedi per Sinisa. Tutti in piedi davanti a uno sportivo che assieme a molti altri sta contribuendo a cambiare una cultura sbagliata, demolendo in parte i troppi, inaccettabili tabù che ancora sopravvivono attorno al cancro.             

 

Appuntamento con L'Uomo della Domenica- Sinisa Mihajlovic, venerdì 18 ottobre alle 20 su Sky Sport Football e alle 22.30 su Sky Sport Uno.