Abbiamo seguito l'allenamento a distanza di Mattia Perin e Andrea Favilli, che tra flessioni e battute reciproche ci hanno mostrato come si tengono in forma in collegamento con i preparatori del club. Il racconto
Come ci si allena da casa? Abbiamo provato a capirlo entrando nei salotti di Mattia Perin e Andrea Favilli, portiere e attaccante del Genoa. Entrambi con un passato bianconero, e chissà se il futuro li rivedrà protagonisti con la maglia della Juventus. Per ora sono contenti di lottare per quella del Genoa. Si è capito durante il particolare allenamento, e chiacchierando con loro mentre seguivano le indicazioni dei preparatori atletici rossoblù, che il club ha messo a disposizione dei giocatori. Tutti e quattro collegati in contemporanea con Sky Sport, utilizzando la app che la società ha fornito a tutti i suoi dipendenti, da quando è scoppiata l’emergenza coronavirus e non è più possibile recarsi in sede e al centro sportivo Signorini. Ma c’è la necessità - o la voglia - di vedersi comunque.
Che feeling tra Perin e Favilli: i dialoghi durante l'allenamento
Tra un esercizio e l’altro dei prof. Alessandro Pilati e Gabriele Stoppino abbiamo capito anche qualcosa di più dei giocatori e dei rapporti che nascono in uno spogliatoio. Andrea Favilli non nasconde il feeling con Perin: "Mamma mia, vi giuro che da quando Mattia è tornato al Genoa ogni giorno mi massacra per qualcosa. Ma mi fa stare sul pezzo, è un piacere perché vuol dire che ci tiene e si vede come lui e gli altri senatori del gruppo tengano sull’attenti noi più giovani". Il portiere pungola l’attaccante perché crede in lui: “Da quando sono arrivato cerco di fargli capire determinate cose perché Favilli ha qualità fuori dal comune, ma lui ancora non lo sa. Lo deve capire per esprimersi al meglio anche se ci ha sempre dato un suo prezioso contributo, e da quando è tornato a star bene ha sempre risposto alla grande sia in allenamento sia nelle partite. E i gol sono pronto a scommettere che ne farà a caterve in serie A".
Del resto in casa Genoa tutti sono pronti a scommettere su di lui, che durante le esercitazioni si difende e replica agli sfottò del compagno più grande, Perin appunto, tornato al Genoa per aiutare la società in cui è cresciuto e che l’ha fatto crescere: "I risultati non sarebbero venuti se tutto lo staff tecnico, staff medico e noi non fossimo stati sempre uniti. Siamo partiti a gennaio con 11 punti e molti addetti ai lavori ci davano già per sconfitti, ma è venuto fuori il nostro carattere e la nostra qualità. Adesso siamo quart’ultimi a lottare per la salvezza, ma abbiamo la consapevolezza di essere un gruppo forte e fatto di uomini veri che hanno avuto in Nicola il pezzo fondamentale del puzzle. Il mister è stato bravo a livello tecnico tattico ma anche psicologico: tanti giocatori dopo il girone d’andata avevano il morale a terra e lui l’ha tirato su".
Anche da qui arrivano gli stimoli per tenersi in forma. E quello che non si può fare con un allenamento, come rivivere certe emozioni del campo, lo staff tecnico cerca di riproporlo inviando video emozionali ai giocatori, che intanto continuano ad allenarsi anche di fronte a noi. Alla fine il fiatone non manca a entrambi, ma Perin lo chiarisce: "La situazione difficile in questo contesto la stanno vivendo tante altre persone, dai malati ai medici. Noi siamo talmente abituati a lavorare sul nostro corpo per la prevenzione, per i dettagli, e per la "sua" costruzione, che se non lo facessimo sentiremmo la differenza e non ci piacerebbe. Vogliamo continuare a essere in forma, per noi non c’è nulla di difficile, ci piacerebbe chiaramente farlo con i nostri compagni, ma ora non è il tempo di poterlo fare, questo stop per me è giustissimo, quindi per ora lo facciamo da soli e va bene lo stesso".