Serie A, le migliori giocate della 22^ giornata

Serie A

La serpentina di Boga, il tunnel di Saponara, i riflessi di Dragowski e altre grandi giocate dall'ultima giornata di campionato

La ventiduesima giornata ha regalato molte conferme e qualche sorpresa. Juventus e Inter sono tornate a vincere, dimostrando di essere le due squadre più solide del campionato, alle loro spalle la Lazio, dopo la brutta prestazione del Derby, è tornata ad essere travolgente, nel vero senso della parola. La Roma invece è stata fermata dal Sassuolo, autore di una grandissima partita, forse la migliore con De Zerbi in panchina.

 

Andando più giù bisogna segnalare il pareggio del Genoa contro l’Atalanta e l’incredibile vittoria per 4-0 del Lecce sul Torino, che è costato l’esonero a Mazzarri. In attesa della partita tra Napoli e Sampdoria, queste sono le migliori giocate individuali della giornata.

 

I riflessi di Dragowski

Abbiamo scoperto Dragowski circa un anno fa, quando nel mercato di gennaio la Fiorentina lo diede in prestito all’Empoli. In quella seconda parte di campionato il portiere polacco è stato uno dei migliori numeri uno della Serie A, inanellando una grande prestazione dopo l’altra, tanto da convincere la Fiorentina a puntare su di lui in questa stagione, lasciando addirittura partire Lafont, su cui i viola avevano scommesso in maniera decisa.

 

In queste ultime settimane Dragowski sta dimostrando che la scelta della società è stata giusta: contro il Genoa è stato il migliore in campo e anche ieri, contro la Juventus, pur nella sconfitta, è stato uno dei migliori. Questa parata mostra bene quali sono le qualità del portiere viola: una reattività insensata per un fisico tanto imponente (oltre i 190 centimetri). Il tiro di Higuain parte dalla linea dell’area piccola, passando anche tra le gambe di Pezzella diventando particolarmente insidioso. Dragowski è però rapidissimo nell’andare a terra, sembra quasi partire prima del tiro, ma non solo: forse quello che rende davvero grande questa parata è che riesce a spingere il pallone fuori dal cuore dell’area di rigore, di fatto impedendo a Ronaldo un facile tap-in.

 

Lo sprint di Boga

Ormai abbiamo imparato a conoscere le corse di Boga che sembra correre sulla fascia col monopattino elettrico. Questa giocata però è particolare, non la classica corsa da sinistra ad affettare il campo verso il centro. Boga riceve una seconda palla risputata dalla difesa della Roma, ed è così pazzo da tentare un tunnel in una posizione in cui perdere il pallone avrebbe significato una ripartenza pericolosa dei giallorossi. A Boga i tunnel, però, in genere riescono, e sulla trequarti si accorge che è troppo più veloce, di testa e di gambe, di tutta la difesa avversaria. Così si lancia semplicemente la palla in avanti e corre alle spalle di difensori che fanno una bruttissima figura. Poi non riesce a coronare l’azione col sinistro sul primo palo, ma è un gesto tecnico che racchiude il senso di superiorità di Boga in questo momento in Serie A, e la sua capacità di far sembrare scemi i difensori avversari.

 

L’uso della suola di Berardi

Una delle peculiarità di Domenico Berardi è quella di essere cresciuto giocando a calcio a cinque. Non è facile individuare come questo possa aver influito sul suo talento vedendolo dominare in un gioco tanto diverso, eppure ogni tanto ci mostra scintille di un calcio diverso, che deve aver preso a piene mani dalla tecnica del calcio a cinque. 

 

In questa occasione riceve a ridosso della linea laterale, spalle alla porta e pressato da Spinazzola. Berardi controlla il pallone con la suola e sempre con la parte inferiore del piede se lo coccola leggermente, come se lo stesse lucidando bene prima di effettuare la giocata nello stretto: con la suola se la sposta e con il tacco la fa viaggiare oltre Spinazzola, per servire sulla corsa il movimento di Toljan.

 

 Il tacco di Faraoni

 

Il Verona è forse la sorpresa più improbabile di questa Serie A, al momento a soli 2 punti dall'Europa League. Il lavoro di Juric è sotto gli occhi di tutti e alcuni giocatori stanno giocando come mai in carriera. Tra questi Faraoni è uno dei più migliorati: dopo un inizio carriera promettente, sembrava essersi spento lentamente, prima di questa grande mezza stagione con il Verona. Ieri ha segnato il suo terzo gol in campionato, ma non solo: fino all’espulsione di Amrabat è stato costantemente una spina nel fianco della difesa del Milan, attaccando con decisione dall’esterno, ma anche entrando dentro al campo quando l’azione lo richiedeva.

 

Questa giocata dimostra la grande fiducia che Faraoni ha nei propri mezzi in questa stagione (per dire, è uno dei giocatori con più tunnel riusciti in Serie A). L’esterno del Verona fa l’unica cosa sensata nel momento in cui la sua corsa va verso l’esterno e il pallone anche sta girando verso l’esterno del campo. Faraoni salta come per stoppare, ma invece si fa passare il pallone sotto le gambe e con il tacco serve il movimento di Pessina, che addirittura rimane sorpreso e non riesce a concludere di prima.

 

Il tunnel di Saponara

Domenica pomeriggio la carriera di Riccardo Saponara ha avuto il suo ennesimo nuovo inizio allo Stadio Via del Mare di Lecce, nella partita vinta nettamente dalla squadra di Liverani contro il Torino. Dopo sei mesi di agonia al Genoa, scanditi da una sequela infinita di infortuni, Saponara è finalmente sceso in campo da titolare nel ruolo di trequartista nel rombo leccese, in un contesto tattico che sembra fatto apposta per esaltare le sue qualità migliori. Il trequartista di Forlì ha servito due assist e ha impreziosito la sua prestazioni con tanti piccoli ricami che hanno permesso alla squadra di Liverani di passeggiare sulle macerie del Torino. Uno di questi è questo tunnel non del tutto riuscito, ma comunque efficace, nato da un recupero caparbio di una seconda palla caduta ai limiti dell’area di rigore del Lecce. Nonostante sembri più appesantito di un giocatore di 28 anni, di questa azione stupisce soprattutto la capacità di Saponara di saper utilizzare il corpo e la tecnica per trasformare un semplice recupero palla in una transizione. Prima fintando di colpire il pallone di testa per andare immediatamente in verticale, mandando fuori giri De Silvestri, poi gestendo il possesso con la suola, per resistere alla pressione di Berenguer e ingannare nuovamente il terzino del Torino, che si vede passare il pallone tra le gambe dopo un secco colpo d’esterno. È un tipo di giocata che non molti calciatori in Serie A possono dire di avere nei piedi, ed è prezioso per il nostro campionato che un giocatore di questo tipo sia in una piccola squadra come il Lecce. Liverani deve sperare che oltre ai piedi anche il resto del corpo di Saponara tenga fino alla fine della stagione per vedere la luce in fondo al tunnel della lotta per non retrocedere.