Il giorno dopo l'ammutinamento dei giocatori contro la decisione del ritiro imposta dalla società, il Napoli ha risposto con un comunicato molto netto, che affida all'allenatore la responsabilità sulle future decisioni. Ma è evidente che quanto successo nello spogliatoio del San Paolo e nelle ore successive crei ancora più distanza in un rapporto, quello tra l'allenatore e il presidente, sempre più complicato
Non siamo ancora alle carte bollate ma il comunicato del Napoli anticipa con chiarezza le intenzioni nei confronti degli ammutinati. Anche se poi in serata viene chiarito il termine del ritiro (“costruttivo e non punitivo”) questo non toglie che, comunque, per i calciatori che si sono rifiutati di andare in ritiro dopo il pareggio con il Salisburgo sono in arrivo multe salate. Questa la decisione di De Laurentiis dopo aver consultato i suoi legali.
Più sfumati invece i contorni della seconda parte del comunicato stampa, pubblicato alle 14.45, nel momento esatto in cui Carlo Ancelotti lasciava il centro sportivo. Perché il presidente proprio a lui affida la responsabilità di decidere tempi e modi del prossimo ritiro. Sulla carta, dunque, la conferma della leadership dell’allenatore, ma allo stesso tempo anche la possibilità che De Laurentiis abbia voluto rigettare la palla nel campo di Ancelotti, l’unico a rispettare il diktat presidenziale recandosi a Castel Volturno dopo la partita ma anche il primo a dichiararsi contrario al ritiro sostenendo dunque il punto di vista dei giocatori.
Un’analisi che getterebbe ulteriori ombre sul rapporto tra i due, in contatto solo via telefono negli ultimi giorni, su posizioni differenti nella gestione del momento delicato che sta attraversando la squadra. Il preludio forse a una separazione prima della scadenza naturale del contratto nel 2021. Probabilmente il punto più basso del loro rapporto. A meno che non venga fatta ulteriore chiarezza e a breve arrivino risposte importanti a cominciare dal campo sabato sera. Sempre al San Paolo.