La Lazio si gode Isaksen: la crescita dell'esterno che non si ferma più

Chi mastica calcio danese, o calcio europeo più in generale, sa che la storia del Midtjylland è particolare, perché mescola quell’antica tradizione del vivaio all’impiego convinto dell’algoritmo per fare calciomercato. Non è quasi nemmeno più una storia che fa notizia: una società che con poco budget fa crescere dei giocatori per rivenderli a peso d’oro. Magari togliendosi anche qualche bella soddisfazione in campo. Europa League 2022/2023: Midtjylland-Lazio 5-1. Basta questo per far capire tutto. In quell’occasione brillò tra tante una stella: Gustav Isaksen. La sua storia biancoceleste parte da lì. E arriva dritta, rapida, potente a Lazio-Napoli del 15 febbraio scorso. "Percorso naturale" Un gol pazzesco, quello di Isaksen contro la squadra di Conte, che merita di essere celebrato: dalla trequarti, l’esterno fa partire un bolide che Meret non può mai parare. Dritto, rapido, potente. È l’1-0 iniziale , che si aggiunge all’altro bellissimo gol segnato all’andata, con un tiro a giro da destra verso sinistra. “Che è un po’ il suo marchio di fabbrica”, racconta a Sky Sport Insider Alessandro Soli, capo scout della nazionale maliana ma profondo conoscitore di tutto il calcio del nord Europa. “Già nelle giovanili del Midtjylland si vedeva: ha solo sviluppato nel corso degli anni quelle che erano le sue caratteristiche principali. Quali? Dribbling uno contro uno, buona facilità di calciare verso la porta grazie a quella finta a rientrare che spiazza il difensore. Ha solo 23 anni, ma sembra di vederlo in campo da una vita: è stato aggregato alla prima squadra dall’estate 2019, quando aveva 18 anni. A febbraio 2021 è arrivata la svolta: il gol della vittoria contro il Brøndby. Da quel momento è diventato un punto fermo”. E se lo ricorda bene la Lazio, che in quella partita di Europa League non riuscì proprio a contenerlo. Al 25’ del primo tempo centrò una traversa, al 50’ causò il primo rigore, al 67’ il secondo, che venne respinto da Provedel ma che fu bravo proprio Isaksen a ribattere in porta segnando il 4-1. Una partita così non se la sarebbe mai aspettata e di certo contribuì al suo arrivo in Serie A l’anno successivo. Venne acquistato per 12 milioni di euro, con i tifosi della Lazio che gli riservarono un’accoglienza calorosissima all’aeroporto: cori, sciarpe, foto, autografi. Un entusiasmo che nessuno si aspettava, ma che poi sul campo aveva faticato a trovare conferme. L’anno scorso ha incontrato troppe difficoltà, senza se e senza ma: prima con Sarri, che pure era rimasto stregato dalla partita di un anno prima in Europa League; poi con Tudor, che quest’estate aveva chiesto la sua cessione, prima di dimettersi e lasciare il posto a Baroni. Ma basta vedere due dati per avere la conferma: solo in campionato, il danese l’anno scorso ha giocato 28 partite, segnando 3 gol e un assist. I dati Opta rilevano poi un totale di 19 occasioni create, 23 tiri e 15 dribbling riusciti. Quest’anno? 25 presenze, 3 gol e 2 assist. 19 occasioni create, 35 tiri, 28 dribbling riusciti. Tutta un’altra musica. Lo conferma anche la spiderchart di Soccerment che vedete subito qui in alto. È cresciuta la pericolosità palla al piede ed è aumentata la percentuale di Ball Retention . In calo? La creazione di assist, che dimostra come sia cambiato il modo di interpretare la partita da parte del giocatore. In poche parole: Isaksen è migliorato tanto nella capacità di creare pericoli in maniera individuale, ma può ancora crescere nel contributo alla manovra del collettivo. Cosa servono? Fiducia, e quella di Baroni c’è tutta, e tempo, lo stesso che gli è servito per arrivare, in Danimarca, da una media realizzativa piuttosto bassa, ai 18 gol nella sua ultima stagione al Midtjylland. Nessuno però bello come quelli che abbiamo visto contro il Napoli . Dribbling di famiglia Capacità di dribbling e di tiro, quindi. Isaksen si conferma il più classico degli esterni moderni: espressione che quasi sembra un ossimoro ma che rende l’idea. E sapete con chi si allena? Oltre al lavoro quotidiano con la squadra, uno dei suoi più grandi trainer è la compagna Olivia Møller Holdt: stanno insieme dal 2018 ed è anche lei una calciatrice cresciuta nelle giovanili del Midtjylland. Da quest’anno gioca nel Tottenham. Ruolo? Esterno d’attacco, abile nel dribbling uno contro uno, rapida nella conduzione della palla, dotata di buon tiro. Insomma, avete capito. L’unica vera differenza con Isaksen è il piede: lui mancino, lei destrorsa. La relazione a distanza non è mai stata un problema: amano viaggiare cercando quelle mete esotiche che tanto si allontanano dai paesaggi e dall’ambiente in cui sono cresciuti. Un legame fortissimo tra i due, uniti anche dalla passione per il calcio e per quel ruolo che sta regalando soddisfazioni importanti a entrambi. A Gustav è servito un po’ di ambientamento per restituire ai tifosi della Lazio quell’entusiasmo iniziale. Ma alla fine anche lui è diventato quella eccezione che conferma la regola: al Midtjylland i calciatori sanno formarli davvero. E, di nuovo, non è una notizia. La curiosità sarà vedere fino a dove Isaksen potrà arrivare: con potenzialità così il suo percorso potrà essere lineare. Dritto, potente, preciso.

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