Serie A, le migliori giocate della 16^ giornata

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Daniele Manusia

L'assist di tacco di Dybala, l'azione di Damsgaard e altre grandi giocate dal turno di campionato dell'Epifania

 

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Il turno del 6 gennaio verrà ricordato per la prima sconfitta del Milan dopo 27 partite, nello scontro diretto contro la Juventus. Una partita condizionata dalle assenze ma ugualmente spettacolare con due squadre in grado di mettere in campo intensità ma anche grandi giocate, come l’assist di Dybala per il primo gol di Chiesa. Oltre la partita delle 20:45 c’è stata la conferma della Roma, che si è liberata del Crotone anche grazie a giocate di livello delle sue seconde linee (il gol di Borja Mayoral ad esempio), la caduta dell’Inter, sconfitta dalla Sampdoria grazie alle parate di Audero e a una grande giocata di Damsgaard; del Napoli, sconfitto dallo Spezia nonostante le tantissime occasioni create. Insomma, la Serie A è sempre più spettacolare, combattuta e piena di grandi giocate. Queste sono le migliori del 16^ turno.

 

L’azione di Damsgaard nel gol di Keita

Damsgaard è arrivato in Serie A sconosciuto, ma con delle statistiche tra gol e assist abbastanza impressionati per un giocatore così giovane. Si poteva però pensare che fosse per via del campionato danese, non certo competitivo come la Serie A. Damsgaard non sembra però aver patito questo passaggio: in poco più di 800 minuti in campo ha segnato 2 gol e offerto 3 assist, di cui l’ultimo ieri contro l’Inter piuttosto incredibile c’è da dire.

 

Il danese riceve una palla sporca a centrocampo, spalle alla porta in mezzo a tre avversari, di cui si libera portandosela dietro col tacco, poi accelera come avesse visto qualcosa - una strada in mezzo alle maglie grigio e nere dell’Inter - evita Brozovic, aggira Bastoni con un tocco - lui alla sua sinistra, la palla alla sua destra - poi anche se non si direbbe fa la cosa più difficile alzando la testa per trovare con un passaggio forte e preciso Keita in mezzo a tre avversari.  

 

L’assist di tacco di Dybala

Non era un buon momento per Dybala e senza l’infortunio di Morata probabilmente avrebbe cominciato la partita più importante della stagione fin qui per la Juventus in panchina, nonostante sia il detentore del premio di MVP della Serie A vinto la scorsa stagione. Ci sono continui dilemmi intorno alla posizione in campo dell’argentino e anche sui suoi compiti, dilemmi non campati per aria. Tuttavia il modo in cui gioca Dybala, la qualità dei suoi tocchi, la bellezza dei suoi stop, dei suoi tiri, non può essere ignorata in nessun modo. Non sempre si concretizza in qualcosa di utile, ma quando lo fa è sempre qualcosa di eccezionale. 

 

Chiesa è bravo a offrirgli una traccia dopo il passaggio, ma ci vuole la capacità di Dybala nel giocare spalle alla porta, la sensibilità nel muovere il pallone e passarlo con il tacco per fare questo passaggio. Gli assist di tacco sono difficili non solo perché richiedono sempre di vedere qualcosa alle spalle o comunque dietro, ma anche perché il tacco non è una zona del piede sensibile, almeno non per tutti. Per Dybala, invece, ogni parte del piede è sensibile ed è questo che lo rende un grande giocatore.

 

Il lancio di prima di Cristante

Con la convincente vittoria di ieri contro il Crotone, la Roma si è confermata come una delle migliori squadre del campionato nell’attirare il pressing per attaccare lo spazio che si viene a creare alle spalle delle linee avversarie. L’azione che ha portato al rigore poi segnato da Mkhitaryan è forse uno degli esempi più luminosi di questa stagione. Il possesso parte dai piedi di Pau Lopez e nessuno si aspetta che con appena tre passaggi la squadra di Fonseca possa arrivare dentro l’area di rigore avversaria. È interessante anche notare come la Roma porti i propri giocatori a muoversi in maniera controintuitiva senza però cambiare davvero la propria struttura posizionale. In questo caso, ad esempio, Mkhitaryan scende fino in difesa per contribuire alla prima costruzione diventando temporaneamente uno dei tre centrali, Ibañez di conseguenza si allarga a sinistra ricoprendo per un attimo il ruolo di terzino sinistro, mentre Karsdorp e Bruno Peres sono talmente in alto sul campo - persino più in alto di Borja Mayoral - da essere di fatto le due ali della Roma. Ovviamente non avremmo commentato questi movimenti senza la grande apertura al buio di Cristante che, però, non è affatto un’invenzione estemporanea ma è perfettamente coerente rispetto al modo in cui la Roma attacca l’ampiezza. Il centrocampista giallorosso può lanciare di prima spalle alla porta esattamente perché sa che Karsdorp è già lì.

 

L’assist di Ilicic sul primo gol di Muriel

Vedendo questo gol di Muriel in molti noteranno la rilassatezza di Bruno Alves, che non scala in tempo per marcare il colombiano (ma a quel punto bisognerebbe sottolineare anche l’incredibile posizione di Toloi, che sovraccarica la sua posizione mandandolo in tilt). In pochi sapranno riconoscere il valore dell’assist di Ilicic, che non appena vede il suo compagno staccarsi dai difensori del Parma lo serve con un lancio a mezz’aria sufficientemente potente per tagliare fuori Bruno Alves - che magari non si aspettava un assist così tagliente da poco dopo il cerchio  di centrocampo - ma allo stesso tempo anche sufficientemente delicato per permettere a Muriel di smorzarlo con l’esterno destro e poi di bucare Sepe con un tiro a incrociare di sinistro. Se persino un difensore esperto come il portoghese non si aspettava un assist simile, allora forse il passaggio di Ilicic ha davvero qualcosa di speciale.

 

Il tiro da centrocampo di Nainggolan

Radja Nainggolan è uno di quei giocatori troppo belli da vedere in campo per poterlo tenere fuori dalla Serie A senza commettere un crimine. Quanti altri giocatori del nostro campionato hanno la forza fisica per rincorrere un pallone uscito da un calcio d’angolo avversario, strappandolo in allungo a Hetemaj? In quanti hanno la capacità aerobica e la tecnica in conduzione per portarlo così velocemente fino al cerchio di centrocampo? In quanti hanno poi l’incoscienza di tirare alla fine di questa galoppata e il talento di metterlo quasi sotto il sette? E in quanti, infine, hanno l’autoironia di ripresentarsi in campo dopo mesi con quei capelli rosa fluo? Bentornato Ninja.