Un dribbling di Messias, un filtrante di Luis Alberto e altre grandi giocate dall'ultima giornata di campionato
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L’ottava giornata ha portato in dote meno risultati assurdi rispetto alle prime giornate, escludendo il ritorno della “Pazza Inter” contro il Torino. Quello che però ci ha detto, mentre si iniziano a individuare i primi pattern di classifica, è che il Milan è tornato a essere una squadra che lotta per lo Scudetto. Lo ha fatto al termine di una partita, contro il Napoli, davvero ben giocata da tutte e due le squadre, che ci ha ricordato come possono essere spettacolari 90 minuti di Serie A. Proprio lo spettacolo è quello che cerchiamo di portare ogni settimana in questa rubrica, sotto forma di dribbling, intuizioni, salvataggi, colpi di genio. Questi sono i migliori di questa giornata.
L’azione personale di Messias
Difficile trovare un giocatore più sorprendente di Junior Messias in questo inizio di campionato. Se non altro perché quanti, in Serie A, possono dire che quattro anni fa stavano facendo il fattorino?
Di certo non Radu, che quattro anni fa era già alla Lazio da sei. In quest’azione lascia che Messias lo umili. Prima lo dribbla con un primo controllo d’esterno che lo brucia. Il campo però è pesante e la palla non scorre, il difensore riesce a recuperare. Proprio mentre sta cercando di accorciare lo spazio con lui, Messias lo salta di nuovo con un tocco di interno lungolinea che lascia Radu a terra. Uno di quei dribbling tra toro e torero.
Il filtrante d’esterno di Luis Alberto
Non è stata una settimana facile per Luis Alberto, dopo le critiche a Lotito. Ma in campo tutto sembra facile per lo spagnolo, anche se il campo somiglia più a una piscina e i giocatori con più talento tecnico come lui dovrebbero essere svantaggiati. Riceve palla poco dopo il centrocampo, vede il movimento di Caicedo e lo serve con un filtrante d’esterno che - come si dice in questi casi - ha “i giri giusti”. Lo fa come se fosse la cosa più facile del mondo. Sono tre anni che Luis Alberto dispensa filtranti in Serie A come se fossero caramelle e ancora riesce a sorprenderci. Per fortuna.
L’uscita palla della Roma
Di fronte a un Parma arrendevole, la Roma ha giocato una grande partita. Forse il dato più significativo è quello del possesso palla, col 58% quasi dieci punti percentuali più della propria media stagionale. Come sempre l’uscita palla dalla difesa è stata una situazione d’eccellenza. Questa è l’ennesima grande uscita dal basso che finisce in questo articolo sulle migliori giocate. Inizia da una giocata paziente di Cristante, che proprio quando sembra essersi imbottigliata trova una bella palla in verticale per Veretout. Il francese scarica di prima per Pedro che guida la transizione, e con un filtrante trova il suo partner in crime, Mkhitaryan. È un passaggio complicato per la quantità di corpi che deve attraversare prima di arrivare al giocatore della Roma. L’azione poi si concluderà con un tiro a giro di Veretout fuori di poco, in un’azione quindi rimasta chiusa a questi tre giocatori.
Il tunnel + veronica di Zaccagni
Qualcuno direbbe: “Eh ma poi ha perso palla”. Qualcuno lo ha detto, d’altra parte, dopo il controllo di tacco di Phil Foden su un campanile di Maguire, con la Nazionale. Ovvero, qualcuno troverà sempre una ragione per sminuire giocate complesse e difficili che magari riescono ma che non portano direttamente a un gol, perché per loro il calcio non può essere espressione del proprio carattere, di libertà, creatività, ma solo efficienza. Il fatto, però, è che Zaccagni è anche uno dei giocatori più efficienti della Serie A (secondo a creare più Expected Assist su azione, dati di Alfredo Giacobbe pubblicati su l’Ultimo Uomo) e questo tipo di giocate gli sono necessarie per liberarsi dei marcatori e trovare lo spazio utile per quelle giocate che sono più direttamente funzionali a un gol (passaggi o tiri).
In questo caso prima supera in tunnel il terzino, Toljan, poi evita con una “ruleta” il raddoppio di Berardi. Zaccagni improvvisa questa seconda parte della giocata dopo essersi allungato palla sul tunnel, ma di fatto gli serve per fermare il pallone “in corsa”, senza fermarsi cioè. Il rientro di Toljan funziona solo perché sul cambio di piede della ruleta Zaccagni non imprime sufficiente pressione sul pallone e non lo abbastanza avanti, ma resta un tentativo incredibile che pochissimi altri giocatori nel campionato possono fare o anche solo immaginare. Zaccagni sta giocando una grande stagione e il Verona non meritava di perdere contro il Sassuolo, entrambi meritano di essere tenuti d’occhio di sicuro.
La parata di Donnarumma
Con la vittoria contro il Napoli, il Milan si è confermato al vertice della Serie A. Se la copertina se l’è presa (giustamente) Ibrahimovic, al suo opposto del campo Donnarumma riesce a essere altrettanto decisivo. A 21 anni, alla sesta stagione in Serie A, sembra un giocatore più maturo. Con gli stadi vuoti lo si sente dominare con la sua voce, nelle uscite è più sicuro e con i piedi migliora di partita in partita. Ma Donnarumma rimane principalmente un prodigio tra i pali, grazie a questa capacità di unire un fisico enorme alla reattività di un felino. Quanto ci mette a scendere a terra per andare a togliere dall'angolo questo tiro di Mertens? L’attaccante del Napoli aveva avuto il tempo di girarsi e mirare con i piedi ben dentro l’area di rigore, situazioni nelle quali solitamente è letale. Donnarumma però è già pronto: le ginocchia basse, le braccia larghe. Anche il rimbalzo del pallone a pochi centimetri da lui non lo inganna, con la mano aperta salva il pericolo. Se Ibra i gol li fa, Donnarumma li evita e sono due facce della stessa medaglia.