L'ex allenatore del Cagliari ospite a Casa Sky Sport: "Allenare una big dopo le esperienze in provincia? Oggi c'è maggior apertura rispetto al passato. A me però interessa sentirmi coinvolto nel progetto. Catania? Una palestra utilissima, con tutti quei sudamericani sembrava di essere all'estero"
Per tornare in panchina deve sentirsi "coinvolto nel progetto. Quando arriverà una proposta – spero presto – devo essere certo che quello sia il percorso giusto. Per me non è mai stato un problema allenare in una metropoli o in un paesino”. Ospite a Casa Sky Sport, contenitore di Sky Sport durante il quale rivolgiamo le domande dei nostri abbonati ad alcuni protagonisti dello sport, Rolando Maran (ex allenatore del Cagliari) torna a parlare così del suo futuro: "Se aspiro alla panchina del Milan? Da parte mia c’è sempre l’ambizione di confrontarmi con panchine e campioni importanti, altrimenti smetterei di fare questo lavoro. A Cagliari ho vissuto un’esperienza bellissima, magari finita male, ma eravamo in corsa per raggiungere i nostri obiettivi. È stato sicuramente un passo importante. Vedremo quale occasione si presenterà, ma le grandi piazze sono sempre ambite e dico in generale non solo per il Milan". Tanco che in passato si è parlato anche di un accostamento al Napoli: "Ci sono state voci, ma io alle voci credo poco, contano i fatti", ammette Maran.
"Che palestra Catania, sembra di essere all’estero"
Fatti che hanno portato Maran ad allenare tra le altre anche Catania, Chievo e Cagliari. "L’esperienza di Catania è stata completamente nuova per me, mi ha arricchito molto. Essere nello spogliatoio con 14 sudamericani era un po’ come essere all'estero", ricorda Maran. "Ho vissuto dinamiche completamente nuove, che mi hanno arricchito: è stata una palestra incredibile che mi ha aiutato anche nelle altre esperienze che ho poi avuto", prosegue l’allenatore. Che risponde così a una domanda sul suo carattere e sul modo di relazionarsi con i giocatori: “Io devo essere me stesso quando sono con la squadra, mi costa fatica essere diverso da quello che sono. Non mi sentirei sincero. Essere così mi ha portato ad allenare grandi società. Non devo cercare di essere qualcosa di diverso per arrivare a ottenere una panchina".
"Allenare una big? Oggi c’è maggior apertura. Sull'amicizia con Allegri e Pioli…"
Maran che ha poi risposto così sull’amicizia che lo lega a Pioli e Allegri: "Li ho conosciuti durante il corso a Coverciano: mi piace per come si pongono, per come vivono la loro professione, per come manifestano le loro emozioni e le loro idee". E chissà che anche per Maran, come successo appunto anche ad Allegri e Pioli, non ci sia in futuro l’occasione di allenare una big dopo tanti anni in provincia: "Max, Sarri hanno avuto la loro occasione e l’hanno sfruttata benissimo. Anche Giampaolo ha avuto la sua chance. Credo che oggi ci sia maggiore apertura nei confronti di allenatori che hanno disputato campionati 'difficili' – perché guidare squadre dove bisogna gestire 10-12 sconfitte è complicato – nell’allenare una big. Credo che stia cambiando qualcosa da questo punto di vista", le sue parole.
"Barrientos? Talento straordinario che non ha sfruttato del tutto"
Per concludere spazio ad alcuni giocatori che ha allenato: "Il più forte? Potrei citarne molti, ma farei un torto ad altri: per citare uno dico Nainggolan, calciatore che potrebbe giocare in squadre di vertice". Su chi invece non ha sfruttato tutto il suo potenziale Maran cita Barrientos: "Ha avuto troppo poco per il talento che aveva, un po’ per via dei suoi infortuni un po’ per la sua indole caratteriale. Aveva un talento incredibile. Danielli aveva qualità per giocare per 10 anni in Nazionale".
"Gasp e Inzaghi hanno plasmato Atalanta e Cagliari"
Maran ha poi affermato: "I complimenti da parte dei colleghi? Essere apprezzato e riconosciuto da loro è un grande valore, fa piacere. È un grande orgoglio per me, anche perché gli allenatori italiani hanno una grandissima preparazione". Tra loro sicuramente Gasperini e Inzaghi: "Gasp ha dato un marchio alla sua squadra, l’ha plasmata a suo piacimento e l’Atalanta oggi è un esempio per tutti, una delle realtà più belle. Lavoro simile quello che ha fatto Simone Inzaghi con la Lazio, una squadra che secondo me è sottovalutata nell’organico. Hanno grandi qualità tecniche e fisiche come hanno dimostrato ribaltando il risultato nei minuti finali contro il mio Cagliari".