Galliani: "Monza-Milan è la mia vita, in questo club il mio ultimo ballo"

A SKY

L'amministratore delegato biancorosso si racconta a Sky Sport in una lunga intervista a pochi giorni dal "derby del cuore" contro il Milan: "Sabato sarò in religioso silenzio, non muoverò un muscolo. Ci sarà anche il presidente Berlusconi, mi dice che è un noi contro noi. Lui pensa in grande ed è libero di sognare". E su Palladino: "È intelligente e ha una buona stella"

Se per Adriano Galliani c'è una partita che non sarà mai come tutte le altre, quella è Milan-Monza. All'andata, a San Siro, ha vissuto emozioni uniche che sabato rivivrà da "padrone" di casa all'U Power Stadium. "Sarà un noi contro noi" ammette l'amministratore delegato del Monza in una lunga intervista a Sky Sport.  

"La mia vita per il calcio"

Dal Monza al Milan, poi il ritorno. Quella di Galliani è una vita dedicata al calcio: "Sono nato e cresciuto a Monza, la mia vita è sempre stata collegata al calcio. Non è un caso se, quando sono stato uno dei proprietari del Monza fino al 1985 anno in cui Silvio Berlusconi mi ha chiesto di dimettermi per andare con lui al Milan, ho abitato qua. Sono diventato amministratore delegato del Milan il 20 febbraio 1986 e decisi di trasferirmi a Milano per respirare l'aria della squadra in cui sarei andato".

"La mia domenica era messa, pranzo e Monza"

Passeggiando per il centro città, Galliani ha ricordato gli anni da ragazzo a Monza, emozionandosi al pensiero delle domeniche con la mamma tra il Duomo, il pranzo a casa e le partite dei biancorossi: "Il centro di Monza è questo, sono stato battezzato e cresimato in Duomo. Si passeggiava qui per cercare di tampinare qualche ragazza. Questa è la mia vita che mi commuove. Abitavo con mia madre, ho avuto la sfortuna di perderla a meno di 15 anni. Ho tutti i miei ricordi. Il legame del Duomo con il Monza è semplice: venivo qui a mezzogiorno con mia madre per la messa, poi a casa per un rapido pranzo, infine a piedi per il campo San Gregorio dove giocava il Monza alle 14.30. Duomo, casa e poi a vedere il Monza".

"Monza il mio ultimo ballo professionale"

"La mia vita calcistica è Milan-Monza, non sarebbe potuto accadere altro" ammette Galliani che non ha mai preso in considerazione altri club: "Il mio ultimo ballo professionale non poteva che essere il Monza - spiega - Non potevo tradire il Milan dopo 31 anni, non sarei potuto andare in un altro club. Qui sono a casa, non c'è stato un solo tifoso del Milan che mi ha accusato di tradimento".

"L'acquisto del Monza nato a pranzo"

L'arrivo di Berlusconi a Monza risale a cinque anni fa. Tutto iniziato con un pranzo ad Arcore e un'idea lanciata da Galliani davanti a un piatto di spaghetti: "Era uno dei tradizionali pranzi del martedì, dissi al presidente che c'era il Monza in vendita. Lui non rispose nulla, io non aggiunsi altro. Ci sediamo a tavola con la sua famiglia e i maggiori dirigenti del gruppo Fininvest e dice loro: "Ho saputo da Adriano che il Monza è in vendita". Io ero zitto e muto perché non volevo spingere. Tutti dicono sì, Silvio Berlusconi allora mi dice: "Adriano, vai e fai". Abbandonai subito il piatto di spaghetti, parlai con Felice Colombo e suo figlio e trovammo l'accordo con una stretta di mano da amici. Puntualmente abbiamo rispettato, sia noi che la famiglia Colombo, tutto quello che ci eravamo detti".

"Palladino è intelligente e ha una buona stella"

Tra le intuizioni calcistiche di Galliani c'è Raffaele Palladino. Lanciato da allenatore prima con le giovanili e poi con la primavera, adesso l'ex attaccante è l'artefice della grande stagione del Monza, ancora imbattuto nel 2023: "Palladino è arrivato da noi nel 2019 come calciatore, lo ricordavo intelligente e in gamba. Poi ha avuto problemi muscolari e non è riuscito a giocare più, quindi noi abbiamo pensato che potesse iniziare la carriera da allenatore. Ho visto in lui una persona intelligente e credo che le persone intelligente possono fare tutto nella vita. Dopo 5 partite avevamo 0 punti, alla sesta partita abbiamo pareggiato a Lecce con un solo tiro in porta su punizione. Mi viene l'illuminazione di cambiare allenatore e vado ad Arcore. La regola è questa: se mi viene un'idea devo ottenere la benedizione del presidente. Lui ha parlato con Palladino e mi ha detto di fare questa operazione. C'era la partita con la Juventus e poi la sosta, avevo detto a Raffaele di aspettare dopo la sosta perché magari avrebbe perso. Lui ha voluto iniziare subito: evidentemente ha una buona stella visto che ha battuto la Juve all'esordio. Se penso che quest'anno il Monza ha fatto sei punti con la Juventus, questo non ha una spiegazione logica".

"Quando Palladino ha spiegato il perché della difesa a 3 a Berlusconi"

Galliani ha rivelato un retroscena dell'incontro tra Berlusconi e Palladino, quando l'allenatore ha convinto il presidente con l'idea della difesa a tre: "Non è la difesa classica, il presidente ama la difesa a quattro. Raffaele gli ha spiegato che gli esterni si alzano e si abbassano, magari in fase di non possesso diventa a quattro. Diciamo che abbiamo ottenuto un compromesso. Il Milan, dopo aver vinto lo scudetto con il 4-2-3-1, oggi gioca a tre. Lo fanno anche il Tottenham, il Torino e l'Atalanta. Certo, ricordo che le nazionali che vincevano i Mondiali o le squadre che vincevano la Champions giocavano tutte a quattro. Se penso ai terzini che abbiamo avuto al Milan è pazzesco".

"Difficile che il calcio italiano torni primo in Europa"

Negli ultimi 20 anni, l'amministratore delegato del Monza ha visto il "sorpasso" del calcio inglese su quello italiano. Un trend che, secondo Galliani, sarà difficile da invertire: "Le squadre inglesi fatturano 3-4 volte in più delle italiane, cosa che non accadeva prima. Sarà difficile per il calcio italiano tornare a essere il primo in Europa come negli anni '90. Mentre una volta i palloni d'oro giocavano tutti in Italia, l'ultimo pallone d'oro conquistato da un calciatore che militava in Serie A è Riccardino Kaka nel 2007. Sono passati 15 anni. Per le squadre italiane non vedo più la possibilità di acquistare un potenziale pallone d'oro".

"Berlusconi sabato ci sarà. Monza-Milan è un noi contro noi"

Come all'andata a Milano, per Galliani anche sabato sarà un match indimenticabile con Silvio Berlusconi al suo fianco: "A San Siro avevo dentro un cuore diviso a metà. Il Monza è la squadra della città dove sono nato, ma i 31 anni di Milan non possono essere cancellati. Che il teatro sia San Siro o l'U Power Stadium non cambia, è un sogno. Abituati a fare i derby con Seregno e Renate...adesso è incredibile. Il presidente verrà. Ero a pranzo da lui, sabato ha promesso che ci sarà. Il presidente, come me, quando parla del Milan continua a dire "noi". Sarà noi contro noi. Starò in religioso silenzio, senza muovere un muscolo se dovesse segnare il Monza o il Milan, come accaduto all'andata. Mi sto allenando". 

"Il presidente è libero di sognare"

Se già un sogno si è realizzato con la promozione del Monza in Serie A, in Brianza c'è anche chi sogna in grande con lo scudetto. È il caso di Berlusconi: "Il presidente è libero di pensare e sognare. Quando l'ho conosciuto nel 1979 mi ha insegnato che bisogna pensare in grande. Questo mi ha aiutato nella vita. Se pensi allo scudetto magari ti salvi, se pensi a salvarti, magari retrocedi. Bisogna avere obiettivi altissimi. Il mio sogno si è realizzato lo scorso anno. Io tifo tre squadre: il Milan, il Monza e l'Armani. Nell'ultima stagione Milan e Armani hanno vinto lo scudetto e il Monza è stato promosso in Serie A. Speriamo che il 2023 sia simile al 2022".