Haj Mohamed, perché è valsa la pena aspettare

Se andate a rivedere le immagini del gol del 2-2 del Parma contro il Lecce dello scorso 21 settembre noterete un fatto curioso. Le telecamere inizialmente seguono Enrico Delprato, capitano del Parma, che corre con le braccia aperte verso il centrocampo come se avesse segnato. Il gol, invece, porta la firma di Antoine Hainaut, che subito dopo il suo colpo di testa vincente scappa sotto il settore ospiti. Ma perché Delprato allora esulta così? E perché va in una direzione diversa da quella di Hainaut? La regia, per fortuna, segue Delprato quel tanto che basta per rispondere a queste domande. Da vero leader e capitano, quale è, Delprato va ad abbracciare Anas Haj Mohamed, talentino classe 2005 del Parma che, poco più di 20 minuti dopo il suo esordio in Serie A, ha appena servito un assist decisivo. Passano due mesi e quell’abbraccio si ripete. Questa volta, però, non per un assist, ma per un gol. Non uno qualunque, è il primo di Haj Mohamed in Serie A. Con lui e Delprato questa volta c’è tutto il Parma. Questa volta il protagonista indiscusso è lui. “L’assist a Lecce è stato un passo grande. Ero contentissimo per me e per la squadra perché abbiamo pareggiato all’ultimo. Oggi è stata un’emozione ancora più in grande” racconta subito dopo la partita. Un’emozione che in campo non ha però fatto trasparire. Contro la Lazio, alla sua prima da titolare in Serie A, gioca una partita da ‘veterano’. Fin dai primi minuti appare dentro la gara, gioca il pallone con sicurezza, si muove molto e non sembra avvertire la pressione dell’esordio: “Ho saputo di giocare da titolare nello spogliatoio. Ero emozionato ma anche tranquillo. Dentro di me sono sempre tranquillo, anche quando gioco. Non sento la pressione”. Anche nelle interviste post partita mantiene sempre una grande lucidità. Si ricorda di ringraziare la squadra e l’allenatore: “Il merito è dei miei compagni, che mi aiutano sempre, e del mister, che mi ha dato fiducia”. E dimostra di non essersi montato la testa: “La mia posizione è quella che mi chiede il mister. Mi ispiro a Neymar, che è da sempre il mio idolo. I miei obiettivi? Continuare a dare tutto e provare a vincere tutte le partite con la squadra”. L’emozione e i diciannove anni a un certo punto però vengono fuori. La voce cambia leggermente quando gli viene chiesto perché ha scelto di giocare per la Tunisia e non per l’Italia. La domanda è lecita. È nato a Chieti il 26 marzo 2005 e ha la cittadinanza italiana. Suo padre, Taieb, è tunisino, mentre sua madre, Siham, è marocchina: “È una scelta familiare, ho deciso con mio padre”. La famiglia, di cui fanno parte anche i fratelli Amir e Moussa e la sorella Omnia, è tutto per Haj Mohamed: “Dedico il gol ai miei genitori, mi sono sempre stati vicini, fin da quando ho dato il primo calcio a un pallone”. Ed è davvero così. Quando Haj Mohamed viene notato per la prima volta da un allenatore ha 3 anni ed è proprio in compagnia di sua madre. Stanno passeggiando per le strade di Gazzolo quando si fermano a guardare una partita tra bambini più grandi di lui. Mentre guardano, il pallone arriva davanti a loro e in un attimo il piccolo Anas si unisce alla partitella. Bastano pochi minuti per capire che quel bambino ha un talento fuori dal comune. Alla fine della partita l’allenatore del Gazzolo ferma Siham e la convince a iscrivere il figlio nella sua squadra. Inizia così il suo percorso nel calcio. Dopo i primi anni al Gazzolo, passa al Boca Junior di Bonaldo di Zimella, dove viene notato dalle giovanili del Chievo Verona, al tempo in Serie A. Trascorre sette anni nelle giovanili del Chievo, dove resta fino al 2021. Il club gialloblù fallisce e Haj Mohamed deve decidere da dove ripartire. L’interesse più forte è quello della Spal, ma lui sceglie il Parma, dove viene subito aggregato all’Under 18 . Segna 8 gol in 15 presenze da esterno offensivo, in poco tempo viene quindi promosso in Primavera. Lì il livello è più alto e inizialmente fa più fatica a imporsi. Ma basta accumulare un po’ di esperienza per tornare a sorridere. Al secondo anno segna 16 gol in 29 presenze, diventando un uomo chiave della squadra di Cesare Beggi, che chiude la stagione al secondo posto della Primavera 2. Nella stagione successiva, la scorsa, si divide tra Primavera e prima squadra, con cui si allena spesso senza però riuscire a esordire. Pecchia e il club lo stimano molto e lo rassicurano, la sua occasione arriverà. Nel frattempo, a settembre 2023 arriva la prima convocazione e l’esordio con la Tunisia, scelta – come detto – con e per suo padre. In totale sono già quattro le partite giocate con la nazionale tunisina, che vede in Haj Mohamed il talento su cui costruire la squadra del presente e del futuro. Proprio come Pecchia e il Parma, che lo hanno saputo aspettare per poi lanciarlo al momento giusto. Dopo le zero presenze in B della passata stagione, sono già cinque le gare giocate quest’anno in Serie A. Un assist decisivo allo scadere all’esordio assoluto, un gol meraviglioso alla prima da titolare e due abbracci speciali. È valsa la pena aspettare.

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Emiliano Tomasini