Vlahovic e il rigore, Biraghi: "Oggi ci siamo invertiti. Io i rigori, lui le punizioni"

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Al termine della vittoria contro il Cagliari per 3-0, Biraghi ha spiegato l'episodio al momento del rigore: "Di solito io tiro le punizioni e Vlahovic i rigori, oggi ci siamo invertiti. Non è vero che Dusan non l'ha tirato perché non se l'è sentita, altrimenti non avrebbe fatto la partita che ha fatto". Italiano: "I rigori li calcia chi se la sente più degli altri"

FIORENTINA-CAGLIARI: GLI HIGHLIGHTS

La Fiorentina vince 3-0 contro il Cagliari e si lascia alle spalle i due ko consecutivi contro Napoli e Venezia. Alle spalle sono stati lasciati anche i rumors delle ultime settimane riguardanti Dusan Vlahovic, che con uno splendido gol sul punizione ha messo in disparte la questione rinnovo, contribuendo alla vittoria della Viola e rendendo felici i suoi tifosi. Eppure il pomeriggio per Vlahovic non era partito proprio nel migliore dei modi: quando l’arbitro Rapuano ha fischiato il penalty per la Fiorentina, al 21°, l’attaccante serbo non ha battuto il rigore, lasciandolo a Biraghi. Dai replay di quegli istanti, il labiale di Vlahovic sembra dire al suo capitano "Non me la sento, non me la sento", prima di allontanarsi dal dischetto. Sensazioni che invece sono state smentite da Biraghi, che a fine match ha spiegato: "Lui è il rigorista, io sono il secondo. Di solito tiro io le punizioni e lui è il secondo. Oggi ci siamo invertiti. Dusan è un ragazzo giovane con una personalità che in pochi hanno, compreso i grandi. Non è vero che non ha tirato perché non se l’è sentita, altrimenti non avrebbe fatto la partita che ha fatto".

Italiano: "I rigori li calcia chi se la sente più degli altri"

Dell'episodio sul rigore ha parlato anche Vincenzo Italiano: "I rigori li calcia chi se la sente più degli altri. È una questione di momenti: Vlahovic li batte bene, ma Biraghi oggi ha dimostrato freddezza. Chi va sulla palla deve essere convinto di far gol". Dal rigore non tirato alla splendida punizione del secondo tempo. Durante i festeggiamenti per il gol, l'attaccante serbo ha abbracciato il suo allenatore. Un'immagine forte, spiegata proprio da Italiano in conferenza stampa: "Nei momenti di difficoltà un allenatore stimola, cerca di stare vicino ai suoi giocatori, di motivare e suscitare una reazione. Mi piace parlare con lui e gli dico sempre che nel grande bosco come gioca la punta gioca squadra, e lui lo ha capito. Sono contento dell’abbraccio generale, di tutta la squadra, per noi ripartire dopo due sconfitte era importante perché le sconfitte minano le certezze e noi avevamo bisogno di ritrovarle".

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