Pioli a Sky Calcio Club, il meglio dell'allenatore del Milan

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L'allenatore rossonero ospite a Sky Calcio Club in compagnia di Fabio Caressa, Beppe Bergomi, Luca Marchegiani, Marco Bucciantini e Paolo Di Canio. Dalla "regola" della chiamata dei suoi giocatori al Mondiale a Ibra e i suoi allenatori di riferimento. Il rapporto con Maldini, Conte, il Napoli, De Ketelaere, i tunnel di Platini, gli amici e il ballo: il mondo di Stefano Pioli

Dal Mondiale e la "regola" data ai suoi giocatori della chiamata dopo ogni partita, a Ibra e il rapporto con Maldini. La sua storia da allenatore e i modelli, da Guardiola a Klopp, ma anche il ricordo di Astori; Conte l'avversario più ostico, gli amici, Platini. Il Milan tra tattica e singoli, i maxi recuperi del Mondiale e tanto altro ancora. Ecco il meglio delle sue parole. 

Giroud e la videochiamata prima di allenarlo

Si parte dal Mondiale e da una delle partite più recenti, sbloccata proprio dal nove rossonero: "Giroud è in un momento psicofisico ottimale, ha affrontato questo Mondiale in grande forma. Sono contento per lui e per Theo Hernandez. Mi sono bastate un paio di videochiamate prima che arrivasse per capire l'uomo, poi è un grande giocatore. Lavora per la squadra, fa gol. Ero convinto che il club avesse preso un grande giocatore. Un bellissimo ragazzo. Motivato, sereno. Raccoglie tutte le caratteristiche di un leader. Meglio che torni prima o vinca? Sempre meglio allenare giocatori felici e motivati. Kjaer è tornato deluso, per esempio".

La regola di Pioli ai giocatori al Mondiale: "Chiamarmi dopo ogni partita". E sul rinnovo di Leao…

"Ho dato una regola ai giocatori al Mondiale, possono stare tranquilli ma hanno l'obbligo di chiamarmi alla fine di ogni partita, così da raccontarmi come stanno. Leao gioca poco nel Portogallo? Difficile giudicare, hanno una rosa di qualità altissima". E sulla sua crescita nel Milan: "Se lo vedi in allenamento capisci subito il suo incredibile potenziale. Nel tempo ha dovuto svilupparsi e capire come giocare, e a rapportarsi in una realtà come il Milan, dove le pressioni sono diverse. C'è voluto tempo ma il potenziale per essere un grande c'era tutto. Credo possa fare ancora un altro salto per diventare un campione. Il rinnovo? Due cose sono sicure: che lui sta bene con noi, e che la proprietà e Rafa stanno parlando. Aspettiamo buone notizie".

"Della Spagna il miglior gioco al Mondiale"

"Singoli o squadre? Penso sia un torneo di individualità quello del 2022. Il motivo penso sia semplice, prima si stava cinquanta giorni insieme, oggi sono partiti dopo una settimana. Per un allenatore è difficile dare un'identità precisa e completa. Anche se Luis Enrique ci è riuscito, la Spagna gioca il miglior calcio. A livello tecnico-tattico non ci sono state grosse sorprese".

Come torneranno i giocatori dal Mondiale?

"Per chi ha rifiatato è un bene, chi non era al Mondiale arriverà a gennaio in ottime condizioni fisiche e mentali. Chi era in Qatar è un punto interrogativo. Può esserci, sulla carta, un piccolo vantaggio per chi ne ha visti partite meno, ma è tutto da vedere". 

"Gli esoneri sono una mazzata"

"Oggi sono qui, penso, perché abbiamo vinto lo scudetto. Ma le esperienze negative mi sono servite per migliorarmi, piuttosto che le situazioni positive. Cosa si prova all'esonero? È una mazzata, ti impediscono di chiudere un lavoro. Qualsiasi esonero lo ritieni ingiusto, salvo quello di Palermo, per me. Ma passato il momento del dolore, cerchi di capire. Ad ogni ripartenza sono partito con una consapevolezza maggiore".

Il ricordo di Astori

"Quello che è capitato a Davide ci ha toccato nel profondo. Purtroppo è una situazione che mi ha permesso di crescere, di migliorare. Dopo la sua perdita, nella gestione della squadra ho scoperto situazioni nuove. Che mi hanno aiutato a comprendere, osservare e stare ancora più vicino ai miei giocatori. Il colpo è stato tremendo. Quando ci siamo ritrovati due giorni dopo, mi sono sentito di avvicinarmi tanto a loro. Con ognuno ho cercato di capire e aiutarlo a superare un momento difficile, e loro hanno aiutato me".

Il racconto dell'esonero a Palermo (prima di iniziare il campionato)

"Palermo? Venimmo eliminati ai preliminari di Europa League contro il Thun (era l'inizio della stagione 2011-12, ndr). Non mi ero ben inserito nell'ambiente. Dovevamo giocare la prima a Novara sul sintetico, appena finito l'allenamento per prepararci su quel terreno di gioco, venni avvisato dello sciopero e che la prima non si sarebbe giocata. Organizziamo allora un'amichevole col Napoli, perdendo. Tornati a Palermo, al centro sportivo, trovo tanti giornalisti all'ingresso. Non sapevo ancora nulla. Appena dentro, i magazzinieri mi abbracciano, e allora capisco qualcosa. Poi mi chiama il presidente. Dopo un aperitivo mi ha detto tutto: 'Se non ti esonero oggi, succede alla prossima partita'. Gli ho dato ragione, non mi stavo inserendo. Del presidente Zamparini ho un bel ricordo, fu correttissimo con me".

L'esempio di Ibra (e quando tornerà)

"Il suo esempio e la sua determinazione, la sua mentalità e la sua capacità di preparazione di ogni allenamento, tutto questo ha sicuramente alzato il livello della squadra. Poi sono stati bravi i suoi compagni a seguirlo e a crescere. Ma anche Kjaer, Giroud, Maignan. Abbiamo quattro-cinque giocatori leader che mi aiutano tantissimo. A fine dicembre o gennaio lavorerà sul campo". 

Le sliding doors dello scudetto

"Le due partite della svolta sono state il derby e la vittoria alla fine con la Lazio. Pausa di Natale dopo il 5-0 con l'Atalanta? Ha dato il là alla costruzione del nuovo Milan. Abbiamo capito che servivano altre caratteristiche, altri giocatori per fare il calcio che volevamo. L'area tecnica, mercato dopo mercato, ha portato nuove caratteristiche, di testa, di talento".

I suoi allenatori di riferimento: Guardiola, Nagelsmann, Klopp

"Guardo tutti gli allenatori". Pioli ne cita tre: "Guardiola, Nagelsmann, Klopp. Ognuno ha una caratteristica fondamentale; se vuoi guardare la verticalità, allora guardi Klopp. Quello più moderno, dove noi stiamo cercando di andare, per la lettura degli spazi, che non è quale giocatore deve andare ma quale spazio deve occupare, allora guardi Guardiola. E così via. Ho detto a Guardiola che viene sempre elogiato per il gioco offensivo, ma secondo me è il migliore a recuperare il pallone". 

"Il sostegno di Maldini mi ha dato la forza"

"Ho sempre avuto il sostegno dell'area tecnica. Gazidis si è sempre comportato in modo molto corretto. Al tempo (stagione 2019-20, ndr) ci disse che tutti eravamo in discussione fino a fine campionato. Dopo il lockdown abbiamo cominciato ad allenarci su Zoom. Alla ripresa degli allenamenti qualcosa era cambiato. Se abbiamo fatto questo percorso è perché tutte le componenti hanno dato un contributo. Dal primo giorno mi sono subito sentito bene, il sostegno con Maldini e Massara è quello che ha dato più forza al mio lavoro".

"De Ketelaere? Serve tempo. E' un centrocampista che deve svariare"

"Lui e gli altri, Vranckx, Thiaw, sono arrivati da pochissimo. Stiamo facendo dei bilanci troppo limitati. Un ragazzo così giovane che arriva da un posto completamente diverso, è normale che debba avere tempo. Ci siamo anche allenati poco. Il suo ruolo? Un centrocampista che deve svariare. Gli do libertà, poi senza palla un compito deve averlo. In Belgio giocava davvero da solo, muovendosi senza rendersi conto della collaborazione coi compagni, qui deve leggere gli spazi occupati da altri. Questa sosta sono convinto che lo possa aiutare".

"Napoli di grandissima qualità, ma il campionato è lungo"

"Il Napoli ha qualità in tutti i giocatori in campo e ha un grande allenatore. Contro di loro abbiamo fatto bene e forse non meritavamo di perdere, ma in tutte le situazioni dove potevano metterci in difficoltà, l'hanno fatto. Se ce lo aspettavamo a inizio anno? Non pensavamo viste le perdite sul mercato, poi ha vinto giocando benissimo. Sono convinto che il campionato sia molto lungo, in tante possono fare ancora un filotto, noi compresi. Juve? Ero stupito dell'inizio di stagione, non di quanto stiano facendo bene ora. Il livello è tra le prime del campionato. Penso che il livello del campionato italiano si stia alzando".

"Platini mi faceva almeno un tunnel ad allenamento"

"Platini lo allenavo in allenamento, si divertiva a giocare contro di me perché, minimo, mi faceva un tunnel ogni volta - dice Pioli riferendosi al suo passato bianconero da calciatore -. Era un campione. In quella Juve ho vissuto un ambiente veramente alto. Campioni veri, dentro e fuori. È stato molto importante per me".

I mega recuperi? Meglio il tempo effettivo

"Faccio fatica a capire perché non si arrivi al tempo effettivo. La motivazione di Collina è giusta. Ampliare così tanto i minuti di recupero? Ma di quei dodici quanto si gioca? Due tempi da trenta minuti si potrebbero fare. Quando la palla va fuori, ci sono infortuni o altro, allora interrompi il cronometro. In Italia si perde troppo tempo a parlare o a spiegare, in Europa non succede".

La costruzione dal basso

"Noi giochiamo coi nostri principi. Dico sempre ai giocatori che serve saper contrare, se siamo di più nella nostra metà campo difensiva, allora giochiamo corto. Altrimenti andiamo lungo. Una moda? Non credo, ognuno porta avanti il proprio pensiero. La volontà finale è sempre alzare il livello del gioco e avere risultati. Per fare l'allenatore devi mettere sul piatto costi e benefici, io ragiono così".

"Le partite perfette non esistono. Avversari più duri? Conceição e Conte"

"Partita perfetta è quando una squadra, collettivamente e individualmente, fa la scelta giusta. Ma in sé non esiste. Del Milan? A Bergamo l'anno scorso, il 3-2, 3-0 fino al 90', lì ci siamo andati vicini. La squadra più rognosa? Il Porto di Conceição, una fatica tremenda. Un altro è Conte, sempre difficile". Il Milan sfiderà proprio il Tottenham agli ottavi di Champions: "Ce la giocheremo. Obiettivo Champions? Credo che dobbiamo vincere qualcosa, siamo in corsa su tre fronti, ma dopo aver vinto lo scudetto serve alzare sempre il livello".