Inter-Milan, le chiavi tattiche del derby di Milano

Serie A

Federico Aquè

Tra l'assenza di pubblico e le assenze per Covid-19 non sarà un derby come gli altri: Conte ha più scelte, ma Pioli giocatori più in forma. La partita è in diretta sabato 17 ottobre dalle 17 su Sky Sport Serie A

INTER-MILAN LIVE

Inter e Milan non si erano ancora affrontate durante una pandemia, e ovviamente non sarà un derby come gli altri. Non solo San Siro sarà vuoto, se non per le mille persone a cui sarà consentito l’accesso allo stadio, ma la positività al coronavirus di diversi giocatori da entrambe le parti condizionerà le scelte di Antonio Conte e Stefano Pioli.

 

L’Inter è più colpita ma ha anche più talento e soluzioni per sostituire gli assenti. L’emergenza potrebbe ad esempio dare un’occasione a Christian Eriksen, anche se comunque Conte potrebbe scegliere un trio di centrocampo più fisico e intenso, formato da Brozovic, Barella e Vidal. A non cambiare non dovrebbe essere la disposizione con due giocatori davanti alla difesa e uno più avanzato a muoversi da trequartista, che Conte ha sempre utilizzato nelle prime tre partite, cambiando però ogni volta il trequartista. All’esordio contro la Fiorentina ha giocato Eriksen, poi è stata data un’opportunità a Sensi contro il Benevento e infine, contro la Lazio, a giocare in una posizione più avanzata del solito è stato Barella. Forse è il segnale che Conte non ha ancora trovato gli equilibri che cerca a centrocampo, e dietro l’angolo c’è sempre il ritorno all’amato 3-5-2, la coperta di Linus a cui il tecnico salentino ricorre ogni volta che le cose non girano come vorrebbe.

 

Nel Milan le scelte sembrano più definite, e forse i dubbi maggiori riguardano i trequartisti esterni del 4-2-3-1. Sarebbe strano infatti se Pioli rinunciasse ai suoi punti fermi: cioè ai rientri di Romagnoli al centro della difesa e di Ibrahimovic in attacco, e alla coppia a centrocampo formata da Kessié e Bennacer, con Calhanoglu schierato da trequartista davanti a loro. Sulle fasce, invece, le scelte di Pioli possono cambiare a seconda del piano che ha preparato. Schierato a destra o a sinistra, Saelemaekers potrebbe abbassarsi vicino al terzino e aiutare quindi a contenere gli esterni dell’Inter, cioè Perisic e Hakimi. Brahim Díaz ha invece nel controllo della palla la sua qualità principale e aiuterebbe ad assorbire il pressing dell’Inter, a rallentare la risalita del campo e a darle un po’ più di ordine. Leao invece, se schierato a sinistra al posto di Rebic, inciderebbe in senso opposto, permettendo al Milan di attaccare velocemente gli spazi dietro Hakimi.

 

È una zona di campo fondamentale per gli equilibri della partita, e non solo per il trequartista esterno che alla fine sceglierà Pioli. Il duello più atteso è infatti tra Hakimi e Theo Hernández, compagni per una stagione al Real Madrid, entrambi abituati a spingere molto e a dominare con il loro atletismo gli avversari che si trovano davanti. Hakimi è più agile e leggero, mentre Hernández è più potente, tutti e due possono cambiare la partita con un’iniziativa personale, con uno scatto al momento giusto.

 

Non sarà comunque un duello solo fisico, giocato sulla velocità e sui tentativi di superarsi a vicenda. Anche se entrambi danno il loro meglio quando hanno spazio davanti e possono accelerare palla al piede, entrambi sanno rendersi pericolosi se ricevono da fermi, con l’avversario davanti e la difesa schierata. Insomma, non sono solo dei treni capaci di attraversare il campo in pochi secondi, ma sono abbastanza tecnici da ricevere in isolamento in zone avanzate sulla fascia e trovare la giocata risolutiva. Forse Hakimi è più bravo in queste situazioni, specie nel saltare l’uomo e poi rifinire con precisione, Hernández però calcia meglio ed è più pericoloso quando tira in porta.

 

In realtà, comunque, il gioco dell’Inter non lascia molti margini di iniziativa ad Hakimi, non gli fa portare troppo la palla e nemmeno si appoggia ai suoi dribbling in zone avanzate per creare occasioni. Rispettando i meccanismi del gioco di Conte, l’esterno marocchino si alza subito a inizio azione per tenere impegnato il terzino avversario, è ancora piuttosto controllato quando partecipa alla risalita del campo dalla sua parte, ma quando l’Inter manovra a sinistra ha già imparato a tagliare con i tempi giusti dietro l’avversario per rifinire o entrare in area a concludere l’azione.

 

In tre partite con l’Inter ha segnato un gol e servito due assist, sempre al termine di azioni in cui la manovra si sviluppa a sinistra e lui è abile a tagliare sul lato opposto, e dimostrando di aver subito trovato una buona intesa con Sánchez e Lukaku. Contro la Fiorentina, all’esordio, è stato il cileno a lanciarlo dietro Biraghi dopo che l’azione dell’Inter era passata da sinistra al centro con un passaggio in verticale di Vidal verso Lukaku e un appoggio di quest’ultimo all’indietro a Sánchez, libero nei pressi della lunetta. Hakimi era scattato dietro Biraghi e sulla palla alzata da Sánchez è stato abile a crossare di prima per Lukaku, solo al limite dell’area piccola.

hakimi_assist

Il primo gol segnato da Lukaku al Benevento ha coinvolto gli stessi protagonisti, anche se in modo diverso. Hakimi ha ricevuto largo a destra un cambio di gioco eccezionale di Kolarov, ha bruciato il suo avversario in velocità dopo aver chiesto un triangolo a Sánchez e poi ha crossato ancora una volta per Lukaku, che ha segnato calciando con il destro.

 

È soprattutto a questi tagli che dovrà stare attento Hernández. L’Inter sfrutta tutto il campo in ampiezza con i due esterni alti e aperti e, sviluppando velocemente il gioco da un lato all’altro, può creare problemi al Milan, che difendendo a quattro e pressando con decisione sul lato della palla, può avere delle difficoltà a coprire l’ampiezza. Quando i nerazzurri manovrano a sinistra spetterà a Hernández tenere d’occhio i tagli sul suo lato di Hakimi.

 

Anche il terzino rossonero, pur giocando in una difesa a quattro, si trova spesso in zone avanzate e arriva a volte nell’area avversaria, ma a differenza di Hakimi ha molta più libertà di cercare l’iniziativa personale e può ricevere in zone più interne del campo se l’azione si sviluppa a destra. Oltretutto, il sistema del Milan gli mette un compagno davanti con cui può combinare o che può muoversi in sua funzione per creargli spazi. Ad esempio, nel derby di ritorno dello scorso campionato Rebic teneva impegnato il lato destro della difesa interista e permetteva a Hernández di ricevere in corsa con molto spazio davanti.

rebic

Rebic si muove quasi solo in verticale ed è particolarmente adatto a creare spazi per Hernández alzandosi sulla linea difensiva avversaria, ma non ci sarà nel prossimo derby. Con un altro compagno davanti a lui cambieranno anche i movimenti per creare problemi ai nerazzurri schierati sulla fascia destra. Brahim Díaz è a suo agio tra le linee e può lasciare a Hernández l’intera fascia, isolandolo con Hakimi, Leao invece si muove di più in profondità e può aiutare il terzino rossonero portando fuori posizione lo stesso Hakimi o un centrale.

 

Nelle tre partite giocate finora Hernández è sempre stato decisivo. All’esordio contro il Bologna ha dato l’assist per il primo gol di Ibrahimovic con un cross dal corridoio interno a sinistra, a Crotone ha lanciato Rebic dalla trequarti difensiva e lo ha mandato in area a conquistarsi il rigore che ha portato in vantaggio il Milan, contro lo Spezia ha intercettato un passaggio laterale all’altezza del centrocampo ed è andato a segnare entrando in area palla al piede e calciando forte a incrociare verso l’angolo più lontano.

 

Sono molti gli scontri e gli spunti tattici che possono decidere il derby. Ad esempio il rientro di Ibrahimovic, che alza il livello del Milan e ne trasforma il gioco nella metà campo avversaria, oppure il particolare sviluppo della manovra dell’Inter quando gioca con il 3-4-1-2, che fa allargare le punte e concentra il possesso sulle fasce. Il duello tra Hernández e Hakimi sarà però uno dei più belli da vedere, uno di quelli che può cambiare le sorti della partita.