Lazio-Napoli, Spalletti: "Mie ambizioni alte, ma non garantisco niente"

Serie A

L'allenatore del Napoli parla in conferenza stampa alla vigilia del match in casa della Lazio: "Il valore degli avversari è riconoscibile, noi dobbiamo ritrovare la qualità di gioco. Il messaggio ai tifosi dopo il mercato? Ho grandissime ambizioni, ma non garantisco niente". E sui nuovi aggiunge: "Sono a buon punto, si comincia a parlare di quello che è il nostro calcio"

I due pareggi consecutivi, contro Fiorentina e Lecce, hanno frenato la corsa del Napoli, chiamato ora a cercare i tre punti nell'impegnativa trasferta dell'Olimpico contro la Lazio. "Bisognerebbe ritrovare la qualità di gioco, riconoscere più velocemente dove si libera lo spazio per giocarci dentro, muovere la palla con meno tocchi e più qualità". Luciano Spalletti non ha dubbi su quale sia la ricetta giusta per tornare alla vittoria e lo spiega nella consueta conferenza stampa pre-partita: "La qualità del gioco di Sarri è riconoscibile - aggiunge l'allenatore di Certaldo analizzando gli avversari -. Non è questione di 4-3-3 perché i sistemi si deformano, si vanno a prendere quegli spazi che la squadra avversaria lascia, per questo i calciatori devono adattarsi a scenari differenti. Se quello spazio da prendere dalla mezzala è occupato, un altro sale e va a fare quel ruolo. Loro fanno pressione costante e continua e se lo fanno bene diventa difficile: lasciano spazi alle spalle, starà a noi trovare bene i vuoti. Se sono pentito del turnover di mercoledì? Le scelte le sbaglio, ma sono attento. Ogni volta che non si vincerà diventerà così, ma è impossibile giocare sempre con gli stessi".

"I nuovi arrivati sono a buon punto"

Dai biancocelesti il discorso passa agli acquisti, a partire da Kvaratskhelia, eletto miglior giocatore di agosto ma meno brillante nelle ultime due uscite: "Sono cose normali, dipende anche dalla forza dell'avversario e della condizione in quel momento - dice Spalletti -. È un giocatore che viene da un Paese differente, un po' di conoscenza serve sempre. Per trovare la scorciatoia all'adattamento si bruciano più energie e alla fine ti manca qualcosa. I nuovi arrivati sono a buon punto, iniziano a conoscersi e si comincia a parlare di quello che è il nostro calcio, cosa vogliamo offrire nelle partite: quando ci annullano con la pressione bisogna ritrovare lo schema giusto per sterzare dall'altra parte, bisogna restare corti per poi riconquistarla alti. Raspadori è uno duttile, uno che riconosci questi vuoti e ci va dentro, la palla addosso la sa reggere e non gli dà fastidio la marcatura perché ha forza. Può fare l'esterno, la mezzala, la punta, il trequartista, si adatta a quello che dicevamo prima. Ndombelé è un gran calciatore, ma deve adattarsi al nostro calcio: è uno che ha sempre lo specchietto retrovisore ben posizionato, quando guarda davanti ha imbucate di grandissima qualità, ha tiro, buon impatto fisico, bisogna un po' elevare il tutto e farlo giocare qualche volta. Kim è una sicurezza fin da quando è arrivato".

"Ho grandissime ambizioni, ma non garantisco niente"

"Qual è il messaggio per i tifosi dopo il mercato? - prosegue il mister degli azzurri - Sono felicissimo di essere l'allenatore del Napoli, le mie ambizioni sono di un livello che non so se altri possono arrivarci, ma non garantisco niente. La si mette sempre sul 'vincere o morire' e a me non piace, se non vinci hai fallito. E io non so se vinco, avete visto chi è andato via? Bisogna riorganizzare la squadra, si cambiano i pronostici in base a ciò che è successo il giorno prima. Le personalità erano quelle lì, è un percorso di crescita, lo si può fare più velocemente o lentamente ma c'è da farlo e serve un po' di tempo per diventare un gruppo come l'anno scorso. Non siamo un club che può limitarsi a dire abbiamo sfortuna, dobbiamo giocare un calcio di livello ed essere feroci perché siamo il Napoli. Sono soddisfatto del mercato, in questa stagione voglio avere un gioco riconoscibile e dobbiamo stare nel gruppo delle migliori".