Canottiere, gatti e... Il breviario

MAMMA CANOTTA! La maniera di Carlos Alcaraz è rimasta la stessa anche sul veloce di Rotterdam: spazzare via gli avversari a colpi di cannone. L’ultimo è stato De Minaur, mai visto così in forma eppure anche lui piegato alla forza delle botte dello spagnolo. C’è un però in queste righe, e riguarda la mia solita avversione alle urla e alle canottiere. Alcaraz grida troppo e abusa del b/vamos, a ogni punto o quasi conquistato. Mi sembra di averlo già scritto da qualche parte, ma lo ripeto: introdurrei la regola che impedisce agli atleti di alzare la voce soprattutto durante gli scambi . E poi le canottiere, di cui Alcaraz è ormai un vero testimonial. Lo fa per mostrare il fisico? Lo fa perché gli piacciono? Non si sa, ma resta il cattivo gusto. Come diceva la mia mamma, “tutto sopporto, tranne la canottiera. Sia di mattina che di sera”. RENZO SE CI RIPENSO Renzo Ulivieri, da poco rieletto presidente degli allenatori italiani, ha sempre parlato lentamente, guardandoti negli occhi come ti guarda il ghiaccio. Riflette un attimo e sembra perdersi, poi ti risponde, sovente con il sale sulla lingua. Una volta mi abbandonò in diretta mandandomi a quel paese per colpa di una domanda sgradita. Ci restai un po’ così ma non me la presi più di tanto. Due settimane dopo successe ancora, lasciandomi sospeso, con il microfono in mano, da quel momento inutile come un gelato sciolto. Allora, passato qualche giorno, lo richiamai al telefono. Nemmeno mi fece dire buonasera che lui, solitamente lento, mi rubò il tempo: “O Ale, ci siamo divertiti l’altro giorno, vero?”. Mi misi a ridere e gli volli bene subito. Adesso che ha superato un guaio serio di salute, da cui sembra essersi ripreso, gli vorrei dire: “O Renzo, ma quanto ti diverti ancora in questa vita buia?” IL VIGILE Come arbitra un certo signore succede sempre qualcosa. Non farò il nome altrimenti divento antipatico, inviso alla categoria . Però non posso esimermi dall’osservare che quando c’è lui, la partita si trasforma in un ingorgo. Lo vedi, con il mento alzato, un po’ alla M, dirigere il traffico a destra e a sinistra, e intanto noti che le auto cominciano a sbandare, qualcuno finisce fuori strada, qualcuno tampona il suo dirimpettaio, altri si fermano a semafori che non esistono, altri ancora si beccano una multa per eccesso di velocità quando non vanno nemmeno a 30 all’ora. Insomma il caos, come quando Albertone dirigeva il traffico nel famoso ‘Il vigile’. Da quello che mi dicono, pare che questo signore sia una cara persona, e certamente sarà così. Infatti ho notato che, a differenza dell’Albertone vigile, restio a spiegarsi con chi lo contestava, l’arbitro in questione cerca di motivare. Solo che non si sente, con tutto quel clacsonare. FELIX IL GATTO Il Milan davanti splende. Ha nuovi giocatori che quando si passano pallone, qualcuno canta. Su tutti Joao Felix, il ‘gatto’, per come posa la zampa sul gomitolo oltre che per il nome. Ha una storia strana . È stato pagato qualche anno fa 130 milioni di euro dall’Atletico Madrid. Capite bene che con quella cifra sulle spalle o sei un dio o fai fatica. Siccome Felix non era un dio, ha fatto fatica. Ma questo non gli ha impedito di essere comunque un calciatore è di altissimo livello, e per questo il Milan ha realizzato un grande affare. La strada, per una società importante, è molto semplice: comprare fuori i giocatori più forti, che quelli medi li puoi tranquillamente coltivare a casa tua. A meno che, a casa tua, non nasca un gatto di nome Felix.

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Alessandro Bonan