Insigne, quella punizione segno del destino

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Massimo Ugolini

Massimo Ugolini

©LaPresse

Il significato speciale del gol del capitano che ha sbloccato Napoli-Roma, nella stessa porta dove Maradona nel 1985 segnava alla Juve uno dei gol più belli e impossibili della sua carriera italiana

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Che una mano, anzi, che la Mano de Dios si sia posata sulla testa del capitano lo hanno pensato in molti. Al momento della punizione che Insigne ha calciato alla destra di Mirante. Battendolo, sbloccando una partita che fino a quel punto si era portata dietro il peso di giorni infinitamente tristi. Non avrà le stimmate del predestinato, ma se c’era un giocatore con le carte in regola per declinare sul campo il carico di emozioni raccolte nelle ore precedenti… Beh, quello era certamente lui.

Quella punizione, stessa porta

Lorenzo Insigne, il capitano del Napoli orfano di Maradona, figlio della città che tanti anni fa giurò amore eterno a Diego e che ora accoglie come un regalo dal cielo quel gol, su punizione, segnato nella stessa porta dove 35 anni fa Maradona contro la Juventus sfidò le leggi della fisica e posò il primo mattone per la costruzione delle vittorie che segnarono quell’epoca.

Punto di partenza

Quella punizione come quella contro la Roma, per mettere alle spalle un periodo non certo semplice. Per prendere consapevolezza della propria forza. Serviva una scossa a questo Napoli. È arrivata grazie al destro del capitano e nessuno a Napoli dubita che una mano sia piovuta dal cielo per spingere in rete il pallone.

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