Tenta una rapina sparando: arrestato l'ex calciatore del Verona Ezequiel Cirigliano

IN ARGENTINA
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cirigliano

Si è introdotto in un appartamento con una calibro 9 detenuta illegalmente e ha sparato: ora è in carcere. Considerato in patria il nuovo Mascherano ed ex capitano del River Plate, in Serie A ha giocato con l'Hellas nella stagione 2013-2014

Quando l’hanno arrestato con l'accusa di rapina a mano armata, in Argentina, indossava una maglietta del PSG e i pantaloni di una tuta del Boca Juniors, lui che era stato capitano del River Plate. Gli unici dettagli, in qualche modo, lì ancora a testimoniare la vita precedente di Ezequiel Cirigliano, che 10 anni fa era arrivato a giocare anche in Serie A con l’Hellas Verona. Irriconoscibile, con il volto graffiato, come testimoniano un video e la foto segnaletica della polizia, il tutto diffuso sui social. E' stato arrestato a Caseros, dove è nato 30 anni fa, con l’accusa di rapina a mano armata: si è introdotto in un appartamento e ha iniziato a sparare, con una pistola calibro 9 detenuta illegalmente. Da qualche tempo soffriva di depressione.

"El nuevo Jefesito" ora in carcere

Ora si trova in carcere e riesce difficile pensare che fino a poco tempo fa Cirigliano era un calciatore professionista. Anche di talento, se in patria per lui avevano scomodato il soprannome di “nuevo Jefesito”, perché in campo ricordava quello vero, di “Jefesito”, cioè Javier Mascherano. Paragone impegnativo, conquistato grazie alle partecipazioni con l'Argentina ai Mondiali Under 17 e Under 20, marcando stretto gli allora talenti del futuro come Neymar.

Un giovane Cirigliano mentre marca Neymar con le selezioni giovanili dell'Argentina
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Capitano del River con Almeyda, poi l'Italia

La svolta che sembra definitiva nella sua carriera arriva nel 2012. L’ex Parma, Lazio e Inter Matias Almeyda, allenatore del River Plate retrocesso in nella seconda divisione argentina, gli dà fiducia e questo centrocampista a suo agio davanti alla difesa dei MIlionarios diventa anche capitano. Lì lo ha notato il Verona, che lo ha portato in Italia. Con Mandorlini in panchina e Toni, Jorginho e Iturbe come compagni di squadra, giocò 13 partite in totale nel campionato 2013-2014. Titolare a San Siro contro il Milan di Kakà, Robinho e Balotelli, in campo nel 2-2 strappato alla Juve di Tevez, Pogba e Buffon. Un’altra vita, rispetto a quello di oggi. Ma alla fine di quella stagione in Serie A, il Verona non trovò l’accordo con il River per il rinnovo del prestito. 

Cirigliano ai tempi del River in un derby con il Boca
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Il ritorno in Argentina e l'arresto

Cirigliano era quindi tornato in Argentina, ma non fu più lo stesso. Iniziò a girovagare: Dallas in MLS, poi MessicoCile, di nuovo Argentina, ma senza i risultati di un tempo. Lo scorso inverno era tornato in Italia, in Serie D, per giocare con i laziali del Cynthialbalonga. Senza fortuna, anche in quel caso. Quindi un altro ritorno in Argentina e ora questo brutto finale. L’arresto con accuse pesanti, la prigione, con una maglia e una tuta da calcio addosso. Lasciti di un passato che ormai per lui sembra davvero remoto.