La Roma rischia sul serio la Serie B? I pericolosi trend che Ranieri deve invertire

Per capire il reale momento della Roma e provare a rispondere all’interrogativo - lo faremo solo alla fine, forse - che ci siamo posti come tema centrale di questa analisi, bisogna partire dai numeri e dai dati di fatto: questa è la peggiore Roma degli ultimi 45 anni. 13 punti in appena 14 partite, ovvero meno di un punto di media a partita, l’imbarazzante score racimolato dai giallorossi che, per l’appunto, non partivano così male dall’annata 1978/79, quando, calcolando ovviamente tre punti per a vittoria , misero insieme lo stesso identico scarno punteggio. Era l’ultima Roma del presidente Anzalone, che a fine anno avrebbe poi passato la mano, fortunatamente per i giallorossi, a Dino Viola, di Luciano Moggi direttore sportivo, dei tecnici Giagnoni e Valcareggi – l’allenatore del popolo, citando Giancarlo De Sisti, che subentrò in corsa dopo un avvio choc – del primissimo Pruzzo, prelevato in estate dal Genoa in cambio anche del prestito di Bruno Conti e naufragato insieme ai suoi compagni in una stagione di indicibili sofferenze che portarono i giallorossi a lottare per non retrocedere fino alla fine del campionato . Nemmeno nell’infausto anno domini 2004/2005, quello dei quattro allenatori , del vergognoso derby dell’accordo sottobanco tra cugini-nemici - condensato nella conversazione a bocca coperta tra Cassano e Di Canio - per evitare di crearsi ulteriori problemi in vista delle ultime pericolosissime giornate con vista sulla Serie B , i giallorossi avevano collezionato così pochi punti dopo 14 giornate , nonostante nella rosa ci fossero giocatori del calibro di Mexes, Chivu, De Rossi, Perrotta, Mancini, Montella e Cassano . E siamo così arrivati al terzo indizio. Quello che esclude il calibro dei giocatori dal computo finale di una domanda che per forza di cose tutti i romanisti devono porsi: la Roma rischia sul serio di andare in Serie B? Una questione di distanze Aspettiamo un attimo e continuiamo a procedere seguendo quelle briciole di pane che sono rappresentate dai freddi numeri. Altri due sono, pur nella loro semplicità, tremendamente efficaci per inquadrare la situazione allarmante dei ragazzi oggi di Ranieri. Oltre ai soli 13 punti fatti, l’altro parametro che bisogna iniziare a tenere in considerazione è quello del vantaggio sulla terzultima , oggi ridotto alla miseria di appena 2 punti. E il fatto, arriviamo al secondo dato, che siano già state giocate 14 partite, ovvero più di un terzo e quasi metà campionato, aumenta la pressione e instilla sferzanti brividi sulla schiena dei tifosi: non stiamo più ragionando su un inizio choc , su una minima parzialità di atteggiamenti e risultati condizionati da particolari incroci di calendario o da uno sfortunato intreccio di infortuni, ma ci troviamo di fronte a un chiaro e consolidato trend, a un’inerzia che sta facendo inesorabilmente scivolare la banda giallorossa verso gli abissi della nostra Serie A. Siamo a dicembre, il tempo comincia a stringere, la Roma è in piena zona retrocessione. E sono già cinque indizi. Caos in panchina Se le indicazioni di una stagione da continue, e già imminenti , battaglie per la salvezza contro squadre di provincia continuano ad accumularsi, può essere utile provare a capire, sempre attraverso le statistiche, come mai la Roma si ritrovi impantanata in questa marana, in cosa sia particolarmente carente in campo, e in cosa potrebbe o dovrebbe poter migliorare, sempre per individuare motivazioni da assegnare a una delle due tesi che sottendono alla domanda in questione. Intuitivamente, il motivo principale è più generale e si lega all’insensato avvicendamento di allenatori in panchina, cosa che tra l’altro rende ancora più complicata un’analisi dei numeri, e alla spirale di negatività che ha stretto in una morsa asfissiante la squadra giallorossa, annacquando inevitabilmente lucidità e talento dei suoi migliori giocatori. Anche in questo contesto, però, un’analisi dei numeri rimane sempre un solido scoglio al quale potersi aggrappare in mareggiate come quella attualmente affrontata da capitan Ranieri. Tanti tiri, pochi gol: perché? Prima di tutto la produzione offensiva: la Roma ha il quintultimo attacco della Serie A, con soli 14 gol segnati, alla pari del Como e meglio solo di Monza , Venezia , Empoli , Lecce . Scrutando attraverso la piattaforma di Soccerment i dati in profondità relativi alla produzione offensiva, alle occasioni create e alla conversione delle stesse in effettivi gol , ecco che scatta l’allarme rosso, o meglio giallorosso: la Roma non è più solo poco incisiva sotto porta come qualche giornata fa quando aveva un clamoroso differenziale negativo tra xGoals e gol segnati. Il parziale resta sempre in negativo , dato preoccupante già di per sé perché riservato a sole squadre in piena lotta salvezza , ma comunque non più così elevato. Tradotto, significa che se prima la Roma produceva ma sbagliava molto, ora la media delle 14 giornate la proietta al 13° posto di questa graduatoria, a 16.9 xGoals , meglio solo di Monza, Empoli, Verona, Udinese, Lecce, Genoa e Torino. Graduatoria che si abbassa ancora di più se si analizzano gli xGoals per situazioni di ripartenza e gli xGoals per ogni tiro , parametro nella quale i giallorossi sono drammaticamente terzultimi. Questo vuol dire che la Roma, ultime due gare a parte, nelle quali ha però sfidato Atalanta e Napoli, continua a produrre e arrivare al tiro , ma quasi mai in situazioni realmente pericolose. In generale, chiudendo così il discorso efficienza offensiva, sono solo 5 le squadre oltre ai giallorossi, ad avere un differenziale negativo: Lecce, Genoa, Como, Venezia, Cagliari. Tutte formazioni che lotteranno fino alla fine per salvarsi. E che quindi, ragionevolmente, rischiano sul serio di retrocedere. Ogni tre riparteNze... un gol subito L’altra faccia più sporca di questa medaglia inzaccherata che è il campionato della Roma sin qui, sta tutta nell’altra metà del campo, quella difensiva. Se i gol subiti, 20, sono tanti ma non troppi in riferimento alla domanda che ci stiamo ponendo , quello che imbarazza a Trigoria è il dato relativo alla qualità dei tiri che la Roma concede ai propri avversari e, soprattutto, la clamorosa facilità con la quale i giallorossi si fanno infilare in situazione di ripartenza: il dato di 0.31 di xGoals concessi non solo la piazza all’ultimissimo posto della Serie A, ma significa che ogni tre ripartenze la Roma subisce un gol. Il tutto, a fronte di un controllo del gioco che invece la pone tra le prime del campionato . Una sommatoria di dati che disegna dunque il profilo di una squadra che tiene palla, la recupera anche abbastanza spesso e in zona offensiva, prova a sviluppare gioco ma non riesce a rendersi troppo pericolosa e quando lo fa non segna, ma al contrario subisce troppo e soprattutto concede moltissimo quando perde palla o viene infilzata in ripartenza. Ma più in generale, e lo si vede dai tanti confronti statistici con le altre quadre di A, di una formazione chiaramente inserita nel cluster delle squadre che storicamente o prevedibilmente lottano per non retrocedere. In sostanza, la Roma non è a due punti dalla terzultima giornata per caso, ma perché merita di esserlo, almeno dopo 14 giornate. Ed è questo forse l’indizio più pesante di tutto questo intricato sistema di analisi. Tre chiavi per uscirne Ovviamente, come premesso sopra, ogni considerazione statistica è resa più complicata dal fatto che sono già tre gli allenatori, ognuno con un diverso stile e quindi numeri tendenzialmente differenti, che hanno preparato e poi allenato le partite della Roma. Per tanto, siccome il nuovo allenatore, e che allenatore, è appena arrivato, le cose potrebbero anche cambiare radicalmente tra qualche giornata; anche perché, e questo è forse il principale indizio che ci può far rispondere negativamente alla domanda iniziale , la rosa rimane una rosa di assoluta qualità , partita con altri obiettivi, che ha dalla sua tutte le caratteristiche per sfilarsi da questa delicatissima posizione . Proprio in questo senso, dopo le prime due proibitive uscite contro Napoli e Atalanta, contro le quali peraltro la Roma ha dimostrato una compattezza difensiva ben maggiore rispetto alle precedenti partite , le prossime tre giornate di Serie A diventano decisive per una definitiva risposta alla domanda iniziale, e finale, di questo articolo: sul cammino della Roma, a completare il girone d’andata prima di Milan e Lazio, ci sono ora Lecce , Como e Parma . Sarà proprio contro queste tre avversarie che la Roma si giocherà le sue chances, non ancora esigue, di togliersi prima dell’inizio del girone di ritorno dalla piena lotta salvezza. Ma è sempre proprio per questo motivo, seguendo un filo sillogistico più che analitico, che possiamo forse e finalmente solo ora azzardare la risposta all’annosa questione che forse troppo improvvidamente chi scrive ha voluto provare a dirimere: tre scontri diretti contro tre formazioni che battagliano per non retrocedere significa per forza di cose che la Roma sta lottando per salvarsi e che quindi, sì, almeno in questo momento, rischia di andare in Serie B. Non c’è scampo alla logica in questo caso. Ma quindi? L’unico scampo, e scusate il gioco di parole, che può trovare ora la Roma è solo quello sul campo. Dovrà essere ancora più bravo di quello che è sempre riuscito a essere Ranieri, nel prendere sul serio per mano tutti i suoi giocatori , convincerli a indossare le vesti dei lottatori di bassa classifica e tirare fuori loro la determinazione necessaria per insistere sulla strada che a detta dell’ex allenatore del Cagliari i giocatori hanno già imboccato dal suo arrivo. Quella del vero lavoro. “Sono soddisfatto dei miei ragazzi, l’applauso finale del pubblico lo dimostra”, ha detto dopo l’Atalanta Ranieri. “Stanno lottando e ho fatto loro i complimenti per come l’hanno fatto in queste prime tre partite”. Ecco, per l’appunto. Tre partite. Le prossime. Quelle che forse potranno far cambiare la risposta a questa domanda ansiogena che nessuno ancora si è voluto fare ma che forse è il caso che a Trigoria tengano ben a mente. Ma quindi? La Roma rischia sul serio di andare in Serie B?