Il breviario di lunedì 9 dicembre: Lukaku a secco, Cataldi-Bove, la rabbia di Fonseca e...

LUKA COSA Il Napoli perde ancora in casa contro una delle più forti e lascia per strada un po’ del suo mito. Si diceva che era quasi impenetrabile, come un magma denso e colloso, che se ci finivi in mezzo venivi fagocitato. Che era praticamente impossibile sorprenderlo in contropiede, tanto equilibrato era il suo assetto, una specie di quattro ruote motrici, forte dietro come davanti. E che davanti, per l’appunto, si comportava come un pavone, sempre pronto ad aprire la sua ruota, con i colori di Kvara, Politano e Lukaku. E invece anche in attacco qualcosa comincia a non funzionare, con Lukaku che non si capisce più che tipo di attaccante sia, rispetto al bomber interista che fu. Lukaku fa cose, ma oltre quelle cose c’è una cosa che gli viene meno bene di una volta: il gol. IMMAGINA, PUOI Una volta fu Batistuta, che dedicò davanti la telecamera il gol alla moglie Irina. Domenica è toccato a Cataldi sfruttare il primo piano per mandare un messaggio al caro compagno Edoardo. I due, com’è noto, avevano chattato la mattina su un gol nel sette che il centrocampista viola aveva promesso di fare, dedicando l’ipotetica impresa all’amico. E così è stato. Immaginiamo il sorriso sincero e languido del dolce Bove, il quale avrebbe voluto essere lì con gli altri a festeggiare. Immaginiamo il suo commento di sorpresa e al tempo stesso di soddisfazione. Immaginiamo lo spirito con cui avrà vissuto l’iniziativa del compagno, quasi partecipando al tiro, sospingendo con il pensiero il pallone sotto l’incrocio. Immaginiamo ora, di raccontare Bove fuori dall’ospedale, nel suo cammino verso il ritorno. Un racconto, il nostro, fatto di silenzi e di rispetto, senza tutte le parole dette a sproposito che abbiamo ascoltato e letto in questi giorni. Immaginiamo sì, e poi facciamolo. FONSECA FURIOSO E all’improvviso un portoghese smise di sorridere. Fonseca ha cambiato strategia di comunicazione, passando dalle parole dolci a quelle salate, tirando in mezzo gli arbitri, colpevoli, a suo dire, di avercela con il Milan. In questo cambio di ritmo, Fonseca ha scelto di abbandonare il fado per la musica dodecafonica, dove ogni nota sembra , stridere con quella precedente. Concetti e comportamenti stonati, dopo e durante la partita, in campo, dove il portoghese è apparso diverso, rispetto all’uomo calmo visto sin qui, protestando tutto il tempo, come un Mourinho romano, un Mazzarri interista, un Ulivieri napoletano. Tre esempi storici scelti così, un po’ a caso, solo per rendere l’idea. E adesso che succede? Niente di nuovo oltre la solita questione: se vinci hai ragione, ma se perdi hai torto. Fonseca ha 12 punti di distacco dalla vetta . Discutere di questo, invece che degli arbitri, sarebbe certamente meno facile ma forse più interessante. PERSONAGGI Nicolò Barella è così veloce che quando lo vedi non è più lì. E di lui ti resta solo la sua zazzera Tijjani Noslin è un’invenzione, prima di Verona non esisteva. Segnava poco, tirava poco. Sembrava poco, e invece era parecchio Fabrizio Corsi è il presidente dell’Empoli. Qualcuno lo metta alle finanze in un governo di larghe intese Cesc Fabregas ha risposto piuttosto male al nostro Marchegiani. Che cosa ha detto? Non è importante: non si risponde male al nostro Marchegiani.

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