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Napoli-Lazio, Spalletti in conferenza: "Sarri è stato il Masaniello del calcio"

Serie A

L'allenatore degli azzurri ha parlato alla vigilia della sfida contro la Lazio al Maradona. La partita aprirà il programma della 24^ giornata di campionato. "Io e Sarri siamo simili in molte cose, ci piace indossare la tuta e dominare il gioco con il controllo della palla". Il tecnico mantiene i piedi per terra nonostante il vantaggio sempre più ampio: "Non dobbiamo ancora alzare le mani dal volante". Ma sul futuro è ottimista: "Ci sono tutte le basi per aprire un ciclo"

NAPOLI-LAZIO LIVE

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Luciano Spalletti è pronto ad accogliere Maurizio Sarri a Napoli, il tecnico che ha fatto sognare i suoi attuali tifosi per tre, lunghi anni. Prima di farlo sul campo, lo ha fatto anche nella conferenza stampa della vigilia di Napoli-Lazio, paragonando l'attuale tecnico biancoceleste a una figura illustre della storia napoletana: "Sarri è stato un Masaniello del calcio (eroe di una rivolta popolare nel 600 contro le tasse imposte dal governo spagnolo), un capopopolo. Ha guidato una rivolta nel modo di vedere il calcio. Quando potevo, andavo a vedere le partite del suo Napoli, lo applaudivo per come giocava. Siamo molto simili: ci piace allenare in tuta, a me addirittura indossare i tacchetti, comandare il gioco. Chiaro che siamo rimasti influenzati anche da chi allenava qui prima di noi. Sui campi d'allenamento ci sono ancora le linee di passaggio del suo Napoli”.

"I tifosi devono continuare a sostenerci"

Nonostante il vantaggio sulle seconde, Inter e Milan, sia arrivato addirittura a 18 punti, il tecnico non vuole cali di tensione, dalla sua squadra ma neanche dal pubblico: "I tifosi devono continuare a supportarci e a non aspettarci all'arrivo. Non bisogna dar retta a quelli che ci vogliono far alzare le mani dal volante prima di tante curve che rischiano di farci sbandare. Osimhen mi ha fatto i complimenti? Bisognerebbe far la stessa domanda a chi gioca di meno, come Demme. Meriterebbe di più per come si allena, ho la fortuna di avere un gruppo molto disponibile, di qualità, di grande attitudine. Parlano bene di me, ma i giocatori sono artefici del loro destino". Nonostante sia vicino alla vittoria del suo primo scudetto in Italia, Spalletti non vive lo stress dell'ossesione: "Si sogna sempre di aspirare al livello più alto possibile, ma io non sono uno di quelli che deve vincere a tutti i costi e poi magari l'anno dopo fa male. Ci sono altre cose che mi soddisfano: fare un percorso corretto con la società per raggiungere obiettivi comuni".

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La sliding door del 2018

Le strade di un possibile scudetto del Napoli e di Spalletti si sono incrociate già nel 2018, con il famigerato Inter-Juventus 2-3 e la frase coniata da Sarri dello "scudetto perso in albergo". "Non mi sento responsabile per quello", specifica Spalletti. "Errore di Orsato? Sono abituato a dare la responsabilità solo a me, tutti parlano delle sostituzioni di quella partita, ma le rifarei perchè in quel momento in 10 stavamo soffrendo molto"

"Non sono in cerca di rivincite"

"Io penso alla mia squadra e basta, non ai critici che sostengono che io non abbia mai vinto o a chi sostiene che il fatto di non avere avversarie ci sminuisca. Magari ad amici di altri allenatori conviene dire che io sono uno che fa casino, ma ovunque sono stato ho sempre difeso le mie società. Ai miei calciatori vanno dati grandi meriti. L'andata fu la svolta? Forse le partite prima contro Lecce e Fiorentina, quelle che non vincemmo, lì capimmo la necessità di dover fare sacrifici".

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"Ci sono basi per aprire un ciclo"

Concentrato sul presente, ma anche incuriosito dalla crescita che la sua squadra può avere in futuro, Spalletti dimostra di avere grande fiducia nell'intero gruppo: "Elmas non è mai venuto a chiedermi cosa deve fare per giocare di più e meno male, non saprei cosa rispondergli. Ci sono Raspadori e tanti altri che ancora non hanno giocato molto, da Gaetano e Zerbin fino a Zedadka. Ci sono le basi per aprire un ciclo, il presidente e Giuntoli sono bravi a individuare e prendere i giocatori"