Un filtrante di Obiang, un incredibile recupero di Mandragora e altre giocate spettacolari dall'ultimo turno di campionato da vedere e rivedere
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Mentre fuori imperversa una pandemia mondiale e il calcio per come lo conosciamo sta finendo con la Superlega, in Serie A si è continuato a fare grandi giocate. Il weekend calcistico italiano è stato impreziosito non solo da Lautaro Martinez - che effettivamente parteciperebbe alla Superlega il prossimo anno - ma anche da calciatori che consideriamo dei medi figuranti, ma sono, messi in una certa prospettiva, davvero calciatori eccezionali: Pedro Obiang e la sua visione di gioco, il temperamento di Mandragora, l’agilità di Marco Silvestri, la classe di Fabian Ruiz. Godiamoci tutto questo, finché ancora esiste.
Il filtrante perfetto di Obiang
Nel calcio di oggi si parla spesso dell’importanza di tagliare le linee avversarie con un passaggio, eseguirli però è davvero difficile. Rispetto a un lancio lungo è più rischioso, perché può essere più facilmente intercettato e portare a un contropiede avversario, per cui bisogna trovare il tempo giusto ed eseguirlo alla perfezione. Obiang lo esegue con le spalle rivolte verso le panchine, quasi come fosse un passaggio no-look, colpendo secco con l’interno collo come se stesse sciabolando una boccia di champagne. La traiettoria è ipnotica, taglia praticamente tutti i giocatori della Fiorentina dietro la palla che possono solo guardarla scorrere tra loro. In più il suo filtrante non è sui piedi di Berardi, ma va a incontrare il suo movimento alle spalle come un treno in perfetto orario.
La copertura della porta di Marco Silvestri
Nel girone di ritorno Silvestri ha normalizzato il suo rendimento dopo una prima parte di stagione che lo aveva messo al pari dei migliori del campionato. Ieri, ad esempio, una sua uscita mal calibrata è costata al Verona il terzo gol, ma gli errori possono essere spiegati all’interno di una squadra che sta lentamente abbassando lo sforzo mentale non avendo più obiettivi stagionali. Tuttavia Silvestri è evidentemente un ottimo portiere e questo intervento su Jankto ne è la dimostrazione. Il portiere del Verona è eccezionale nella reattività, ma anche nella scelta: non si sposta solo verso destra per coprire la porta, ma con quattro passi di una rapidità strabiliante viene anche in avanti per chiudere il raggio di tiro dell’avversario. Come se non bastasse dopo aver smorzato il tiro con il petto riesce anche a tenerlo dalle sue parti per bloccare il pallone.
La difesa con la suola di Fabian Ruiz
Fabian Ruiz è uno di quei giocatori che sembra avere un amore viscerale per il pallone, le attenzioni che gli dedica quando ce l’ha tra i piedi sono anche eccessive certe volte, ma sicuramente fanno comodo quando te lo passano spalle alla porta in mezzo a due avversari. In quattro tocchi manipola due avversari: prima lo stop d’interno, poi con la suola sinistra si sposta il pallone alle spalle e con la suola destra si allontana da Bastoni, prima di evitarne l’entrata con il quarto tocco, questa volta con l’esterno sinistro. Una specie di ruleta destrutturata a cui fa seguire un efficace protezione del pallone prima di schernire ancora i due avversari con un passaggio per Demme che gli passa in mezzo.
Il recupero di Mandragora su Pedro
Potete godere di questo recupero di Mandragora osservando la sua corsa da dietro il centrocampo, lo sguardo fisso sul pallone, uno di quei personaggi di quei film d’azione che deve disinnescare una bomba mentre in controcampo vediamo un cronometro col tempo che scorre. Immaginiamo le gocce di sudore a imperlare la fronte di Mandragora, il volto sempre più tirato, un corpo fiondato verso l’obiettivo.
La rifinitura di Lautaro per Barella
Lo sappiamo, Lautaro Martínez e Romelu Lukaku sono la migliore coppia di attaccanti del campionato, e non solo perché insieme hanno segnato più gol di tutti. L’Inter chiede molto alle sue punte per risalire il campo e creare occasioni, e se è vero che il riferimento offensivo più cercato è Lukaku, ingestibile per i difensori anche quando protegge il pallone con le spalle alla porta, in questo caso invece l’Inter sta costruendo a sinistra e a farsi trovare dietro il centrocampo del Napoli è l’altra metà della coppia, ovvero Lautaro. La giocata è insolita a partire dallo smarcamento di Lautaro e dalla disposizione dell’Inter, che forma un quadrilatero al centro del campo, in cui l’argentino è a tutti gli effetti il trequartista sinistro, che va a cercare lo spazio per ricevere la palla dietro Fabián Ruiz. Bastoni ci mette un po’ a servire il compagno davanti a lui, aspetta che il movimento in pressione di Politano gli apra la linea di passaggio in verticale, e quando lo cerca gli dà una palla leggermente lunga. Lautaro ci arriva per primo ma non continua il movimento andando in avanti, copre la palla scivolando e con una mossa da ninja si rialza e dribbla Fabián Ruiz aggirandolo, aprendosi lo spazio per una giocata da trequartista puro. Cioè un filtrante nello spazio tra Koulibaly e Mário Rui che va a incrociare l’inserimento in area di Barella. L’azione non si chiude bene per l’Inter perché Barella si allunga la palla e non riesce a evitare l’uscita di Meret, ma i nerazzurri troveranno comunque il modo di recuperare lo svantaggio con il gol di Eriksen nel secondo tempo.