Napoli in ritiro dopo Empoli, Spalletti: "Sono io il responsabile"

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Squadra da martedì in ritiro dopo il ko in rimonta al Castellani (da 0-2 a 3-2), l'allenatore: "Finale difficile da immaginare, ma se la squadra non sa reagire la responsabilità non può che essere mia. Il mio futuro? Vedremo in seguito, adesso pensiamo a qualificarci in Champions"

Un crollo soprattutto psicologio frutto di 7 minuti di follia quello che costa al Napoli la sconfitta per 3-2 contro l'Empoli e, quasi certamente, le residue speranze del sogno scudetto. Il pomeriggio del Castellani, anche per la tanta pioggia, è decisamente grigio per Spalletti e per i suoi ragazzi, che ora da martedì, alla ripresa del lavoro, andranno in ritiro permanente (ovvero fino a data da decidersi) per ritrovare la giusta serenità in vista delle ultime 4 giornate di campionato. Una sconfitta, che sommata alle ultime due partite fa 1 punto in 3 partite, per la quale Spalletti si è voluto assumere tutte le responsabilità: "Prendo atto di quello che accade, era difficile immaginare un finale di questo genere. Probabilmente sul finale di gara  abbiamo perso attenzione, capita. L’allenatore ha molta responsabilità su quanto succede alla propria squadra, sull'intensità e l'attenzione, sull'atteggiamento in generale". L’allenatore azzurro prosegue nella sua analisi del match: "Se siamo una squadra fragile? Noi abbiamo caratteristiche precise: dobbiamo essere sempre stimolati a comandare il gioco per non dover subire e rincorrere gli avversari quando la partita diventa una battaglia; quando capita andiamo in difficoltà. Dentro un atteggiamento di leggerezza poi subentra anche il timore, poi il resto lo hanno fatto gli avversari. Il responsabile sono io di questa squadra, dell'atteggiamento sia tecnico che mentale, quindi devo pagare io le conseguenze di quello che fa la squadra in campo".

"Futuro? Vedremo dopo, ora qualifichiamoci in Champions"

Spalletti non nasconde la delusione per la sconfitta del suo Napoli: "Se la squadra non sa reagire, e dovrebbe avere la capacità di reagire dopo un anno, è segno che ho trasferito male il mio lavoro ai calciatori. Dovevamo lottare per lo scudetto. È stato riconosciuto da tutti che avremmo potuto giocarcela e se il nostro livello è così alto, non può esserci questo divario tra le prestazioni. Con dispiacere dico che quello dello scudetto è un sogno che abbiamo coltivato con grande sacrificio e lavoro, però sono stati più bravi gli avversari di noi". L’allenatore del Napoli allontana qualsiasi discorso relativo al suo futuro: "Si vedrà in seguito, non è il caso di preoccuparsi adesso. Ci sono ancora tre partite da giocare in cui dobbiamo conquistare la qualificazione in Champions League. Poi la società farà le proprie valutazioni, noi pensiamo a preparare la prossima sfida con grande serenità, poi si vedrà", ha concluso Spalletti.

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