L'Inter e i problemi nascosti dal primato

39 partite giocate. È questo il dato numerico principale fondamentale per capire il momento dell’Inter e il secondo tempo di sofferenza al Maradona. Il Napoli era più brillante, fresco, energico. Ha meritato il pareggio e finito in crescendo sfiorando perfino la vittoria. L’Inter invece ha arrancato e sofferto, arrivando al fischio finale con il serbatoio in riserva totale e una formazione stravolta dalle circostanze e dai problemi di Calhanoglu e Dimarco. Ma oltre a ciò bisogna anche considerare il parallelo: i ragazzi di Conte finora sono scesi in campo 30 volte, ben 9 in meno rispetto ai nerazzurri. Ovviamente non basta questo confronto sulle energie spese a spiegare tutto ciò che si è visto in campo ma non è un dettaglio irrilevante per analizzare i problemi dell’Inter tra stanchezza, infortuni e cali nel finale. Primato con rimpianti Inzaghi mantiene la testa della classifica ma qualche rimpianto esiste. Il pareggio del Napoli all’87’ è solo l’ultimo esempio di una rimonta subita nel finale. Su 29 gol presi in tutte le competizioni, ben 14 sono arrivati negli ultimi 20 minuti e così Lautaro e compagni hanno perso diverse occasioni. Riavvolgendo il nastro troviamo il derby col Milan deciso da una rete di Gabbia all’89’, il 4-4 con la Juve con la doppietta di Yldiz tra il 71’ e l’82’, le sconfitte a Leverkusen, in Supercoppa col Milan, con la Juve a Torino e infine il pareggio col Napoli. Vittorie sfumate che avrebbero consentito all’Inter di governare come nella stagione passata quando gli scontri diretti venivano vinti. Esterni goleador In ogni caso la forza del gruppo ha permesso alla squadra di rimanere in corsa in tutte le competizioni. In particolare spiccano i gol degli esterni. La prodezza balistica di Federico Dimarco riporta a galla l’importanza delle sue giocate tra gol e assist, calci piazzati e passaggi chiave. ‘Dimash’ è stato il primo mancino a segnare su calcio piazzato da quando lo Stadio di Napoli si chiama Diego Armando Maradona. Per carità, nessun paragone. Ma sicuramente un bel riconoscimento per uno dei sinistri più belli della nostra Serie A. Se poi si allarga lo sguardo anche a destra si scopre che negli ultimi due anni in campionato i difensori che hanno segnato di più sono proprio loro: Dumfries, 10 reti, Dimarco, 9, davanti a Theo Hernandez con 8 e Zortea con 7. Proprio per questo non ci voleva il problemino muscolare dal terzino. Dalle prime impressioni non sembra nulla di grave ma comunque un guaio che porta a 4 il numero degli esterni indisponibili: Zalewski e Darmian rientreranno dopo la sosta; Carlos Augusto tra la Champions e il Monza. Dimarco dovrà attendere gli esami per sapere esattamente quanti giorni dovrà rimanere fuori. La speranza è che salti solo Rotterdam e al massimo Monza. In ogni caso resta il problema. 4 esterni su 5 out costringono Inzaghi a studiare qualcosa. Col Napoli si è visto prima un 4-4-2 e poi un 3-5-2 con Pavard adattato in alto a destra e Dumfries spostato a sinistra. Potrebbe essere questa la soluzione temporanea. Quando esce Bastoni... Per arrivare in fondo a tutto però sarà necessario recuperare gli infortunati. Il calendario dice Feyenoord, Monza, Feyenoord e Atalanta prima di una sosta che sarà salvifica. In queste partite delicate e difficili sarà fondamentale il ruolo di Bastoni, ultimo mancino rimasto. Al Maradona ha sfoderato una prestazione super con due salvataggi pazzeschi su Politano e soprattutto Lukaku. Quando poi è stato sostituito per evitare problemi anche a lui, l’Inter ha preso gol. La stessa scena che si era vista a Torino con la Juve. Esce e arriva la beffa. E qui si ritorna al punto di partenza. Con tutti gli effettivi a disposizione, senza infortuni, e con la possibilità di ruotare i giocatori solo in base alla partita e al merito, è tutta un’altra storia e un’altra Inter.

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L'Inter e i problemi nascosti dal primato

Matteo Barzaghi