Caso plusvalenze, Gravina: "Il calcio deve cambiare, c'è bisogno di sostenibilità"

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Il presidente della Figc ha espresso il proprio parere in merito al processo sul caso plusvalenze che vede coinvolti 11 club: "Il calcio deve cambiare, dobbiamo iniziare a parlare di sostenibilità finanziaria con controlli rigidi e rivisitazione di alcuni parametri. Questo deve passare anche dalla cultura dei dirigenti"

CASO PLUSVALENZE, LE RICHIESTE DELLA PROCURA FIGC

"E' l'ennesima lacerazione all'interno del nostro sistema. Il calcio deve cambiare con delle azioni responsabili". Il caso plusvalenze, nei giorni in cui è cominciato il processo sportivo che vede sotto accusa 11 club, amareggia il presidente della Figc:  Gabriele Gravina si dice dispiaciuto che "ancora una volta su questo tema, molto attenzionato, sensibile e delicato non si riesce a trovare una soluzione, condivisa, di buon senso. Dobbiamo iniziare a parlare di sostenibilità finanziaria, con controlli rigidi, rivisitazione di alcuni parametri e indicatori non più procrastinabili". Il numero uno del calcio italiano dice di non voler entrare nel merito delle vicende che riguardano alcune società, tra cui Juventus e Napoli (la Procura federale ha già chiesto rispettivamente 12 e 11 mesi per i presidenti dei due club Andrea Agnelli e Aurelio De Laurentiis), ma auspica che il calcio cambi con azioni "che deve portare avanti la governance federale ma anche nella cultura dei suoi dirigenti di riferimento".

Giovedì riprende il processo sportivo

Intanto domani riprende il processo sportivo dopo le richieste della procura, ed è atteso l'intervento degli avvocati della Juventus. Con un intervento in videoconferenza, i tre legali - Maurizio Bellacosa, Davide Sangiorgio e Nicola Apa - replicheranno alle conclusioni della procura federale della Figc, dalla quale e' giunta la richiesta di una multa da 800 mila euro per la societa' e periodi di inibizione variabili dai sei mesi e venti giorni ai sedici mesi e dieci giorni per alcuni dirigenti (ed ex dirigenti) chiamati in causa. La contestazione riguarda circa 60 milioni di plusvalenze considerate fittizie. Ma nell'entourage bianconero desta perplessità il metodo impiegato dai consulenti della procura per arrivare al risultato: una delle pecche, secondo quanto si è appreso, è considerato l'eccessivo "peso" attribuito a giocatori che, per quanto validi, sono giunti a fine carriera e hanno, quindi, meno valore commerciale; per i più giovani, invece, non si sarebbe tenuto conto del loro potenziale. La difficoltà di attribuire un valore oggettivo a un calciatore, in assenza di norme e principi contabili precisi, potrebbe essere uno dei cavalli di battaglia della difesa.  Un altro aspetto da verificare, così come è trapelato dall'udienza di ieri, è legato a una comunicazione della Covisoc alla procura della Figc di cui non vi sarebbe traccia nel fascicolo.