Secondo il quotidiano "La Repubblica", la Covisoc ha inviato al Procuratore della Figc e al presidente Gravina una relazione sulle plusvalenze degli ultimi due anni. Nel mirino dell'organo di vigilanza che monitora i bilanci ci sono 62 trasferimenti, che avrebbero inciso molto sui conti di diverse società di Serie A. Alcuni scambi avrebbero coinvolto calciatori valutati cifre significative, senza una vera ragione sportiva
Ancora plusvalenze sospette per rimettere a posto i bilanci. È quanto emerge dall’analisi degli ultimi due anni di calciomercato fatta dalla Covisoc, l'organismo di vigilanza sulle società di calcio, e recapitata a Figc e Procura Federale. Ma di cosa stiamo parlando? Come riportano "La Repubblica" e "Il Tempo", di varie operazioni, di cui la maggior parte vedono protagonista la Juventus, per scambi con plusvalenze per un valore totale di circa 90 milioni di euro. Un vero e proprio trend - si legge - in cui la carenza di liquidità ha indotto i club ad indirizzarsi verso schemi negoziativi permutativi.
Cosa è una plusvalenza?
La plusvalenza non è altro che il guadagno effettivo sul cartellino di un giocatore. Di per sé non è un reato, anzi: è il modo in cui, attraverso il mercato, si guadagna. Il problema nasce quando si scambiano giocatori a prezzi non ritenuti congrui: non essendoci trasferimento di denaro il guadagno a bilancio della società è rapido. Ad esempio se due giocatori prodotto del settore giovanile di due società vengono scambiati per un milione di euro entrambi i club hanno un equivalente guadagno a bilancio. Tra gli scambi sospetti ad esempio quello Juve-Marsiglia fra Franco Tongya e Marley Aké, due giocatori valutati 8 milioni di euro. Il primo, 19enne centrocampista italiano, gioca nel Marsiglia B nel Championnat National 2, la quarta serie francese. Il secondo, Aké, è un 20enne esterno francese che gioca nella Juventus under 23 in Serie C (entrambi giocano pertanto nelle seconde squadre dei club). Per operazioni del genere, secondo la Covisoc, la Juventus avrebbe avuto benefici a bilancio per circa 40 milioni di euro. La Covisoc ha messo il mirino anche sui calciatori inseriti nella trattativa Osimhen che ora giocano nelle serie inferiori, in Italia. In questo caso il Napoli ha sborsato meno cash: tanto quanto il valore dato ai giocatori inseriti nell'affare (circa 20 milioni di euro).
I possibili risvolti
Adesso il Procuratore federale Chiné con i suoi collaboratori indagherà e se lo riterrà opportuno istruirà un processo ai danni di società e/o tesserati. Non è la prima volta che l’uso della plusvalenza è ritenuto improprio, ma mai finora si è arrivati a una condanna pesante né a una soluzione del problema. Perché il vero nodo è: chi può decidere quanto vale un giocatore (visto che gli errori di valutazione, anche importanti, vengono fatti più spesso di quanto si creda)? Punire l'utilizzo di questo strumento è difficilissimo, per questo la Figc da alcuni mesi sta studiando una sorta di meccanismo di allarme che scatti quando i conti non tornano. Iniziare quindi l’eventuale indagine prima ed evitare che il problema si ingigantisca.