Parma, a Pecchia il Premio Scopigno: miglior allenatore della Serie B 2023-2024

Serie A

Fabio Pecchia, tecnico del Parma, è stato ricevuto stamattina al Salone d’Onore del Coni per ritirare il Premio "Manlio Scopigno-Pulici” come miglior allenatore di Serie B della stagione 2023-2024. Dopo i ringraziamenti, Pecchia si è soffermato a parlare anche del suo Parma e di questo nuovo avvio di stagione in Serie A

SIMONE INZAGHI MIGLIOR ALLENATORE DI SERIE A

Il Premio Scopigno come miglior allenatore di Serie B è stato assegnato a Fabio Pecchia, il quale però ha ottenuto come riconoscimento più importante per la stagione scorsa la promozione in Seria A del suo Parma. La squadra sta dimostrando di poter reggere il peso di un campionato superiore, con delle prestazioni sempre di un certo spessore che lo hanno portato a vincere il match contro il Milan e a pareggiare con il Bologna prima dello stop. Per Pecchia queste sono state partite di preparazione e adattamento a competizioni diverse da quelle vissute nella stagione precedente: “il Parma è un potenziale che si affaccia alla Serie A, tutta la squadra ha un buon potenziale, una squadra di esordienti, una squadra di giovanissimi e dobbiamo cercare di sviluppare un bel gioco per esaltare le caratteristiche di tutti questi giovani giocatori”. Una squadra giovane significa anche grande entusiasmo, tradotto in un dato statistico negativo: il Parma al momento è la squadra con più cartellini rossi, se si considerano i cinque campionati top in Europa; un dato su cui il tecnico ha intenzione di lavorare per invertirne la tendenza, con uno sguardo rivolto alla prossima partita con il Como subito dopo la sosta.

Fabio Pecchia con Mihaila Valentin (fotogramma IPA)

Pecchia: "Con i giovani serve molta attenzione"

Allenatore, tecnico ma anche educatore, Pecchia non si è lasciato sfuggire l’occasione per mettere l’accento sull’importanza nel preservare i giovani, nominando Man, Bernabè, Bonni o Balog: “Con i giovani serve molta attenzione, va rispettato il percorso di crescita. Noi abbiamo creato un ambiente di competitività, ma l’importante è anche far sentire i giovani al sicuro. Non giudicarli ma accompagnarli. L’errore fa parte della loro crescita”.