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Plusvalenze, le motivazioni della sentenza: "Non esiste metodo per valutare giocatori"

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©IPA/Fotogramma

Sono state diffuse le motivazioni che avevano portato il Tribunale federale a prosciogliere i 59 dirigenti e membri dei vari consigli di amministrazione oltre alle 11 società finite a giudizio per il caso delle plusvalenze. "Il metodo di valutazione adottato dalla Procura Federale può essere ritenuto un metodo di valutazione, ma non il metodo di valutazione"

PLUSVALENZE, TUTTI PROSCIOLTI: I DETTAGLI 

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Non esiste un metodo unico o oggettivo per arrivare a stabilire il reale valore di un giocatore: è la principale motivazione che ha portato il Tribunale federale a prosciogliere le 11 società di calcio e 59 dei 61 dirigenti (le posizioni degli altri due sono state stralciate per un vizio di forma) deferiti dalla Procura per il caso plusvalenze. Lo si evince dalla pubblicazione delle motivazioni della sentenza emessa il 15 aprile. Le indagini della Procura si erano basate su età, ruolo, carriera sportiva, storia economica dei trasferimenti, durata dei contratti procedenti e le retribuzioni previste, trovando riscontro tra il valore ricavato e quello riportato dal sito specializzato Transfermarkt.it.

"Non esiste un solo metodo di valutazione"

L'indagine della Procura federale era partita il 22 ottobre 2021 in seguito alle segnalazioni di Covisoc e Consob e dell'indagine penale Prisma, attivata dalla Procura di Torino nei confronti della Juventus con l'ipotesi di false comunicazioni e l'emissione di fatture per operazioni inesistenti. La Procura di Torino continua a lavorare, avendo avviato altri filoni di indagine, mentre la giustizia sportiva ha fatto il suo corso. Proprio il club bianconero era quello più colpito dalle richieste dell'accusa: ammenda di 800mila euro per il club con 12 mesi di inibizione per Andrea Agnelli, 16 mesi e 12 giorni per Paratici, 8 mesi per Nedved e Arrivabene, 6 e 20 giorni per Cherubini. A 392mila euro ammontava invece la multa chiesta invece per il Napoli, con 11 mesi e 5 giorni di squalifica per il suo presidente De Laurentiis. Pur ammettendo come una ridotta parte delle cessioni esaminate destino sospetto, non si supera "la soglia della ragionevole certezza" spiega il tribunale, "data da indizi gravi, concordanti e plurimi, così come già ritenuto in passato". Il metodo di valutazione adottato dalla Procura Federale "può essere ritenuto un metodo di valutazione, ma non il metodo di valutazione". 

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"Solo la FIFA può stabilire dei range"

Anche se si dovesse arrivare a stabilire un criterio valutativo predeterminato, lo stesso non sarebbe applicabile in regime di libero mercato. "Il libero mercato - è la spiegazione - non può essere guidato da un metodo valutativo (quale che esso sia) che individui e determini il giusto valore di ogni singola cessione. Non foss’altro perché, in tal caso, il libero mercato non esisterebbe più per la fissazione di corrispettivi di cessione sostanzialmente predeterminati da quel metodo". In sostanza, si legge nelle carte, il Tribunale ritiene che non esista o sia concretamente irrealizzabile 'il' metodo di valutazione del valore del corrispettivo di cessione/acquisizione delle prestazioni sportive di un calciatore". Si potrebbe pure pensare alla fissazione di criteri valutativi che individuino un range di valore entro cui muoversi, spiega il dispositivo, ma questo potrebbe stabilirlo solo "la FIFA, trattandosi di disciplina sovranazionale e mondiale".

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