Addio a Kurt Hamrin, la leggenda di Fiorentina e Milan è morto a 89 anni

lutto

Christian Giordano

Il calcio è in lutto: a 89 anni si è spento Kurt Hamrin, formidabile attaccante svedese degli anni Cinquanta e Sessanta che ha vestito tra le altre le maglie di Fiorentina (di cui è stato bandiera dal 1958 al 1967), Milan, Juventus e Napoli. In Serie A ha segnato 190 reti, 9° marcatore all time nella storia del massimo campionato italiano

Il calcio è in lutto. A 89 anni è morto Kurt Hamrin, storico attaccante della Fiorentina degli anni Cinquanta e Sessanta che in Italia ha vestito le maglie anche di Juventus, Milan, Napoli e Padova. Ha giocato 400 partite in Serie A, segnando 190 volte. Numeri che collocano l'"Uccellino", il suo soprannome per via del suo fisico esile, al 9° posto della classifica all time tra i marcatori del nostro campionato. In maglia Viola ha vinto due volte la Coppa Italia, nel 1961 e nel 1966, oltre a una Coppa delle Coppe (1961), a una Coppa delle Alpi (1961) e a una Mitropa Cup (1966). Con quella rossonera lo scudetto del 1968, una Coppa dei Campioni nel 1969 e una Coppa delle Coppe nel 1968. Sedici, invece, i gol segnati con la nazionale svedese in 32 presenze. 

Se Riva per il fragoroso sinistro era il breriano "Rombo di tuono", Kurt Hamrin per la levità era l'Uccellino. Piccolo e inafferrabile, ti volava via in dribbling. E segnava. Prima di Batistuta: miglior marcatore della Fiorentina (150 gol in 289 partite in nove stagioni): dalla Viola dei quasi cento gol (in realtà 95 e poi 84) con Chiappella, Segato e quattro punte (con lui, Lojacono-Montuori-Petris) a quella di De Sisti e Merlo. Nel mentre, Coppa delle Coppe, Mitropa Cup e due coppe Italia. 

Il soprannome

Il nick name fu una felice intuizione di un mito a Firenze - Renzo Propidi, in arte il Conte Razza -, poi ripresa su “La Nazione” da Beppe Pegolotti. In patria è invece "Kurre", il Corriere, un po' per il nome e molto per la velocità di passo. La stessa con cui bruciava tappe e avversari.

La carriera

Kurt Roland Hamrin era nato a Stoccolma il 19 novembre 1934. Figlio di un imbianchino, comincia dodicenne nell'Huvudsta, l'anno dopo è al Råsunda e a neanche 15 anni nell'AIK Solna. A 17 debutta in prima divisione, a 18 - stagione 1954-55 è capocannoniere con 22 gol in 22 presenze. A 19 è già in nazionale. Ex promessa pure nell'hockey, in un calcio svedese ancora (molto) dilettantistico vittoria o pareggio valgono 50 corone, la sconfitta zero. Lavora così come zincografo sui cliché fotografici per il Dagens Nyheter. Un funzionario della allora potentissima FIAT lo segnala alla Juventus. Due anni prima che nel '58 lo scopra il mondo nella Svezia finalista sconfitta 2-5 in casa dal Brasile del 17enne Pelé. In semifinale, il famoso "Smacco di Göteborg", è l'incubo di Erich Juskowiak, primo espulso della nazionale tedesca. Suo il 3-1 alla Germania Ovest, uno dei 4 gol in 5 gare in quel Mondiale e dei 17 in 32 con la nazionale. Con l'AIK erano stati 54 in 62 di campionato. Nel novembre '55 Umberto Agnelli lo vede in amichevole, Portogallo-Svezia 6-2. E l'Uccellino becchetta per primo. In un battito d'ali è a Torino, sponda Po bianconera. Nel '56-57 segna 8 gol in 23 partite, ma un infortunio alla zampetta (leggi caviglia) e le ricadute lo relegano ai margini. L'anno dopo alla Juve i fior di stranieri sono John Charles e Omar Sivori e Hamrin, ritenuto troppo fragile, viene ceduto al Padova di Rocco per il diciassettenne attaccante Bruno Nicolé. Il Paron gli fa fare appositi plantari, e l'Uccellino torna a volare: 20 gol e "Padova dei miracoli" al terzo posto. Sulle grandi la spunta la Fiorentina di patron Enrico Befani. Nel '67, a quasi 33 anni, il ritorno dal Paron Rocco, ma al Milan: quello "dei veci" (lui, Cudicini, Sormani e Malatrasi); in due stagioni nono scudetto e Coppa delle Coppe ’68 e Coppa dei Campioni a Madrid '69 sull'acerbo Ajax di Johan Cruijff. La chiusura nel '71 dopo due stagioni al Napoli e una all'IFK Stoccolma e con 317 gol in 585 partite. Prima di svernare a Firenze come imprenditore del vino, come a Cuccaro il suo ex compagno di nazionale Nils  Liedholm. E da lì, l'ultimo volo. La terra ti sia lieve, Uccellino.

Il ricordo della Fiorentina

"Il Presidente Commisso, la sua Famiglia, la dirigenza e tutta la Fiorentina si uniscono al dolore della famiglia e dell'intero mondo del calcio per la scomparsa di Kurt Hamrin, leggenda del calcio e della Fiorentina, di cui detiene il record di gol segnati in maglia viola", il ricordo del club Viola in un post pubblicato su 'X'. Con la Fiorentina Hamrin ha segnato 203 reti in tutte le competizioni, lo stesso score di Gabriel Batistuta. 

Il cordoglio di Milan e Juve

Anche il Milan ha voluto rendere omaggio allo svedese: "Ci ha lasciati Kurt Hamrin, protagonista di successi indimenticabili nella storia rossonera. Tutto il Milan si unisce al cordoglio della sua famiglia in questo momento di dolore", la nota del club rossonero, squadra di Hamrin dal 1967 al 1969. "Ciao Kurt", accompagnato da una foto con la maglia bianconera, si legge invece sul profilo 'X' della Juventus, con cui Hamrin ha iniziato la sua avventura italiana nel 1956. 

I messaggi di Napoli e Padova

Hamrin ha giocato anche nel Napoli negli ultimi anni della sua carriera. Per lui in maglia azzurra 29 partite e 3 gol dal 1969 al 1971. Questo il messaggio del club campano per lo svedese: "Il Presidente Aurelio De Laurentiis, i dirigenti, lo staff tecnico, la squadra e tutta la SSC Napoli esprimono cordoglio e commmozione per la scomparsa di Kurt Hamrin, grande calciatore che il Napoli ebbe il privilegio di avere tra le sue fila per due stagioni". "Si è spento a 89 anni Kurt Hamrin. Fece innamorare l’Appiani nella stagione 1957-1958 (20 reti in 30 partite) nel celebre Padova dei Panzer di Rocco. La Società Biancoscudata si stringe attorno a familiari, amici e tifosi di Kurt in questo momento di dolore", il post social del Padova, l'altra squadra italiana che ha visto da vicino le gesta dell''Uccellino".