Ambrosini, Oddo e Abbiati hanno ricordato l’ultimo scudetto del Milan nove anni fa, ritornando sulla lite tra Ibrahimovic e Onyewu: "L’unico a prenderle fu Gattuso perché voleva dividerli"
Il 7 maggio 2011 il Milan vinceva il 18° scudetto, l’ultimo al momento della storia rossonera. A questa ricorrenza è stata dedicata Casa Sky Sport, che ha ospitato i protagonisti di quella stagione vincente: Massimo Ambrosini, Massimo Oddo e Christian Abbiati.
Ambrosini: "Bravo Allegri a gestire il gruppo"
"Sembra passato molto più tempo, è stato uno scudetto bello e meritato. La difficoltà di Allegri fu quella di gestire tante personalità di talento che non erano facili da assemblare. Quella stagione cominciò con Ronaldinho e finì con Cassano, era arrivato anche Boateng. Avevano tutti voglia di dimostrare qualcosa. Allegri ha avuto grandi meriti in questa gestione, sempre a modo suo, cercando di cambiare a seconda del momento. Poi siamo riusciti a scendere a compromessi in quel gruppo. Ricordo bene gli allenamenti, nelle partitelle c'era il massimo impegno e rispetto perché volevamo giocare tutti. Provai a dividere Ibrahimovic e Onyewu quando litigarono ma non ci riuscivo, come quando si prova ad aprire il bagagliaio di una macchina chiusa" ha raccontato l’ex centrocampista. Che poi ha fatto una riflessione sul Milan attuale: "Bravo Pioli ad adattarsi alla presenza di Ibrahimovic, non è comunque lo stesso di nove anni fa: lo vedo più riflessivo, più cosciente del suo ruolo e della sua personalità. Cassano è una persona molto più profonda e tosta di quello che magari vuol far vedere. La competizione che c'era in quel gruppo gli è servita davvero tanto".
Abbiati: "Cassano talento immenso"
Il racconto di Abbiati comincia dal giorno dello scudetto: "Lo ricordo bene, eravamo tutti tesi ma poi è stato bello esplodere con tutta la gioia. Volevo che il Milan tornasse a vincere perché l'anno prima l'Inter aveva fatto il Triplete. Quindi sono stato davvero felice di aver vinto, essendo anche di Milano. Lite Ibra-Onyewu? Ricordo che mi chiamarono per avvisarmi ma preferii restare al mio posto, visti i soggetti! Il talento di Cassano era immenso, uno spettacolo, non gli si rubava mai la palla e sapeva dribblare. Al Milan si mise a disposizione e non ricordo eccessi di esuberanza, fece bene anche l'anno dopo". Da un portiere all’altro, oggi la porta del Milan è difesa da Donnarumma: "È un talento che non si discute, è tra i migliori cinque portieri al mondo e spero da tifoso che possa rimanere. Se poi dovesse essere ceduto, mi auguro che si riesca a migliorare la rosa".
Oddo: "Gattuso mi infilzò con una forchetta"
Lo scudetto del 2011 arrivò quasi a fine carriera per Oddo: "Fu un giorno ancor più particolare, perché posso dire con orgoglio che era l'unico tassello mancante. Ho giocato con tanti grandi campioni che mi hanno fatto alzare tutti i trofei possibili, e mi mancava soltanto lo scudetto. La forza di quel gruppo era che oltre ad essere grandi calciatori eravamo grandi uomini. Poi è stata smessa quella generazione che facevano lo spogliatoio del Milan, ed è una cosa che è mancata poi negli anni successivi. Quell'anno feci sette partite, eppure sento tanto quello scudetto perché diedi tutto me stesso in queste occasioni. È un segno di grande attaccamento verso la società e i compagni, forse questo oggi manca. C'erano delle belle teste calde, come Cassano, Robinho, Ronaldinho e non erano facili da gestire. Ma poi c'erano anche quelle figure che sapevano riportarti sulla retta via. Gattuso una volta mi conficcò una forchetta nella coscia prima di una partita: si poteva scherzare sempre, ma tranne prima delle partite. Nella lite tra Ibra e Onyewu l'unico a prenderle fu proprio Rino che provò a dividerli. Quando arrivò Cassano, si diceva che aveva una clausola nel contratto che sarebbe stato rescisso alla prima ‘cassanata’. Noi eravamo consapevoli che lo spogliatoio l'avrebbe potuto proteggere, fece bene sul campo".